
La montagnola dei rifiuti copre ancora la villetta rimasta in costruzione, da 23 anni con il cantiere sospeso e una vista decisamente non panoramica. A Santa Lucia, ormai, dopo più di due decenni la discarica abusiva, scaricata nottetempo nel 2002, da camion provenienti dalla Campania, era diventata parte del paesaggio. I rifiuti si erano quasi mimetizzati, con l’erbaccia cresciutaci sopra, nella campagna circostante: distese di campi coltivati a grano e aglio e alle spalle il monte Morrone.
Ora che la Edilcava di Napoli ha cominciato la bonifica è come se la ferita si fosse riaperta e sanguina veleni e soldi. Perché quello inferto al territorio peligno, in via Scocco nella frazione delle Marane, è un colpo durissimo per come è stato sferrato, per quanto è costato e costerà e perché alla fine i responsabili sono rimasti sostanzialmente impuniti.
Oltre quattromila metri cubi di rifiuti, cinquemila tonnellate di immondizia, che hanno devastato la zona pedemontana del Morrone e che, ora, sono stati rimossi solo in piccola, piccolissima parte.


La società napoletana che si è aggiudicato l’appalto del Comune di Sulmona ne ha estratte 600 tonnellate, 215 delle quali selezionate a recupero, il resto da conferire in discarica.
“Abbiamo proceduto con molta cautela – spiega il responsabile – perché non sappiamo esattamente cosa c’è lì in mezzo. Noi non abbiamo trovato materiale particolarmente pericoloso, se non qualche pezzo di amianto. Ma quello che c’è nel resto della discarica nessuno lo sa”.
Loro il lavoro lo hanno quasi finito: 600 tonnellate, appunto, che corrispondono ai 300mila euro della gara d’appalto. A fare i conti, però, per bonificare tutta l’area ci vorranno circa 3 milioni di euro, soldi che il Comune non ha.


In cassa, dopo aver acceso un mutuo, sono rimaste sì e no 150mila euro. Il resto dei soldi è da trovare.
Altro indebitamento pubblico, probabilmente, si spera con l’aiuto della Regione che ha inserito il sito tra quelli da bonificare. Ma a pagare per il momento è solo il Comune, che potrà rifarsi sui responsabili se solo fossero ancora esistenti. La società Ambiente che era proprietaria del sito quando quella notte i camion napoletani scaricarono con la scusa che fosse materiale per la produzione di energia per l’azienda agricola adiacente, è fallita. E l’amministratore, che al tempo era anche presidente del Cogesa, deceduto.
Il tribunale, d’altronde, ha imposto al Comune la bonifica e dopo ventitré anni era quasi ora che qualcosa si muovesse. Non sarà sufficiente, bene che va il secondo lotto al momento potrà finanziare la bonifica di altre trecento tonnellate. Ne restano migliaia da smaltire in quelle montagnole di immondizia alte quattro metri e che coprono un fronte ampio. Oscurano quella casa in costruzione, rovinano il paesaggio pedemontano, inquinano, chissà, aglio e grano.

Ormai non sappiamo e vogliano più difenderci da questa deturpazione costante del territorio.
Non sono un ambientalista, ma un semplice cittadino sconcertato da quello che sta accadendo in città nell’ultimo decennio (ampliamento discarica, realizzazione centrale turbogas , devastazione area santa rufina per inutile bretella ferroviaria, ecc.)
Ma chi doveva controllare ha controllato? Chi doveva indagare ha indagato? Ci sono state denunce? Che fine hanno fatto? I danni ambientali causati dalle attività illecite non dovrebbero gravare mai sulla comunità…chi inquina paga e chi non impedisce di inquinare avendo l’obbligo di impedire l’inquinamento paga assieme a chi ha inquinato…
Questa è opera della Camorra.
I proprietari del terreno non hanno visto. Nessuno ha visto i napoletani scaricare dai camion 600 ton di monnezza. Vi era accordo…? Ora paghiamo noi cittadini una ditta, guarda caso napoletana.
Io direi di prendere i rifiuti e riportarli nelle terre dei napoletani, è meglio…!!!
Quando la giustizia indietreggia, come ormai avviene normalmente tutti i giorni in Italia, il malaffare avanza.
Concordo pienamente, purtroppo.
Il desiderio di legalità, giustizia, severità, non si dovrebbe indirizzare e concentrare, solo verso alcune categorie di “cattivi”.
Ne esistono tante altre purtroppo.
E fanno danni enormi al Paese.