Runner aggredito dall’orsa, Sammarone: “Bisogna seguire il protocollo”

Continua a tenere banco la tragedia avvenuta in Trentino, dove il runner Andrea Papi è stato aggredito, e ucciso, dall’orsa Jj4. Un plantigrado recidivo, che già nel 2020 aggredì due cacciatori tra i boschi del Monte Peller. Sul caso si era già espresso il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Luciano Sammarone. . “Non è giusto uccidere un orso – ha spiegato Sammarone all’Ansa-, ma è necessario per rispettare quel patto di convivenza in un posto dove gli orsi non erano più abituati a stare. Non mi permetterei mai di mettere in discussione la vita di un orso, ma un orso su 100 non fa la differenza soprattutto su una popolazione che in 25 anni da zero è passata a cento”.

Parole che hanno suscitato la risposta dell’attivista Augusto De Sanctis, che nella mattinata di oggi ha inoltrato una Pec al direttore del Parco. De Sanctis, che ha pubblicato il contenuto del messaggio sul proprio profilo Facebook, contesta a Sammarone il fatto di essersi espresso su una vicenda lontana dall’incarico che ricopre. “Sarebbe, altrimenti, come dire – scrive De Sanctis – che il direttore di qualsiasi area protetta alpina volesse esternare, dalla carica a cui è stato destinato, sulle modalità di gestione da parte del Parco d’Abruzzo di Carrito in Abruzzo”.

Immediata la replica del direttore del Pnalm, intercettato dalla nostra testata. “Sono due situazioni diverse – commenta Sammarone -. Io ho combattuto per avere Carrito libero. E Carrito è morto da orso libero. Qui, invece, parliamo di una popolazione di 110 orsi e un protocollo da rispettare. Come De Sanctis è libero di esprimere la propria opinione, il direttore del Parco ha il diritto di rappresentare il proprio parere in merito a una vicenda delicata. Bisogna guardare a entrambe le popolazioni: quella umana e quella dell’orso. Jj4 potrebbe essere il capro espiatorio per riportare la calma. Poniamo il caso dovesse riaccadere una simile tragedia tra diversi anni: chi si assumerà la responsabilità?”

Sammarone, inoltre, precisa in merito all’attuazione del protocollo: “Io ho parlato di rimozione. Certo, una rimozione che permetta all’orsa di vivere con dignità. Ovvero in un’area recintata abbastanza grande. Se dovesse finire in una lager, in un recinto troppo piccolo non consono agli standard di queste creature, sarebbe una scelte più umana abbatterla. Il protocollo d’altra parte è chiaro. E’ lo stesso protocollo la garanzia che hanno avuto i cittadini trentini per accettare questa sfida. Un orso in più o un orso in meno per quella popolazione non fa la differenza. Discorso diverso per l’orso bruno marsicano, una sottospecie ancor più rara”.

“Quando è stato fatto il progetto Life Ursus che prevedeva la reintroduzione degli orsi nel Trentino – aveva spiegato Sammarone all’Ansa – vennero definiti una serie di protocolli e procedure: ad ogni circostanza corrispondeva un’azione. Per esempio: l’orso entra in un pollaio una volta, non succede niente, l’orso entra in un pollaio dieci volte, si procede alla dissuasione, l’orso aggredisce le pecore, si procede agli indennizzi. Dentro questo protocollo, il Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali (Pacobace) c’è una delle azioni che prevede il caso in cui un orso uccide una persona: l’orso deve essere rimosso. È accaduto questo e questa previsione non era per cattiveria nei confronti degli orsi, ma a fronte di questa previsione i trentini hanno detto, ‘ok, ci sta bene’. Ora non è giusto uccidere un orso però se prevedi questo all’inizio, come se fosse una sorta di contratto, a fronte del verificarsi dell’evento non puoi non dare seguito a quella previsione”.

