Proietti e l’Abruzzo, quel legame speciale. Cirilli: “Con Sulmona c’era un filo diretto”

Era un legame particolare quello che legava Gigi Proietti alla città di Sulmona e all’Abruzzo. Sarà stato per le sue origini di famiglia pastorale, per la schiettezza del suo carattere o per il rapporto con gli uomini di terra che il maestro ha sempre avuto. E qui in Abruzzo, a Sulmona, che in un’intervista al Corriere della Sera nel 1976 confessò che la sua carriera era cambiata, quando portò in scena “A me gli occhi” al teatro Caniglia (allora Comunale) che poi diventò “A me gli occhi please”, uno dei suoi più grandi successi che ebbe il coraggio di portare sullo schermo televisivo il teatro di Petrolini. A Sulmona lo piange soprattutto Gabriele Cirilli, suo allievo, che sta pensando di dedicargli un omaggio al Tal Quale Show in onda venerdì, e che ricorda soprattutto “il suo sottile legame con la città – racconta l’attore sulmonese – lo incontrai per la prima volta proprio in quello spettacolo al teatro quando io ero un ragazzino, mi ci portò mia nonna. Poi nell’87 il provino nella sua scuola dove venni preso l’anno successivo. Due anni fa mi volle ospite di Cavalli di Battaglia e lì, ancora, parlammo di Sulmona”.

Il maestro, morto nel giorno del suo compleanno di 80 anni, era stato poi a lungo legato con il Teatro Stabile dell’Aquila: “La sua morte colpisce addolora – commenta l’assessore regionale Guido Quintino Liris – è stato un personaggio straordinario. Ricordo il suo legame con l’Abruzzo e in particolare con il Teatro Stabile regionale di cui è stato presidente e che ha rappresentato un passaggio fondamentale per la sua maturità professionale”.

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