Rifugiati senza scuolabus, il Comune chiede aiuto al prefetto

La delibera della giunta di Sulmona di assegnazione di sette alloggi del Contratto di Quartiere ai rifugiati ucraini di qualche giorno fa, servirà probabilmente ad alleggerire il carico, ma il problema del trasporto pubblico, o meglio di quello scolastico, per chi scappa dalla guerra d’Europa resta.

Sono infatti una ventina, diciannove per l’esattezza, i ragazzi e ragazzini che da quando è iniziato l’anno scolastico non sanno come arrivare in classe.

Il servizio di scuolabus che il Comune di Sulmona ha esternalizzato ad una ditta privata, infatti, non collima con gli orari misti delle lezioni che i ragazzi fanno tra Dad con l’Ucraina e scuola in presenza a Sulmona. Così spesso gli studenti non hanno un mezzo per raggiungere l’Hotel Manhattan dove sono state sistemate la maggior parte delle famiglie in fuga dalla guerra.

Tra questi c’è anche chi frequenta le scuole materne e primaria di Campo di Giove, ma anche per quelli che frequentano le scuole sulmonesi il disagio è enorme.

Si tratta di quattro bambini che frequentano le materne (la Di Nello in particolare), otto alle primarie e sette alla scuola media Ovidio. Edifici scolastici non a distanza pedonale, insomma, che possono essere raggiunti solo con mezzi di trasporto.

Per coprire l’estensione del servizio, la ditta aggiudicataria dell’appalto ha chiesto la non irrisoria cifra di 77 euro al giorno che, considerando che alcuni frequentano anche il sabato, fa circa duemila euro al mese.

Soldi che il Comune di Sulmona non ha previsto in bilancio: per questo l’assessore ai Trasporti Attilio D’Andrea ha interpellato il prefetto, per capire cioè se, oltre a pagare l’ospitalità ai rifugiati, lo Stato può farsi carico anche del loro trasporto a scuola.

“Si tratta di un servizio essenziale e non aggiuntivo – spiega D’Andrea – per questo ci auguriamo che il prefetto si determini a coprire le spese del loro trasporto in particolare per chi usa lo scuolabus, essendo invece il passaggio sul trasporto pubblico locale già garantito gratuitamente da una legge nazionale. Ma se in quest’ultimo caso comunque i bus passano secondo orari e tragitti già definiti, diverso è per lo scuolabus che è stato esternalizzato ad un privato che, a fronte di un’estensione del servizio, ora chiede anche un maggiore compenso”.

L’accesso a scuola, d’altronde, è tra le priorità nel protocollo di accoglienza dei profughi e come tale ne va garantito, in un modo o nell’altro, non solo l’accesso, ma anche il trasferimento.

1 Commento su "Rifugiati senza scuolabus, il Comune chiede aiuto al prefetto"

  1. Guerre di serie A e guerre di serie B | 4 Ottobre 2022 at 07:34 | Rispondi

    Ospitati a Sulmona e a scuola a campo di giove? Non capisco il nesso.

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