Ravara di Santa Lucia: in sicurezza le villette, ma resta il rischio per il Casino Pantano

Il cantiere verrà restituito domani, dopo tre anni e un mese dall’evento. Che per essere un intervento “immediato e urgente” è un tempo abissale, durante il quale le famiglie che vivono nelle ville a valle di contrada Santa Lucia, hanno rischiato grosso. Ad ogni pioggia abbondante con il naso all’insù sperando che il Morrone non finisse l’opera.

Quindicimila euro circa la spesa per rimuovere 7mila metri cubi di terra, solo una piccola parte, in verità, di quella precipitata dalla cima del Morrone lungo il vallone il 16 agosto del 2018: una “ravara”, volgarmente detta, che si fermò, coprendole, alle mura di cinta di due villette dove in questi tre anni hanno continuato a vivere nel terrore diverse famiglie e che seppellì decine e decine di piante di ulivo che in questi anni non hanno potuto dare frutti.

Il Comune, costretto più che convinto dal tribunale, si è infatti deciso almeno a mettere in sicurezza la zona residenziale e domani il cantiere verrà restituito con un lavoro diretto dal geologo Paolo Di Giulio a cui il Comune ha affidato l’incarico solo nel marzo scorso.

Gli alberi sono stati liberati, tolto il fiume di detriti sulle mura delle villette e rimosso tutto il materiale fino all’imbocco del vallone al confine con il Casino Pantano che, però, resta ad oggi l’osservato speciale. Nel rimodellare il letto del vallone, infatti, è stato alzato un argine per deviare eventuale colate detritiche verso sud (nella zona senza case), ma il problema resta a monte.

“Gli accumuli ci saranno sempre su questa zona della montagna e a monte ci sono da mettere in sicurezze dei tratti critici – spiega il geologo Di Giulio – quello che abbiamo fatto è solo un intervento di emergenza, a cui necessariamente dovrà seguire quello a monte, con la ripulitura delle briglie, magari farne di nuove, ma soprattutto provvedere alla manutenzione periodica”.

Il nuovo alveo disegnato sul vallone, infatti, non risolve il rischio per il Casino Pantano, edificio medievale con annessa chiesa che risale almeno al 961 d.C, questa almeno la prima attestazione.

I soldi, in realtà, ci sarebbero pure: 700mila euro stanziati dalla Regione per il dissesto idrogeologico che dovranno servire – ma forse potranno non bastare – per mettere in sicurezza Santa Lucia.

Sperando non ci vogliano altri tre anni.

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