Ricapitoliamo

Proviamo a fare il punto della situazione: il principe Azzurro non esiste, la principessa Rosa neppure e nel castello nessuno vorrebbe abitarci.

Immaginate il gran dispendio di denaro nel pagare manutenzione, utenze, Irpef, Imu e Tari per un simile immobile di lusso e quanta fatica nel provvedere alle pulizie quotidiane di un intero palazzo reale.
Tutto il giorno ad aspirare polvere da chilometri di tappeti, lucidare chili di argenteria, togliere il guano dei merli dai merli e, dopo tutto questo lavoro, subire pure l’invidia dei vicini di casa, vivendo nel terrore di poter essere derubate, oppure rapite e recluse in una torre, con l’unica speranza di salvezza riposta in un tizio con i leggings celesti e una piuma sul cappello. Che brutta sorte!
La cosa fantastica è che, pur non esistendo né il principe Azzurro né la principessa Rosa, la fiaba esiste eccome.

Purtroppo non è facile riconoscerla in questa telenovela a episodi che è la vita, in cui la scritta “to be continued” appare, alla fine di ogni giornata, non tanto come speranza per il domani, quanto come monito a non abbassare mai la guardia in vista di improvvisi colpi di scena.
Di sicuro non rischiamo di morire di noia, nonostante le nostre giornate siano caratterizzate da sbadigli troppo intensi da poter essere trattenuti e dal tran tran che transita troppo tranquillo. L’elemento sorpresa è sempre in agguato, anche nei periodi più rilassati. Spesso si palesa dentro una busta nella cassetta postale, ma potrebbe anche bussare alla porta, cadere dal cielo o svegliarci con una telefonata nel cuore della notte.
Solo al termine della nostra esistenza scopriremo se il lieto fine davvero c’è stato e quindi se di fiaba si è trattato. Ora è presto per dirlo, è inutile trarre le conclusioni di qualcosa che non si è ancora compiuto.
Orbene, ricapitoliamo: la fiaba può esistere, principi e principesse no, il castello non lo vogliamo, pericoli e antagonisti abbondano e gli incantesimi solo per chi ci crede.
Non a tutti è concesso vivere una fiaba, ma ogni singola vita è una favola, intesa come racconto da cui trarre un insegnamento.
Ognuno di noi, narrando la propria storia, rivive una serie di cose belle, cose orribili, cose giuste, cose sbagliate, cose relativamente opinabili, cose che, pur non essendo cose, abbiamo dovuto trattare come tali, cose di cui avremmo potuto fare tranquillamente a meno, cose che solo per quelle varrebbe la pena rifare tutto da capo, a partire da quell’antico “C’era una volta”, che sembrava il preambolo di soli fatti belli.
E se il lieto fine non c’è stato, non c’è stata neanche una brutta fine, perché nulla è terminato, visto che siamo ancora vivi.
Puntiamo ad essere felici PER ORA: il PER SEMPRE, se vuole, ci sarà e ci troverà qui ad attenderlo. Anche ora.

gRaffa
Raffaella Di Girolamo

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