14 Commenti su "Runner aggredito dall’orsa, Sammarone: “Bisogna seguire il protocollo”"

  1. DiRokluzengar | 17 Aprile 2023 at 19:06 | Rispondi

    Prima o poi ci scappa il fattaccio pure qui in Abruzzo….. fino ad adesso ci è andata bene.

  2. RUNNER? Chi è costui? È sempre esistita gente che corre per boschi, per parchi cittadini, per i cigli delle strade, con l’intento di tenersi in forma o di allenarsi per qualche competizione: semplicemente si chiamavano “PODISTI” oppure “CORRIDORI”, qualche volta (a seconda del passo) “MARATONETI” o, genericamente, “ATLETI”.
    Poi è cominciata una corsa per cui più si usa o abusa della lingua inglese, più si è fighi o autorevoli! In pratica, una pandemia cerebrale che non ha risparmiato neanche la redazione de “il Germe”.
    Recentemente c’è stata una discussione in Italia circa la proposta di legge di un deputato di Fratelli d’Italia di multare i rappresentanti della Funzione pubblica che ricorrano, nei loro atti ufficiali, a termini o espressioni straniere (in genere inglesi) che possono esser tranquillamente rappresentati da un corrispettivo italiano (come appunto “runner”). Le pene previste possono arrivare fino a centomila euro.
    Ecco, estendendo l’ammenda ai mezzi di comunicazione, si potrebbe condannare la redazione de “Il Germe” a una multa di 100.000 euro da bonificare (magari a scelta della redazione stessa) a favore di uno dei due fondi:
    1) Fondo per la ricostruzione post-terremoto del capoluogo regionale;
    2) fondo per la riapertura ai voli civili e commerciali dell’ “Aeroporto dei Parchi – Giuliana Tamburro” di Preturo.
    In entrambi i casi la causa sarebbe benefica, rendendo più digeribile la multa a colui (o coloro) cui viene comminata.

    • Valerio Di Fonso | 17 Aprile 2023 at 19:54 | Rispondi

      Mingaver, siamo nel 2023. L’italianizzazione di toponomastica, cognomi e parole non italiane appartiene al 1922, e fu fortemente voluta dal regime fascista. Visto che siamo cittadini del mondo e non ci sentiamo affiliati a questo becero e arcaico strumento di propaganda nazionale e strumentalizzazione della lingua, utilizziamo termini inglesi ma comprensibili a tutti. Dal lettore meno istruito fino al madrelingua della Terra d’Albione.

      Have a good evening.

    • Rieccola nuovamente con uno dei suoi “commenti dai contenuti fuori tema ad indirizzo unico” rispetto al proposto servizio, che nulla aggiunge ma tanto toglie.

  3. E ‘mo basta! | 17 Aprile 2023 at 21:24 | Rispondi

    Gentile mingaver, il giorno successivo a quello della proposta da parte di un parlamentare di sanzionare gli anglicismi, la premier ha promosso il liceo del “Made” in “Italy”. In un sol colpo, ben duecentomila euro di sanzione! La invito a rivolgersi a costei per foraggiare il suo aereoporto per aquiloni

  4. Signor Mingaver, ormai in tutto l’Abruzzo, sanno che per la sua città non c’è bisogno di chiedere soldi al Germe, ne arrivano comunque in abbondanza. Lei potrà trovare questo divertente, del resto, ognuno si diverte come può. Nel resto d’Abruzzo invece, i cittadini che hanno a che fare con trasporti, sanità, istruzione, i ragazzi che devono fuggire per trovano lavoro, gli abitanti di città e paesi che si svuotano e muoiono lentamente, invece no, quelli non si divertono proprio.

  5. Per trovare…

  6. Gentile Paola, per avere questa pioggia di denaro a senso unico la ricetta è semplice.
    Ma ci vuole un sisma, tanti lutti, uscire di casa e vivere altrove per anni ed anni ed altre amenità del genere. E poi affrontare la ricostruzione di una intera Città: case, scuole, monumenti, luoghi di lavoro e di aggregazione ecc ecc ecc. Gli aquilani non sono stati a guardare e ce l’hanno fatta egregiamente, certo con l’aiuto di tutta la nazione, e vorrei pure vedere.
    Ma veda un po’ lei se le conviene….

