”Sciacalli” più che colombe su Case Pente. Le accuse dei comitati


”Briciole in cambio della violenza che ci si appresta a subire“: così i comitati No Hub del Gas commentano la richiesta fatta da alcune associazioni di categoria di sedersi al tavolo della trattative con Snam per pattuire un ristoro in vista della realizzazione della centrale di Case Pente. Soluzione da percorrere piuttosto che fare l’ennesimo ricorso al Tar. ”Sciacalli” li definiscono i comitati, che ”non solo restano alla finestra per 15 anni, senza essere mai parte attiva in una battaglia che ‘altri’ hanno intrapreso pur riguardando tutti, ma che si prostrano ai piedi del violentatore mendicando qualche briciola”.

Il bene di Sulmona millantato dai favorevoli all’accordo non sono certo per i comitati una decina di posti di lavoro che la centrale dovrebbe portate, come non lo erano tutte le attività impattanti che negli anni sono state sventate dai comitati: dal cementificio, a all’impianto per lo smaltimento di rifiuti ospedalieri.

“Con questa mentalità da sudditi, senza lungimiranza, quando sarà sparito il tribunale e l’ospedale sarà ridotto ad un pronto soccorso – continuano i comitati – quando del nostro capitale naturale non sarà rimasto nulla perché lo abbiamo consegnato a chi lo avrà distrutto prendendoselo con la prepotenza e l’arroganza del potere, forse si accorgeranno che hanno fatto un deserto e lo hanno chiamato sviluppo”.

7 Commenti su "”Sciacalli” più che colombe su Case Pente. Le accuse dei comitati"

  1. Non si apprezzano mai abbastanza le qualità naturali di un territorio. A sfruttarle per creare lavoro “pulito” non lo facciamo, quando la montagna e la valle sarebbero valide risorse. Poi, viviamo in un posto in cui abbiamo l’acqua (che non è poco), abbiamo la terra. Non ci avremo più manco il turismo a sta valle di lacrime. E’ sbagliato essere catastrofici ma certe cose si sa come vanno a finire (vedi l’immondizia).

  2. Le ragioni sono nobilii, peccato per l’arroganza e la presunzione di credersi sempre migliori degli altri. Quel che ha portato, in ultima analisi, a perdere tutte le battaglie fatte. C’è chi lotta in silenzio senza il bisogno di conferme e del consenso pubblico. Una buona iniezione di umiltà , quella sì che sarebbe davvero salutare.

  3. Mario Pizzola | 22 Marzo 2023 at 15:25 | Rispondi

    Per la verità le battaglie che i comitati per l’ambiente hanno intrapreso da 15 anni a questa parte le hanno vinte e non perse. Toto voleva sventrare Case Pente per farci una mega cava e insediarvi il suo cementificio ed è stato rimandato a casa. Idem per quanto riguarda un secondo cementificio che sarebbe dovuto sorgere nel nucleo industriale. L’ industria chimica Italsilicon, che aveva scelto per il suo insediamento Santa Rufina, ha dovuto riprendersi il suo progetto altamente impattante ed è dovuta andare via. La stessa cosa è stata costretta a fare la società Coccinella che, sempre a Santa Rufina, voleva piazzare un inceneritore di rifiuti ospedalieri. Quanto alla Snam la partita è ancora aperta. Non è ancora detta la parola fine. Se non ci fossero stati i comitati, lasciati pressoché soli dalla politica e dalle categorie economiche, la centrale e il metanodotto sarebbero stati già operativi da anni. E’ la battaglia più difficile per la difesa del nostro territorio, perché di fronte ci sono due colossi, come l’ENI e la SNAM, che dettano al governo ( e il governo ubbidisce) la politica energetica per il nostro Paese. Solo chi non combatte è sicuro che perderà sempre.

    • Infatti bisognerebbe dirvi semplicemente Grazie per quello che avete fatto e che continuate a fare, anche per tutti quelli che hanno la tastiera e il divano facile.

    • La difesa dell’ambiente è sacrosanta ma leggendo questo riepilogo viene anche da chiedersi a che prezzo e se non ci sia una sorta di ostracismo a prescindere e non si cerchi un compromesso tra il diritto alla salute e il diritto al lavoro. Questa comincia a essere un grave problema che non deve spingervi ad accettare compromessi al ribasso ma almeno a porsi il problema di come e dove recuperare i posti persi. Perché va bene l’aria pulita ma se poi non ci rimane nessuno a respirarla o non si può campare di sola aria non è un gran risultato. Anche perché molti difensori dell’ambiente sono rigidi su alcune cose ma diventano tolleranti verso altre tipo l’inquinamento da auto che costituisce la seconda fonte di inquinamento dopo il riscaldamento. Allora o si fa una battaglia a 360gradi anche rinunciando alle proprie auto inquinanti e alle passate nel centro con la macchina, si modificano le caldaie delle abitazioni o stiamo solo impoverendo il territori

      • bravo ‘cittadino’ hai colto il senso della giusta opposizione alle opere antropiche. siamo nel 2023 e l’uomo vive di progresso, non possiamo sempre dire ‘NO’ TOUT COURT.
        senza nemmeno approfondire scientificamente i problemi.
        da un certo punto di vista tutto fa male! dalle auto, alle ferrovie, alle navi agli aerei, agli allevamenti degli animali, ecc ecc.

  4. … a proposito di “ battaglie difficili contro i due colossi, quali l’ ENI e la SNAM, che dettano al governo
    ( e il governo ubbidisce) la politica energetica per il nostro Paese” …
    ENI = Ente Nazionale Idrocarburi:
    – Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha il controllo di fatto in Eni SpA in forza della partecipazione detenuta sia direttamente sia attraverso Cassa Depositi e Prestiti SpA (CDP SpA). CDP S.p.A.;
    SNAM = Società Nazionale Metanodotti:
    – Chi controlla la SNAM? Cassa Depositi e Prestiti (31,038% di azioni possedute)
    … ma erano società pubbliche create e interamente possedute al 100% dallo Stato Italiano…
    poi qualcuno pensò di “privatizzarle” nel 1995… così come l’IRI nel 1992…

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