Promozioni senza selezione: l’Ersi stacca l’acqua alla Saca

Per la Saca potrebbe essere l’inizio della fine: una delle due grandi partecipate dei Comuni del Centro Abruzzo rischia infatti di finire senza “acqua”, è il caso di dire. L’Ersi, l’ente cioè “proprietario” e in sostanza il committente del servizio del ciclo idrico integrato, ha infatti annunciato qualche giorno fa la volontà di ritirare alla società pubblica l’affidamento del servizio in house. Si tratta di un fatto di estrema gravità, provocato dalla decisione del Cda della Saca di impugnare davanti ai giudici, il mese scorso, il parere vincolante e obbligatorio che lo stesso Ersi (in pratica l’ex ente d’ambito) aveva dato in relazione al regolamento per il reclutamento del personale. “Considerato che l’impugnativa del parere obbligatorio e vincolante dell’ente affidante è incompatibile con la permanenza dell’affidamento in house – scrive l’Ersi alla Saca -, si prende atto che codesto Cda con il deposito dell’impugnativa intende rinunciare all’affidamento in house del servizio idrico integrato. Il controllo analogo è definito dalla legge come il controllo che l’ente esercita su un proprio servizio, e non risulta che un servizio possa impugnare gli atti del proprio ente”.

Per capire cosa sia successo è necessario fare un passo indietro di poco più di un anno, quando il 13 giugno del 2019 l’amministratore unico di Saca, Luigi Di Loreto, delibera di promuovere una transazione per una decina di dipendenti che avevano avanzato richieste risarcitorie per mansioni superiori svolte e questo, contrariamente alla legge sostiene l’Ersi, senza fare un avviso ad evidenza pubblica, né un piano di fabbisogno del personale.

Tra questi, la più consistente, quella dell’assessore del Comune di Sulmona (e dipendente Saca), Salvatore Zavarella, che aveva bussato cassa per oltre 91mila euro. Sta di fatto che l’amministratore unico Di Loreto decide di fare una transazione, con la quale le pretese economiche dei ricorrenti si riducono drasticamente (in pratica alle spese legali), in cambio di promozioni, scatti di carriera, concessioni di superminimi. Il dipendente Zavarella passa ad esempio dal livello 7 a quello di Quadro, in compagnia di un altro dipendente responsabile dell’area organizzazione (dal livello 8). Il tutto senza un concorso e un bando interno. L’Ersi vuole vederci chiaro, intima di annullare la delibera (che poi verrà annullata in autotutela) e chiede le carte e i verbali, che gli vengono consegnati con sette mesi di ritardo. Quando finalmente l’ente è nelle condizioni di dare il suo parere vincolante e obbligatorio evidenzia (siamo a luglio 2020) che “non vi è una facoltà della società controllata di non esperire le procedure selettive per le progressioni verticali”.

Secondo Di Loreto, però, lui non deve rispondere alla normativa degli enti pubblici, ma a quella privatistica: della serie la società è per azioni (e poco conta che gli azionisti sono i Comuni e i soldi pubblici) e quindi non è soggetta agli obblighi imposti nella pubblica amministrazione. Per questo propone e convince il Cda ad impugnare il parere dell’Ersi.

“Va ricordato che la richiesta di questo ente di procedere con le selezioni interne per le progressioni verticali – sottolinea l’Ersi nella sua durissima lettera – serve a garantire la obbligatoria trasparenza e imparzialità delle procedure, necessaria affinché ad essere promosso sia il personale selezionato per merito e competenze maturate, e non per altri motivi”.

“Alla luce di ciò si chiede di informare i soci (ovvero i 26 Comuni del Centro Abruzzo, ndr) e gli altri organi di controllo interno, delle conseguenze che tale iniziativa avrà sull’affidamento in house del servizio”, con una postilla finale che riassume tutto: “Le risorse pubbliche gestite non possono essere distolte dal servizio pubblico gestito – chiosa l’Ersi – l’uso improprio è soggetto a segnalazione alle autorità competenti”.

7 Commenti su "Promozioni senza selezione: l’Ersi stacca l’acqua alla Saca"

  1. Allucinante

  2. Soldi pubblici regalati agli amici degli amici .

  3. Memo male che si sono gli amministratori, meno male che prendono tanti soldi, meno male che si definiscono MANAGER, meno male che questi sono i risultati………….
    ALLUCINANTE SIAMO IN AFRICA…..CON TUTTO IL RISPETTO PER IL CONTINENTE.

  4. Non e’ che per caso il Sig. Zavarella si fara’ pagare anche l’opera di volontariato al comune di Sulmona….per aver svolto mansioni INFERIORI alla sua posizione ricoperta.
    Potrebbe essere un suggerimento se non ci ha pensato……

  5. Ed ora dove li promettono i posti di lavoro?? Tutti al Cogesa ??il bello e’ che ill prezzano ha già reclutato zerbini che stanno a chiedere i voti per le prossime elezioni !

  6. Sarebbe il caso che la procura tributaria aprisse un’indagine.
    Le traduzioni avanzate date e poi annullate, quella differenza non dovuta da chi verrà risarcita ? Inoltre questo non è abuso di potere ?

  7. Ammesso e non concesso che le norme gli permettono di promuovere gli “amici”, gli amministrati cosa ne pensano? Tutti servi della gleba in questa valle? Fa bene l’Ersi a revocare, allora si che si balla!

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