Rimboschimento, anche Pratola dice no

La resilienza dell’ecosistema, questa la scelta del comune di Pratola Peligna che dice no al rimboschimento.
Dopo la seduta consiliare di Sulmona, di ieri, che si indirizza contro la Regione, anche Pratola specifica la sua posizione, nella riunione di maggioranza è infatti emersa la volontà unanime di contrarietà alle ipotesi di rimboschimento, anche nella previsione normativa della deroga alle disposizioni che ne disciplinano tempi e modi.
Un “no” netto, “riteniamo che sia indispensabile evitare di imporre dinamiche ecologiche, le conifere resinose utilizzate nelle operazioni di rimboschimento, che potrebbero mostrare una certa vulnerabilità a nuovi attacchi degli incendi. Rileviamo in aggiunta, e non ci pare aspetto secondario anche se calato al di fuori degli aspetti scientifici, che bisogna contrastare con forza, e dissuadere, quanti sono interessati in maniera fraudolenta agli appalti post-incendio legati alle operazioni di rimboschimento” spiega la Di Nino.
Proprio in virtù di questo, c’è il perseguimento da parte dell’amministrazione dell’ideale biodiversità forestale con predominanza di specie autoctone “va affidato alla sola Resilienza Ecosistemica”. “L’intervento antropico non può sostituirsi a tali dinamiche ma deve a nostro giudizio limitarsi solo a favorire la sostituzione del bosco di conifere che non si trova nel proprio habitat e a contrastare i rischi ambientali, primo fra tutti il rischio idrogeologico, conseguenti all’incendio”.
 A lavoro per programmare, sottolineano, da subito, un piano di investimenti sul monitoraggio scientifico della montagna, che investa le Università, botanici esperti e reti di competenze.
Il 13 settembre, mercoledì prossimo, ci sarà una riunione del Governatore Luciano D’Alfonso negli uffici della Regione a Pescara, un incontro con i sindaci dei comuni maggiormente colpiti dagli ultimi incendi, che ruoterà attorno alle ipotesi di rimboschimento e manutenzione coordinata delle aree di montagna devastate dalle fiamme
“Non essendo stato possibile convocare, prima del 13 settembre, un Consiglio Comunale straordinario dedicato all’emergenza Incendi, perché le fiamme sono state domate solo due giorni fa, siamo a chiedere ai gruppi consiliari di opposizione di accogliere e recepire la posizione di contrarietà espressa dalla maggioranza, in maniera da rappresentare nell’incontro di mercoledì prossimo la volontà dell’intera assise civica del Comune di Pratola Peligna ” conclude nella nota la Di Nino

3 Commenti su "Rimboschimento, anche Pratola dice no"

  1. Ottima la visione tecnica del Sindaco di Pratola per il dopo incendio. Io ho definito, oltre 10 anni fa, la distesa di conifere alle falde del Morrone ed i coltivi abbandonati una autentica polveriera. Evitiamo ora di ripetere gli stessi errori. Lasciamo che la natura faccia il suo corso. Lo farà sicuramente in tempi più brevi dell’intervento umano.

  2. Kevin Cianfaglione | 9 Settembre 2017 at 19:39 | Rispondi

    Non vorrei pero’ che questo voglia dire pagare ancora un sacco di soldi a delle imprese, per fare altri tagli inutili e dannosi, come si è fatto fin ora. Comuni e Parco mi sembra siano risuciti solo a far fare tagli assurdi e costossimi a delle ditte, vietando invece, nel contempo, sempre peretntoiamente, le iniziative puntuali dei locali, che non avrebebro destrutturato il bosco. Se si procedesse con il togliere gli alberi caduti, o seccati dalle fiamme, o nel cancellare le pinete rimaste, sarebbe fare peggio di un incendio. Senza capire l’intersse ecologico e storico culturale di tali fomazioni. Anzi se si definissero delle aree da tenree pulite e da gestire per la fruibilità, esse potrebebro essere propio pinete da lasciare come tali e alla gente. Non alle ditte. Molte imprese hanno fatto interventi costosi sul morrone che non sono serviti a nulla, almeno non alla gente del posto e non alla montagna. Non sono serviti contro gli incendi e ne per favorire la vegetazione autoctona. Lasciamo dunque fare alla natura anche in questi casi. Anche per evitare che si possa continuare ad incendiare per poter tagliare prima o nel post incendio. Quei pini neri sono pini neri autoctoni e rari della varieta italica. Pino di villetta Barrea e Fara S Martino per intenderci. Non immondizia, ma ignoranza casomai. Molte altre conifere sono in via d’estinzione nel loro habitat d’origine e li si rinnovano da sole…. e via discorrendo. Pinete piu importanti dei pregiudizi che possiqmo qverne contro per xenofobia vegetale.

  3. contrastare con forza, e dissuadere, quanti sono interessati in maniera fraudolenta agli appalti post-incendio legati alle operazioni di rimboschimento” ?? Cosa significa ??

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