Refezione scolastica, la boutade della gara e la dieta forzata

La gara si farà, dice l’assessore Mariella Iommi. Prima o poi, più poi che prima. Per il momento si resta a digiuno nelle scuole di Sulmona, alle elementari e alle medie almeno. Dove a poche ore all’ingresso nelle scuole senza mense, non si sa, non è dato sapere neanche ai genitori, se il tempo pieno si farà, se si uscirà, come ha ipotizzato qualcuno alle 13,30, se si mangerà un panino o un pranzo al sacco.
Le chat dei genitori impazzano tra ipotesi, improperi e le schermaglie dell’amministrazione comunale che quasi a giustificare questa grave, annunciata, inaccettabile interruzione di pubblico servizio (per il quale qualcuno ha intenzione di presentare un esposto), fa girare la delibera di giunta approvata quattro giorni fa (e non ancora pubblicata). Una delibera di indirizzo, come quella che fece a fine dicembre del 2014 l’amministrazione Ranalli (rimasta evidentemente inevasa) e nella quale si dà mandato agli uffici di predisporre una gara d’appalto sopra soglia. Una gara vera, insomma, che vale almeno un milione e mezzo di euro e che potrebbe così permettere il confronto con il mercato. Perché finora, negli ultimi quattro anni questo non è stato, con il monopolio del servizio affidato e riaffidato, concesso e prorogato, alla Coselp. Contro ogni logica di legge.
Una gara “verde con servizi a ridotto impatto ambientale” con decorrenza a partire dall’anno scolastico 2018/2019. Per il momento insomma non se ne parla. E da qui a giugno qualcuno o qualcosa provvederà.
L’indirizzo pone la gara come obiettivo strategico e prioritario, nel Comune dove l’ordinaria amministrazione è diventata straordinaria se non un miracolo. Il bando dovrà essere pronto a febbraio, per essere operativo da settembre. Ma gli annunci sono stati troppi e tutti disattesi, per essere presi sul serio.
Più impellente e incerto appare il destino del servizio a partire da gennaio. Perché la Iommi ha annunciato di voler procedere con un’altra gara sotto soglia per coprire il periodo fino a giugno, ma così non potrà essere perché cinque mesi di mensa superano di molto la soglia di legge per una garetta. E allora forse si farà una gara per tre mesi e poi ancora un rinnovo, una proroga, sempre nelle more della gara che si attende da quattro anni. E sempre che nel frattempo la Centrale unica di committenza, necessaria per procedere con gli atti, si sia ricostituita nel frattempo.
Tra annunci, delibere, intenti e indirizzi, intanto, domani e fino all’inizio delle vacanze di certo nelle scuole elementari e medie il servizio mensa non sarà svolto.
Questo è quanto, il resto sono problemi delle famiglie.

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