Ritiro a sbafo a Roccaraso, condannato amministratore del Trani

Due settimane di ritiro, trentasei persone a dormire, bere e mangiare e, alla fine, un assegno cosiddetto cabriolet, cioè non coperto da fondi in banca.
Il tribunale di Sulmona ha condannato Pasquale Abruzzese, ex amministratore del Fortis Trani calcio, alla pena di quattro mesi e mezzo di reclusione e ad un risarcimento danni da quantificare in separata sede.
Anche se il danno è già in parte scritto nella fattura da 23.700 euro che avrebbe dovuto saldare nell’agosto del 2012, quando i biancazzurri, allora militanti nel campionato di serie D, scelsero Roccaraso per prepararsi al campionato.
Per questo dal 30 luglio al 12 agosto furono ospiti, nel vero senso della parola, degli alberghi Iris e Petit Fleur dei Colecchi (difesi dall’avvocato Dino Di Donato), i quali si prodigarono anche per trovare il campo e gli spazi per permettergli di allenarsi come si doveva.
Oltre ad Abruzzese, erano finiti sotto processo anche il direttore generale Ciccarone, il direttore sportivo Strianese e il membro dello staff sportivo Amatruda, tutti assolti, questi ultimi, perché non avevano responsabilità sull’insolvenza fraudolenta e la truffa riconosciute nel capo d’imputazione.
Il ritiro a Roccaraso, però, non portò fortuna alla squadra pugliese che proprio al termine del campionato 2012/2013 si sciolse e retrocesse in Eccellenza arrivando penultima, tanto che l’anno successivo non si iscrisse neanche al campionato. Un ritiro in meno da fare.

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