Punto nascite, il tira e molla sulle colpe

“Informazioni propagandistiche” contro le quali “è importante ristabilire la verità” quella, almeno, sostenuta dai senatori abruzzesi Cinque Stelle Gabriella Di Girolamo e Primo Di Nicola. La verità sarebbe quella che ruota attorno alla decisione di chiusura del punto nascita di Sulmona, difficile da stabilire con il continuo tira e molla a chi ha più colpa tra Regione e ministero.

Di Girolamo e Di Nicola, dunque, intervengono circa la verifica del Piano di rientro in ambito sanitario della Regione Abruzzo: “Il Ministro della salute Giulia Grillo non ha chiuso alcun punto nascita, tanto meno quello di Sulmona- tuonano i due-. Rispetto quest’ultimo, già nel 2015 con Decreto Commissariale n. 10/2015, la Regione Abruzzo ha dato attuazione all’Accordo Stato-Regioni riguardo le linee di indirizzo per quella che doveva essere una promozione e un miglioramento della qualità della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascite. Ma il tutto si è tradotto nella chiusura dei punti nascita perpetuata dall’Assessore alla Sanità Silvio Paolucci e dall’allora Presidente Luciano D’Alfonso”.
I due senatori, poi, puntualizzano che di politico nella scelta finale non c’è nulla perchè “Il Tavolo di monitoraggio, che ricordiamo è un organo tecnico e non politico del Ministero, ha rilevato una serie di criticità sulla base della documentazione fornita da Regione Abruzzo e tra le maggiori criticità nella valutazione della deroga alla chiusura del punto nascita di Sulmona, la carenza di organico sia di ginecologi che degli anestesisti nonché dei neonatologi, con la conseguente difficoltà a garantire la guardia attiva h24″.

Per loro, quindi, la maggioranza in Regione e l’assessore Paolucci starebbero attuando una strumentalizzazione politica: “Dopo aver pianificato la chiusura del punto nascita di Sulmona, adesso tentano disperatamente di gettare le proprie responsabilità su altri. Nel 2015 Paolucci dichiarava con convinzione la necessità di attuare il piano di chiusure anche per non incorrere in infrazioni da parte del governo nazionale e per far sì che, in tempi brevi, l’Abruzzo potesse uscire dal commissariamento causato dal deficit della sanità, come avvalorato anche dal ministro Beatrice Lorenzin- aggiungono-. Scelta che non venne mai condivisa dal M5S, tanto che in consiglio regionale si arrivò ad una fragorosa protesta. Tentare ora di scaricare l’effetto delle proprie scelte su chi le ha sempre contestate, è una strumentalizzazione che ha quale unico effetto quello di prendere in giro i cittadini abruzzesi. L’Abruzzo oggi purtroppo è privo di strutture sanitarie efficienti e all’altezza della domanda di salute che arriva dal territorio, anche per le decisioni prese dalla Regione a guida di D’Alfonso”.

Nel ristabilire la verità (o presunta tale) non si è tenuto conto  della relazione depositata al ministero, quella attraverso la quale, tra informazioni e numeri, è descritta la reale situazione.

S. P.

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