Server offline e con essi i servizi da erogare all’utenza. Il sistema informatico della Asl 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila rimane in stallo, a causa dell’attacco hacker subito nei giorni scorsi e che ha letteralmente mandato in cortocircuito l’azienda sanitaria locale. Così si apre il terzo giorno di blackout: neanche fosse il database della Cia.
Nella tarda serata di ieri il consigliere regionale del M5s, Giorgio Fedele, ha rivelato che o cyber criminali autori dell’hackeraggio avrebbero pubblicato sul “Deep Web” il referto di una ecografia ginecologica di una paziente.
Per gran parte delle criticità segnalate sono state trovate soluzioni. I pazienti che avevano già effettuato la prenotazione, e pagato il ticket, hanno avuto libero accesso in reparto.
Più complessa la gestione di chi ha dovuto sottoporsi alle analisi del sangue, attendendo i risultati. I pazienti, in questo caso, hanno dovuto chiamare il laboratorio analisi per ricevere le credenziali necessarie per conoscere i risultati, ricevendo “picche” come risposta e consultandosi con il Tribunale per i diritti del malato per capire se fosse necessario ripetere le analisi. Una carenza grave, dato che i risultati sono necessari per stilare un piano terapeutico. Bloccate le prenotazioni visite al Cup e il pagamento del ticket. Salvi, invece, i dati sanitari.
Una paralisi che tiene in scacco Sulmona e l’intera popolazione della Valle Peligna, così come il resto della provincia, nuovamente alle prese con quei disagi sanitari che da anni affliggono un comprensorio che conta sempre più disservizi. E dove, appunto, i pirati non sono solo quelli informatici, visto il continuo ed inesorabile depauperamento del servizio sanitario pubblico.
Proprio per questo motivo la manifestazione unitaria sulla sanità che si terrà il prossimo 13 maggio assume un valore maggiore. Nella giornata Mondiale per i Diritti del Malato, i cittadini peligni richiederanno a gran voce di avere una sanità accessibile a tutti. Non solo telematicamente. E non lo faranno in piazza, bensì nelle sedi istituzionali. L’evento si terrà nell’aula consiliare di Palazzo San Francesco, alla presenza di tutti i soggetti interessati ai temi sanitari: dai lavorati alle associazioni fino ai sindaci del territorio.
“Andremo a portare proposte, oltre che a segnalare le criticità – spiega l’avvocata Catia Puglielli del Tribunale per i diritti del Malato -. Ci sono molti problemi da risolvere, e non parlo solo della tac senza mezzo di contrasto. Parlo delle agende sanitarie bloccate o dei concorsi indetti senza che venga consegnato un crono programma. Chiederemo l’acquisizione della pianta organica dell’intero presidio ospedaliero. Sarà tempo per la politica di passare ai fatti, e non di sfilate e promesse come avvenne per i disagi al Cup lo scorso inverno. Vogliamo risposte e azioni, soprattutto”.
Inoltre, si metterà in moto un servizio di denuncia per i casi intramoenia. Numerose sono le segnalazioni di pazienti “scavalcati” da chi paga per ricevere le prestazioni sanitarie che, a norma di legge, possono essere effettuate solo fuori orario lavorativo.
Oggi, intanto, da risolvere c’è ancora l’accesso alla rete. Kgb e Cia permettendo.
Gli hacker, sì sì
Ma per avere un servizio sanitario appena appena sufficiente è necessario che i consigli comunali e provinciali interessati aspettano la giornata Mondiale dei diritti del malato per attrezzare la solita passerella ??
Le carenze e i disservizi quotidianamente, da anni, segnalati dagli organi d’informazione e puntualmente denunciati dal locale Tribunale del malato, nulla ha insegnato a TUTTI questi rappresentanti del popolo, molti di essi, da vari lustri in servizio permanente ?
Carenze che pesano soprattutto su chi NON può permettersi di rivolgersi al fiorente settore privato.
Solita sfilata di personaggi e solite chiacchiere, poi di fatto nulla cambia. Per le visite intramoenia non ci vuole molto a fare le verifiche.
” «una catastrofe» come sussurra un medico che chiede l’anonimato.
“Mentre l’azienda, nella sua unica, assai scarna comunicazione, ha parlato di «dati sensibili al sicuro», i pirati del Web, nella loro “rivendicazione”, sostengono il contrario, ovvero di avere tra le mani molte informazioni, tra cui quelle sui pazienti affetti da Hiv. E non solo. Il gruppo criminale dice anche di aver trovato nell’infrastruttura informatica dell’Asl 1 Abruzzo una «situazione di vulnerabilità sfruttabile», tale da permettere una massiccia sottrazione di dati. Con la minaccia della loro diffusione pubblica, online, se non dovesse essere pagato il riscatto. In tutto sarebbe stato trafugato materiale per 522 gigabyte.” (Il Messaggero).
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Devono cadere tante teste. Ma la Politica che fa? Silenzio assordante