Prosciolto dopo oltre due anni dall’accusa di tentato omicidio. Fine dell’incubo per un sessantottenne

È durato un anno e due mesi il calvario giudiziario di un sessantottenne romano accusato di tentato omicidio nei confronti della compagna. Una vicenda iniziata nell’estate del 2024 e conclusa solo nei giorni scorsi con la sentenza di proscioglimento emessa dal Tribunale di Sulmona, che ha dichiarato il reato estinto per remissione di querela.

I fatti risalgono al 12 agosto 2024, quando, all’interno del residence Prato Verde 2 di Pescasseroli, dove la coppia si trovava in vacanza, scoppiò un violento litigio. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo avrebbe minacciato la donna puntandole una stampella alla gola e urlandole frasi minacciose, tra cui: “Ora ti uccido e faccio sul serio”. La compagna, spaventata, riuscì a liberarsi e a chiedere aiuto al custode della struttura, che allertò i carabinieri.

L’intervento dei militari fu immediato. L’uomo venne arrestato e, su disposizione dell’autorità giudiziaria, trascorse due giorni in carcere. In seguito, furono applicate nei suoi confronti misure cautelari restrittive, tra cui gli arresti domiciliari e il divieto di avvicinamento alla donna.

Tuttavia, nel corso del processo, assistito dall’avvocato Piercarlo Cirilli, è emersa una verità diversa da quella ipotizzata in un primo momento. Il perito della difesa ha evidenziato che l’aggressione non avesse in realtà le caratteristiche di un tentato omicidio. Il gesto del sessantottenne, se pur grave, non avrebbe potuto causare la morte della vittima, né vi sarebbe stata da parte dell’imputato una reale volontà omicida.

Nel tempo, anche la versione della donna è cambiata, la quale, pur confermando di essere rimasta ferita, ha chiarito che il compagno non l’aveva colpita con la stampella, e ha infine deciso di ritirare la querela. Nessun referto medico a supportare la tesi dell’aggressione armata, e accusa derubricata a lesioni personali, poi definitivamente caduta.

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