
Se non ci saranno passaggi al Consiglio di Stato, il legislatore regionale si dovrà confrontare con i nuovi criteri che lo Stato è chiamato ad adottare. Torna sul tema delle energie rinnovabili il Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua dopo la sentenza di ieri del TAR Lazio sulle aree idonee/non idonee per eolico e fotovoltaico. “Per i giudici – spiegano dal Forum H2O – lo Stato poteva devolvere il potere pianificatorio alle regioni ma avrebbe dovuto dettare criteri tecnici per un’applicazione omogenea della legge sul territorio nazionale”. Con la conseguenza, per i giudici amministrativi, che “le aree non idonee, pur essendo definite incompatibili dal legislatore, non sono in radice sottratte al posizionamento di mega impianti da rinnovabili”.
Di fatto, continuano gli ambientalisti, con la sentenza di ieri il TAR Lazio ha censurato in varie parti sostanziali il decreto del 2024 con cui lo Stato assegnava alle regioni la pianificazione delle aree idonee e non idonee dove localizzare gli impianti industriali per la produzione di energia rinnovabile. Una sentenza che “da un lato ha ritenuto legittima la devoluzione alle regioni del potere pianificatorio, anche con lo strumento della legge regionale e dall’altro ha bocciato il decreto nella parte in cui non ha previsto criteri generali attraverso i quali le regioni avrebbero dovuto assicurare un’applicazione omogenea a livello nazionale dei principi contenuti nel decreto stesso”. Motivo per il quale il TAR ha assegnato 60 giorni di tempo al ministero dell’ambiente per formulare questi criteri. Rimettendo alle Regioni “il compito di riformulare, o formulare, visto che molte non avevano ancora legiferato al contrario dell’Abruzzo le leggi regionali rispettando questi nuovi criteri”. Ma cè un altro punto della sentenza ad attirare l’attenzione del Forum H2O, “quella in cui i giudici bacchettano le aziende quando vorrebbero avere mano libera per massimizzare i profitti localizzando a loro piacimento i progetti ma al contempo si spingono ad un’interpretazione delle aree non idonee quanto meno bislacca, di fatto sostituendosi al legislatore”. Quello stesso legislatore che aveva definito alcune aree “incompatibili” per gli impianti suscitando la reazione delle aziende che avevano chiesto di bocciare il punto del decreto circa l’incompatibilità. E i giudici, continuano dal Forum, “rigettando il motivo di ricorso di fatto sono andati oltre e hanno fatto un favore ancora più grande alle società sostenendo che l’incompatibilità e la non idoneità in realtà non sono da considerarsi come dei veri divieti”. Questo vuol dire, per i giudici, che anche nelle aree non idonee “incompatibili” si possono proporre progetti; un pò come dire, continuano dal Forum “si decide di volta in volta. Le aziende devono solo sapere che ci sono alte probabilità che il progetto verrà respinto”. Parole preoccupanti per il Forum H2O che a questo punto si domanda “ci dovremmo aspettare qualche progetto di fotovoltaico anche a Campo Imperatore o di eolico alla Camosciara nei cuore dei parchi nazionali?”.
Nella stessa sentenza il TAR ha poi rigettato il ricorso delle aziende che contestavano la legittimità di poter prevedere come aree non idonee anche le zone sottoposte a vincolo paesaggistico per la presenza di panorami di particolare bellezza e per l’esistenza di centri storici di particolare pregio, “sono i famigerati punti c) e d) del codice dei Beni Culturali che la Regione Abruzzo non ha voluto inserire tra le aree non idonee”. Sui siti Natura2000 e nelle aree protette i giudici, bocciando il decreto, sottolineano che “ad esempio, non sono stati previsti criteri di valutazione tarati sulla tipologia di fonte rinnovabile e/o sulla taglia dell’impianto, non sono stati previsti criteri per valutare le situazioni di concentrazione di impianti FER nella medesima area ovvero di interazione con altri progetti o programmi, né sono stati previsti criteri per apprezzare adeguatamente specifiche aree, quali i siti Rete Natura 2000, le aree naturali protette, quelle caratterizzate da dissesto e/o rischio idrogeologico, ecc.” Quindi, aggiunge Forum H2O, “si sostiene la centralità della questione, cosa che il consiglio regionale non aveva inteso fare assicurando una protezione rafforzata a questi siti”.
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