Rifiuta la carta d’identità agli immigrati, il Comune a giudizio

Si è rifiutato di iscrivere all’anagrafe i migranti ospitati nel centro di accoglienza ubicato sul territorio comunale, per questo il Comune di Pettorano sul Gizio dovrà comparire davanti al giudice del tribunale di Sulmona Daniele Sodani il prossimo 11 dicembre. A citarlo sono stati nove richiedenti asilo che si sono visti negare il rilascio della carta d’identità e quindi l’iscrizione alle liste dell’anagrafe. Un diniego motivato, sostiene il Comune, dall’applicazione del cosiddetto Decreto sicurezza (il 113/18), la cui interpretazione in senso ristrettivo tuttavia è stata finora bocciata da diversi tribunali italiani, dieci per la precisione con l’ultima sentenza emessa dal tribunale di Messina lo scorso 7 novembre.


“Il Decreto sicurezza, al di là dei ricorsi incidentali per incostituzionalità, non dice che il Comune deve o può rifiutare l’iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo internazionale – spiega l’avvocato degli immigrati, Marino Tarantino dello Studio Cimini e Costagliola – ma elimina semplicemente l’automatismo dell’iscrizione. Negare l’iscrizione all’anagrafe costituisce una ingiustificata compressione dei diritti di residenza delle persone” che, come hanno già stabilito altri giudici italiani, viola gli articoli 3 della Costituzione, l’articolo 2 del Protocollo IV della Cedu e l’articolo 12 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, ponendosi peraltro in contrasto con “le esigenze di controllo sociale e sicurezza che proprio il legislatore si proponeva di perseguire”. Tant’è che il caso rischia di finire oltre che davanti alla Corte Costituzionale, anche davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (con tutto ciò che questo comporta anche da un punto di vista economico).


Ma il sindaco Pasquale Franciosa è deciso ad andare fino in fondo e l’altro giorno con delibera di giunta ha nominato un avvocato, Maria Domenica Tornifoglia, per opporsi al ricorso in tutte le sedi.
“Non essere iscritti all’anagrafe comunale – spiega Chiara Maiorano dell’associazione Ubuntu – comporta tutta una serie di limitazioni discriminati nei confronti dei richiedenti asilo. Ad esempio non agevolano la loro integrazione perché non possono iscriversi ai Centri per l’impiego, non possono aprire un conto corrente in banca, non possono iscrivere i propri figli alla scuola dell’infanzia o all’asilo nido e gli viene negato l’accesso a servizi essenziali, come la sanità, perché, pur nella titolarità di un permesso di soggiorno legittimo, sono privi di residenza. Dopo l’approvazione del Decreto sicurezza – continua Maiorano – come Ubuntu abbiamo inviato formalmente una lettera al Comune di Sulmona per invitarlo a concedere legittimamente l’iscrizione anagrafica ai richiedenti asilo e devo dire che finora non ci sono stati mai problemi. Ci preoccuperemo di inviare la stessa informativa anche al Comune di Pettorano sul Gizio”.

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