Quattro colpi sulla Quinta: Sulmona ricorda Tresca ad 80 anni dal suo assassinio

Quattro colpi di pistola sulla Quinta strada a New York, due dei quali lo raggiunsero, uccidendolo e uccidendo il simbolo della libertà, delle lotte sindacali, dell’inclusione sociale.

Era l’11 gennaio del 1943, ottanta anni fa. Quando Carlo Tresca, sulmonese, veniva ucciso probabilmente da un mafioso, da un fascista, da un mafioso-fascista. La verità non si è mai saputa, mai messa nero su bianco in un’aula di tribunale.

Ma di quell’uomo minuto e “leone”, che sfidò i poteri e il capitalismo, anarchico, antifascista e antistalinista, resta ancora oggi, ottanta anni dopo, la statura di eroe e del suo messaggio sempre attuale.

Sulmona, la sua Sulmona, da dove dovette andarsene, esiliato dalla Chiesa, nel 1904, oggi lo ricorda, con una serie di eventi presentati in una conferenza stampa che ha visto insieme il Comune, il Centro studi Carlo Tresca e la nostra testata che, d’altronde, porta il nome di quella su cui Tresca scriveva.

Oggi pomeriggio (ore 16) saranno deposti, in contemporanea con quanto accade negli Stati Uniti, dei fiori ai piedi del busto posizionato all’interno della villa comunale e che affaccia sulla piazza a Tresca intitolata.

Poi, il 23 gennaio, al cinema Pacifico, la proiezione del documentario realizzato da Angelo Figorilli e Francesco Paolucci: “Un uomo buono” a cui seguirà un incontro con lo scrittore Maurizio Maggiani e la giornalista Rai Lucia Goracci. Un approfondimento poetico e giornalistico su un uomo che seppe cambiare le sorti dei lavoratori nel mondo, organizzando probabilmente il più grande e spettacolare sciopero di tutti i tempi.

A concludere il ciclo delle celebrazioni, l’8 febbraio, la presentazione del libro “Carlo Tresca. Ritratto di un ribelle”, edito da Anicia e curato da Nunzio Pernicone.

“Nella parte introduttiva dello Statuto del Comune di Sulmona – ha spiegato il presidente del consiglio comunale, Cristiano Gerosolimo – c’è un riferimento chiaro a Carlo Tresca. Una personalità che tutti noi dovremmo valorizzare e che rende onore e orgogliosi i sulmonesi”.

2 Commenti su "Quattro colpi sulla Quinta: Sulmona ricorda Tresca ad 80 anni dal suo assassinio"

  1. “Esiliato dalla Chiesa”?!!! La Chiesa, nel 1904, non avrebbe potuto esiliare un bel niente! Figuriamoci un cittadino italiano. Figuriamoci, poi, Tresca. Tresca fuggì negli Stati Uniti per evitare una condanna al carcere inflittagli dal tribunale italiano.

    • Le condanne politiche a Sulmona (e in Italia) sono sempre avvenute. La magistratura è sempre identica in qualsiasi regime. Anche Gian Domenico Rosatone, patriota della Majella, è stato condannato ed abbattuto dal tribunale di Sulmona con una falsa accusa, quando il vero crimine commesso era soltanto perché era rimasto in amichevoli contatti politici con i polacchi con i quali avevano combattuto insieme per la liberazione dell’Italia. Poi però la Polonia è passata nel patto di Varsavia e da sera a mattina sono immediatamente diventati nemici, sino alla caduta del muro di Berlino.

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