  7. Gentile Claudio, rispetto l’Aquila, una bellissima città, contro cui non nutro alcuna avversione. Scrivendo che non rispetto i lutti, sulla base del commento precedente, forse è lei che non rispetta il mio pensiero . Il dolore di quella città e degli Aqulani, è stato una ferita profonda per i Sulmonesi e i soldi per la ricostruzione sono sacrosanti. Penso che scritto così, sia più comprensibile. Il sindaco dell’Aquila ama giustamente la sua città, come io amo la mia, e ne conosco le costanti spoliazioni avvenute nel tempo. Diciamo che per consentire a una città di crescere bisogna aggiungere e non togliere. E se non vogliamo prenderci in giro, diciamo che in Italia per ottenere questi risultati, bisogna che ci sia volontà politica. Non neghera’, che in questo particolare momento storico, c’è molta “premura” verso la sua città e che si stanno aprendo uffici, scuole, firmando protocolli, e va benissimo così, e ci sono anche ingenti fondi che non sono esattamente per la ricostruzione, e va benissimo così, però per favore, non mi venga a dire che è per il sisma o la laboriosità, altrimenti è lei che offende l’intelligenza degli abruzzesi. A mio modesto avviso, se si vuol far crescere l’Abruzzo in maniera un po’ più uniforme, è questo il momento di pensare a opere più importanti, così come trovo giusto occuparsi anche di questa città e questo territorio che invece sembra essere sparito dal radar del presidente di regione. Eppure, ci troviamo in Abruzzo anche qui. Inoltre, un’ ultima considerazione, diciamo che anche da queste parti, a causa del terremoto non dormiamo sonni tranquilli e in case sicure, eppure ai tempi, non venimmo inseriti nei benefici inerenti al cratere sismico, ma tant’è… forse Letta e il buon Vespa erano più simpatici rispetto a Scelli e alla Pelino…

    • Non si rientra nel cratere per simpatie, ma per dati oggettivi. E quelli purtroppo hanno riguardato decine di comuni grandi e piccoli nelle province AQ e TE.
      Basta fare una visita in uno di questi per capire e ringraziare di non farne parte.
      Cordialità.

      • È superficiale ridurre il tutto al solo evento sisma.
        Prima del catastrofico evento non è che era diversa la situazione, e il diverso trattamento riservato fra comuni in ambito “provinciale e regionale” è vecchia storia… e non sempre oggettiva, una storia che si ripete; ma forse la si nota solo da chi langue e non da chi comunque cresce e con qualunque titolo esso sia stato ottenuto.

  8. Immagino… Si ,in qualcuno di quelli vicino Sulmona tipo Popoli, Bussi, Torre de Passeri, sono andata. Cordialità a lei.

  9. Signor Temp, lo sappiamo che è così da tanto, è il momento storico che fa la differenza per cambiare. Ci sono tanti soldi e tante opportunità, bisogna usarli con equità, buon senso, logica e studio, per far crescere tutta la regione. Se la politica continua a essere miope, questa parte d’Abruzzo, che è più sofferente rispetto alle altre, lo dicono dati e riscontri oggettivi, non riuscirà mai a crescere. Se i nostri ragazzi non hanno opportunità né di studiare né di lavorare, la città continuerà inevitabilmente a decrescere e a diventare un deserto. Il cammino è già intrapreso da tempo, ma questo è il momento giusto per cercare di cambiare direzione. Sempre se quella volontà politica di cui parlavo, ci sia per tutti e non solo per qualcuno.

    • Signora Paola, immagino che per momento storico faccia riferimento ai fondi del PNNR, e credo di non commettere errore, ma al momento di equa distribuzione regionale ne ho vista ben poca poca mentre vedo il nostro territorio peligno sempre più in affanno.
      Certamente un riequilibrio e’ auspicabile e lo verificheremo a sua conclusione.

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