
Si placano le fiamme dell’incendio in località “De Contra”, a Raiano, dopo tre giorni dall’innesco del rogo causato da alcune sterpaglie di ulivo date alle fiamme da un agricoltore. Dopo il ritorno di fiamma di ieri, causato dal forte vento che ha dato nuovo vigore al sottobosco trasformatosi in un braciere, oggi l’incendio ha perso intensità, venendo circoscritto grazie ad almeno dieci sganci effettuati dall’elicottero dell’Agenzia di Protezione Civile Regionale. Per l’intera giornata di oggi un elicottero della flotta regionale e le squadre da terra hanno lavorato per bonificare il sottobosco e per evitare ritorni di fiamma.
Un piccolo focolaio ha preso vita nel pomeriggio, ma è stato gestito dai volontari e vigili del fuoco. “Abbiamo chiesto anche per domani un elicottero in modo tale da proseguire con la bonifica”- commenta il sindaco di Raiano, Marco Moca.
Intatto l’eremo di San Venanzio, lambito ieri dalle lingue di fuoco che hanno costretto il primo cittadino e il parroco, Don Daniele, a sgomberare la struttura portando al sicuro tutti i beni di valore storico e artistico. La paura che l’eremo potesse essere inghiottito dalle fiamme durante la notte era alta, tant’è che una squadra di volontari della Protezione Civile ha monitorato costantemente l’area in caso di pericolo.
Le operazioni di bonifica vanno avanti, dopo oltre 450 sganci effettuati da sabato con l’ausilio anche di due Canadair e di un elicottero Erikson. Le undici squadre di terra (otto della Protezione Civile e tre dei vigili del fuoco) continuano ad operare liberando il sottobosco dalla vegetazione secca che potrebbe dare nuovo vigore alle fiamme.
La conta dei danni verrà effettuata con precisione solo ad emergenza conclusa. Le prime stime parlano di 250 ettari di boschi e campi coltivati andati in fumo, 150 dei quali nel Comune di Raiano. Drammatica la situazione delle fauna, rimasta uccisa in una gabbia di fuoco. Distruzione che il sessantenne, già denunciato alla Procura della Repubblica di Sulmona, si porterà sulla coscienza.
Conoscendo il responsabile dell’incendio sono certo che non ha bisogno di ulteriori stimoli per avere un peso sulla coscienza. Non credo sia necessario trasformarlo in un mostro. Ha commesso una leggerezza immensa, ma dopo aver mandato a fumo 200 ettari di bosco non serve distruggere la vita di un padre di famiglia.
Leggerezza? Ha raso al suolo 200 ettari di bosco, ucciso fauna, intossicato l’aria, prosciugato l’acqua destinata ai campi, mandando in crisi agricoltori che ora vedranno seccare i raccolti. Ha messo a rischio la vita di vigili e volontari che hanno combattuto per giorni contro le fiamme. Questo non è un errore: è una catastrofe causata da irresponsabilità pura.
Che sia un padre di famiglia non cambia nulla: ha distrutto un ecosistema, ha fatto danni veri, gravi, concreti. Basta giustificazioni. Chi devasta la terra deve pagare. Fino all’ultima goccia. Fino all’ultima cenere.
Sì chiama Pietà ed il piu’ nobile dei sentimenti. Un sentimento che lei ignora e per questo la compiango.
Pietà? No, è solo un modo per coprire l’irresponsabilità di chi ha bruciato 200 ettari di bosco, ucciso animali, distrutto coltivazioni e messo a rischio vite umane. Difendere chi devasta è vergognoso. Chi distrugge deve pagare, senza scuse, senza pietà.
quando uno manipola il fuoco specie quando non si dovrebbe, non si fanno leggerezze, ma si fanno le cose sapendo quel che possono provocare. Altrimenti c’è bisogno del ricovero per incapacità. Come manipolare una pistole e meravigliarsi che poi quella magari spara. Anzi forse è pure peggio manipolare il manipolare il fuoco a quanto pare, a ben vedere.
Se fosse come dice lei sarebbe un reato doloso cosa che invece non è almeno secondo la magistratura. Si tratta di una colpa, la cui intensità verrà valutata dal giudice. Questo è l’aspetto legale della vicenda. Poi resta la vita di un uomo che, per quel che mi riguarda, resta più importante di qualsiasi bosco.
Per l’utente “nonfaniente”: Pagherà come è giusto che sia, quello che lei forse non capisce per la sua mancanza di empatia, è che non è necessario accanirsi sul responsabile, tutto qui.
Non è accanimento. È dare il giusto peso a un disastro causato da un gesto irresponsabile. Se questo per lei è mancanza di empatia, me ne faccio una ragione. Preferisco sembrare duro che far finta di niente mentre la nostra terra brucia.
La vera empatia va a chi ha perso, non a chi ha causato. Chi sbaglia paga. Senza scuse. E senza bisogno di commiserazione.