
Servirà ben più di un miracolo di San Venanzio per salvare l’eremo incastonato tra le gole in fiamme. L’incendio che ha ripreso vigore dopo una calma apparente bussa nel luogo più sacro di Raiano, con le lingue di fuoco a lambire i cancelli. Il timore è che uno dei simboli della Valle Peligna e dell’intero Abruzzo venga divorato dalle fiamme questa notte. Gli interventi da terra, verso la Gola, è impossibile per le squadre di soccorso. Per questo nel pomeriggio il sindaco, Marco Moca, accompagnato dal parroco Don Daniele, si è recato assieme a volontari e vigili del fuoco nell’eremo per mettere in sicurezza i beni custoditi al suo interno, anche se la vera gemma è l’eremo stesso, sempre più minacciato. Nella notte sarà presidiato dai volontari della Protezione Civile, al fine di tentare un intervento disperato qualora il rogo dovesse avanzare.
“La preoccupazione è che la nostra macchia sia sempre più compromessa”, spiega il primo cittadino di Raiano mentre vigili del fuoco e protezione civile sono al lavoro per contenere i danni già sanguinosi. Circa 250 ettari di boschi e campi coltivati andati in fumo, 150 dei quali nel Comune di Raiano. Per non parlare del dramma della fauna selvatica, morta in una gabbia di fuoco e fumo.
Senza acqua i campi di tutto il circondario, con la sospensione dell’irrigazione, predisposta oggi per consentire il rifornimento degli elicotteri, infatti, è stata prorogata anche per la giornata di domani. Un inferno, insomma, dove non sono bastati i 350 sganci (150 nel solo pomeriggio di oggi) dei due canadair e altrettanti Erikson per placare un rogo divampato da una semplice potatura degli ulivi.
La perturbazione prevista per domani potrebbe dare man forte agli operatori in campo. Fino a quel momento ci sarà da pregare, santi e meteo, per attendere un miracolo in una notte d’inizio estate illuminata dalle fiamme.
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