Se questo è un parco

Sembrava di essere in un parco pubblico, di quelli veri, il fine settimana scorso, nonostante tutto. Al Daolio c’erano i teli stesi sotto gli alberi per fare la siesta, i bambini nudi che correvano, le bancarelle, i musicisti che di tanto in tanto si davano il cambio da una postazione all’altra dello spazio. Una roulotte per il ristoro e un cerchio di sedie intorno al quale si sono raccolte centinaia di persone per parlare di sostenibilità, transazione ecologica, ambiente e comunità. E ancora i bambini a fare laboratori e giochi.

La Fiera della neo-ruralità in versione estiva è stata un gradito ritorno e un atteso successo, nonostante di semi da scambiare ormai non ce ne fossero più tanti. I volti e le voci quelle di una comunità che ormai si conosce, si incontra e rincontra, si riconosce e condivide un percorso e un approccio alla vita, oltre che un progetto di mondo.

Eppure, per arrivare a quella parvenza di parco, che per tre giorni ha animato il polmone verde della città, gli organizzatori hanno dovuto penare e non poco.

“I bagni erano intasati, l’orto botanico pieno di immondizia e siringhe tanto che alla fine abbiamo deciso di chiuderlo; dal prato, si fa per dire, abbiamo cacciato decine di buste dell’immondizia, raccolte da noi ovviamente; persino alcuni gradini della scalinata li abbiamo dovuti mettere in sicurezza noi – racconta Roberta Viggiani, organizzatrice dell’evento -. Tutto questo nonostante il Comune ci abbia dato il suo patrocinio: non è questo il modo di consegnare uno spazio e un bene pubblico. Oltretutto abbiamo dovuto affrontare spese notevoli per tutto il resto, per la parte burocratica: il piano di sicurezza da aggiornare, il servizio di controllo alle tre entrate, la disponibilità del pronto soccorso e di un’ambulanza. Una fatica enorme che forse non valeva la pena affrontare, forse era meglio andare da qualche altra parte come abbiamo fatto finora”.

La scelta del parco fluviale Daolio, però, non è stata casuale, perché l’associazione Movimento Zoè che organizza la Fiera, ha presentato da anni un’ipotesi di gestione o almeno co-gestione. E il fine settimana scorso ha restituito un’idea – bella – di come potrebbe essere e vivere questo spazio, diventato per la città più un problema e un motivo di polemica, che un’occasione, unica nel suo genere, di offrire uno spazio verde così grande e così a ridosso della città antica.

Forse è arrivato il momento di aprire una finestra seria e concreta sulla gestione del parco fluviale, prima che torni ad essere poco più di un ricettacolo di immondizia e vandali.

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