Saca, il mistero della sede

Sono passati quasi tre anni dalla passerella alla caserma De Amicis, quella che come salvatori della patria e del centro storico, gli amministratori unici di Cogesa e Saca, fecero nel marzo del 2018, annunciando possibili, probabili, imminenti trasferimenti degli uffici nella città antica. La promessa mai mantenuta della sindaca Casini di rivitalizzare il centro storico di Sulmona con servizi pubblici e funzioni, si è infranta però nel tempo e nei fatti. Mentre la guardia di finanza lasciava piazza Garibaldi per non farvi ancora ritorno, gli uffici tributi venivano trasferiti in via del Cavallaro e Cogesa decideva (con il voto favorevole proprio dalla sindaca maggiore azionista Casini) di acquistare l’ex stabile di Sviluppo Italia a gennaio del 2019. E la Saca? La Saca è rimasta lì dov’è, in uno stabile privato nel nucleo industriale dove prima c’era la Finmek, a pagare un affitto non da niente di 5,5mila euro al mese. 

Non che non siano mancati tentativi e annunci di trasferimento, almeno apparenti: prima nel bando congiunto fatto nel lontano 2017 con Cogesa, la farsa della De Amicis e poi, una volta che il collega Margiotta acquistava Sviluppo Italia, con un avviso pubblico che Luigi Di Loreto il 21 gennaio del 2019 dava mandato di fare per procedere ad un’indagine di mercato per la sola Saca. Tanto era urgente quel trasferimento, più volte reclamato anche dal consiglio di amministrazione in tempi recenti, che il Rup incaricato, Salvatore Zavarella, emanava l’avviso pubblico “per la ricerca di un immobile da adibire a sede legale/operativa di Saca” appena tre giorni dopo. Correva il 24 gennaio del 2019 e dopo due anni e oltre 120mila euro di affitti pagati, di quell’avviso urgente e improrogabile, non si è saputo più niente.

Eppure nel bando era specificato che l’offerente avrebbe dovuto consegnare l’immobile, così come richiesto, entro e non oltre 180 giorni dall’accettazione dell’offerta. A sottolineare il carattere di urgenza.

Ad oggi però non è dato sapere che fine abbia fatto quell’avviso, chi vi abbia risposto e cosa abbia offerto. Sembra in realtà che qualche offerta sia stata presentata entro il termine ultimo dell’11 febbraio del 2019, ma da allora “l’uomo del fare” non ha chiuso ancora la pratica.

Perché gli uffici Saca, che una volta si trovavano in centro storico, sono ancora lì, nell’ex fabbrica al nucleo industriale. A cinquemilacinquecento euro al mese. Pagati dai contribuenti, ovviamente.

3 Commenti su "Saca, il mistero della sede"

  1. Complimenti per l’articolo. Ancora una volta evidenzia in che maniera vengono usati i soldi di noi contribuenti:cause perse, affitti pagati a vuoto,bilanci in rosso da ripianare…che dire? Tanto sconforto…

  2. È chiara la volontà di spostare persone e attività dove si ha interesse.
    In futuro al centro si potrà acquistare qualche scatola di confetti e nulla più

  3. Prossimi uffici Saca nello stabile ex Ace? …😉😉😉

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