Ricordi “differenziati”

Riceviamo e pubblichiamo dall’architetto Gaetano Rocco Pagone un racconto d’altri tempi:

“Oggi 02 gennaio 2018 è iniziata, per l’intera città di Sulmona, il ‘porta a porta’ della raccolta differenziata. Nella piena coscienza che un’epoca è passata e, affinchè resti nella memoria dei nostri figli sento di dover raccontare:

nella nostra città di Sulmona c’era D’Antino Settevendemie Filippo alias ‘STUZZIT’ così soprannominato per il vezzo di scambiare con gli amici, quando giocava sul piazzale della tomba, la sua merenda (una fetta di pane e olio) con uno ‘STUZZIT’ (cantuccio del filone di pane anch’esso condito di olio); a cavallo degli anni trenta, periodo nero dell’economia, ebbe l’intuito di iniziare, in un piccolo fondaco di via della Cona e un piccolo appezzamento di terreno preso in affitto in località ponte dei canali, la raccolta Differenziata che fu portata avanti insieme ai figli Giuseppe, Aldo, Gino, Pietro (cognato di Giuseppe) ed alcuni operai; ritiravano e separavano di tutto ossa di animali, stracci, carta, cartone, plastica, metalli diversi – Rame, Ottone, Zinco, Stagno, Alluminio ecc., per conferirli, dopo un’accurata selezione, alle aziende di trasformazione. Smontavano vecchi autoveicoli per recuperare pezzi di ricambio di ogni genere ed inviavano ciò che era deteriorato, alle fonderie; in ogni famiglia si stava attenti a non gettare nulla ed a separare quei materiali che conferiti a ‘Stuzzitt’ venivano ricompensati con il valore commerciale del momento. Noi ragazzi, soprattutto nel periodo estivo e quando le scuole erano chiuse, ci davamo da fare girando dappertutto per recuperare i citati materiali. Bonificavamo cantine ma anche l’area del poligono di tiro delle marane raccogliendo i bossoli esplosi di ottone. Era per noi una piccola fonte di ‘reddito’ che ci consentiva in estate di non pesare sui magri bilanci familiari ed avere l’opportunità di andare al cinema o comperare un gelato a ‘Mattiuzz’.

‘Mattiuzz’ era un caro vecchietto che, ogni estate, di origine venete e con il suo carretto girava in città vendendo gelati di sua produzione. Una volta acquistato con dieci lire il gelato confezionato in un cono, la cui cialda era croccante e dolce, spezzavamo il ‘culetto’ dello stesso e chiedevamo al vecchio gelataio di metterci su un altro po’ di gelato. E’ bello ricordare il sorriso di ‘Mattiuzz’ che, non solo non si rifiutava di aggiungerlo, ma ci chiedeva anche il gusto che desideravamo.

In materia di raccolta differenziata ricordo altri simpatici personaggi:

‘Paulett’ uomo robusto che spingeva il suo carretto di quartiere in quartiere e che, con il suo timbro di voce spaventava i bambini quando gridava ‘o Cinciaro o Piattaro’ (raccolgo stracci cenci e riparo piatti e stoviglie). Le massaie gli portavano stracci, metalli di ogni genere. Lui permutava tale merce, in proporzione al materiale consegnatogli, in cambio piatti e stoviglie nuove, spingule francesi, e riparava, dietro compenso, piatti e stoviglie rotte; ‘Assunta cannone’ donna bassa e grassa che portava in bottiglia di vetro direttamente nelle case il latte appena munto ritirando la bottiglia del giorno precedente. Non c’erano Tetrapac, bottiglie di plastica ecc.; ‘Baldini’, operaio milanese della società Pastorino che raccoglieva quel che restava dei rifiuti. Puntualmente ogni mattina passava per le case e quando non trovava nulla, suonando il campanello, gridava con il suo accento milanese ‘Me ne vado?’. Ciò che raccoglieva era conferito in località Noce Mattei alla discarica rifiuti della Pastorino ove i rifiuti venivano trasformati in fertilizzanti.

Il più delle volte, per la sua simpatia e disponibilità, veniva invitato ad entrare in casa e, come ad uno di famiglia, veniva offerto in estate una bibita fresca fatta in casa o un buon bicchier di vino in inverno.

La pasta che veniva acquistata nei negozi di generi alimentari, veniva avvolta in fogli di carta gialla che conteneva materiali naturali che accuratamente conservata per avvolgervi dell’altro veniva bagnata ed usata per sgonfiare i ‘bozzi’ che si facevano i ragazzi cadendo.

Era il modo di fare raccolta differenziata in un’epoca dove il fenomeno in crescita del consumismo per i suoi risvolti sull’ambiente era sotto controllo.

La cultura del non sprecare e del non inquinare era patrimonio di tutti”.

 

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