Sanità, liste d’attesa infinite. Cavallari: “Un malato inguaribile, altro che modello da esportare”

Mentre il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, continua a sollecitare e incalzare le Regioni e le ASL italiane ad abbattere le liste d’attesa, in Abruzzo la situazione resta critica. A parlare sono i numeri che descrivono una situazione thriller: attese fino a 642 giorni per una colonscopia, 638 per una rettosigmoidoscopia, 438 per un’elettromiografia, 375 per una mammografia bilaterale, 346 per un’ecografia mammaria e 331 giorni per una prima visita endocrinologica.

Anche le prestazioni classificate come “brevi” (le classe B, per intenderci) vengono erogate oltre i 10 giorni previsti per legge, violando i limiti fissati dal Piano Nazionale di Governo delle Liste d’Attesa.

Il consigliere regionale Giovanni Cavallari, Capogruppo “Abruzzo Insieme”, punta il dito contro la giunta Marsilio. “Mentre il Ministro, consapevole del problema, si adopera tentando di rianimare un malato inguaribile, la nostra Regione racconta un’altra storia, tanto che l’assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì, e il presidente Marco Marsilio continuano a dipingere la sanità abruzzese come un modello da esportare. La realtà, però, è ben diversa: debito sanitario ormai strutturale, carenza cronica di personale, migliaia di prestazioni inevase e un ricorso crescente al privato”.

Cavalleri chiede l’attivazione immediata e trasparente del CUP unico regionale, già deliberato a giugno 2025 ma ancora non operativo. Inoltre, il consigliere sollecita un piano straordinario di recupero delle prestazioni arretrate, con fondi dedicati e personale aggiuntivo. “I cittadini abruzzesi – conclude – non possono più attendere. Hanno diritto a una sanità pubblica efficiente, trasparente e rispettosa della legge”.

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