Blundo, sede politica in casa di uno sfrattato

Un immobile del contendere, sotto la lente dei creditori, quello che la senatrice Blundo ha istituito come suo ufficio politico destinato a divenire vicenda intricata, una di quelle matasse insomma difficili da dipanare.

Veniamo ai fatti, la senatrice Enza Blundo per scongiurare che l’abitazione di un commerciante sulmonese, Ottavio Panetta, caduto in cattive acque, con problemi economici e creditori in fila, finisse all’asta con tanto di sfratto per un’intera famiglia, decide di inserire all’interno della stessa proprietà, una sede politica pentastellata. Mossa che permette al barista di poter respirare e salvare la casa ma che attira l’ira di quanti vantavano crediti da Panetta e che in quella vendita dell’abitazione confidavano e non poco per ripartirsi le somme versate. E’ il signor Antonino Maccarone creditore del barista a presentare un esposto alla procura della Repubblica. La Blundo è accusata di aver commesso un atto illecito ma la senatrice chiarisce “così non è, e posso dimostrarlo con carte alla mano” spiegando come sia nelle sue piene facoltà di cittadina al Senato, poter eleggere uffici politici e  come questa operazione, sia servita ad impedire che una intera famiglia venisse cacciata dalla sua abitazione.

Perchè il fine è stato quello di tutelare un padre di famiglia, “una vittima di usura, che aveva già il diritto di essere risarcito dallo Stato e non trovo giusto che i ritardi burocratici penalizzino i suoi cari, costringendoli ad uscire di casa”. Dunque l’immobile del signor Panetta, diviene un bene protetto e in quanto tale, nessuno può intervenire, è esclusa ogni possibilità di intromissione da parte di terzi e da atti di esproprio. Un aiuto insomma, come accaduto per l’elezione di un altro ufficio  politico all’Aquila presso il domicilio di una signora  di 91 anni e invalida e per la quale, solo a seguito dell’azione della senatrice si è potuti arrivare a rinegoziare le rate, mentre da anni veniva vessata dalle banche che avevano sempre negato il dilazionamento del dovuto. Una comunicazione quella relativa dell’ufficio 5stelle a Sulmona, in pieno rispetto della legge spiega, indirizzata al presidente del Senato, al prefetto di L’Aquila, al questore, al comandante dei Carabinieri di Sulmona, al comandante della Guardia di Finanza e al sindaco di Sulmona.

Tuttavia – aggiunge la Blundo – sono altrettanto dispiaciuta per il Sig. Maccarone che si trova nella condizione di creditore nei confronti del Signor Panetta. Sono entrambi cittadini che hanno diritto ad avere giustizia”

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