
Il clima resta teso con “mamma” L’Aquila, all’indomani della richiesta di accesso agli atti fatta dal capoluogo, come svelato dalla nostra testata, al consiglio comunale di Sulmona per quanto è stato detto nell’assise di martedì scorso nella quale si parlava del Cogesa e i suoi disastri. Una “lesa maestà” per la quale l’ufficio legale del capoluogo minaccia azioni legali. A rincarare la dose le parole del sindaco Pierluigi Biondi che ieri su Il Centro, in un articolo di Eleonora Berardinetti, rilancia e ribadisce la linea del vittimismo e del presunto clima anti-aquilano che ci sarebbe in Valle Peligna. Ma il primo cittadino di Sulmona, Gianfranco Di Piero, non ci sta.
Sindaco Di Piero, esiste davvero un “caso L’Aquila”?
“Non per quanto mi riguarda, non nel senso che dice Biondi. Non c’è nessun campanilismo, nessun sentimento anti-aquilano. Portiamo rispetto per la città capoluogo, ma pretendiamo altrettanto rispetto”.
Certo la richiesta di accesso agli atti non si può definire una cortesia istituzionale
“E’ un gesto che mi meraviglia e mi stupisce e credo non ci siano precedenti in tal senso. Non so se sia uno sgarbo istituzionale, ma certo non è un bel gesto. Gli atti sono pubblici integralmente sulla piattaforma Civicam e comunque sarebbe bastato chiederli o chiederne conto, piuttosto che far scrivere dall’ufficio legale. Nel merito non credo che la città dell’Aquila, il sindaco e la comunità, siano stati ingiuriati o diffamati: ci sono state delle critiche, dei punti di vista, nel rispetto del diritto di critica politica. Non bisogna aver paura delle tesi degli altri. E tutta questa storia, mi sembra un’arma di distrazione di massa”.
In che senso?
“Mi sembra un modo per sviare la discussione sul merito, svilire il problema dei rifiuti in una questione di campanile”.
Nervo scoperto quello dei rifiuti per L’Aquila
“La questione è molto seria e non va deviata: abbiamo a Sulmona una discarica che è prossima alla saturazione e gran parte dei conferimenti in discarica, ben il 67%, sono della città capoluogo, la cui qualità dei rifiuti mette in crisi ambientale (per i miasmi) ed economica il Cogesa. Non si può far finta di niente, questa amministrazione non fa finta di niente: per questo abbiamo chiesto e chiediamo all’Aquila di conferire meno, di raggiungere i livelli di differenziata previsti dalla legge e di pagare il giusto, che vuol dire quello che prevede il mercato. Sui rifiuti bisogna cambiare direzione, lavorare per la politica dei rifiuti zero e senza L’Aquila, che per noi rappresenta oltre la metà dei rifiuti conferiti, questo obiettivo non si può raggiungere. Questo non è sentimento anti-aquilano, ma buon senso e giustizia”.
Però è innegabile che molti vogliono staccarsi dall’Aquila, c’è chi propone referendum per passare sotto la provincia di Pescara, in prospettiva, tra l’altro, con la fusione di tre Comuni, destinata a diventare indiscutibilmente il centro metropolitano più importante d’Abruzzo
“Quello del passaggio alla provincia di Pescara è un argomento che torna ciclicamente in città, promosso più che dai livelli istituzionali, però, da associazioni, categorie o semplici cittadini. Personalmente è una cosa che non mi ha mai entusiasmato, perché contro L’Aquila non ho niente. E penso che oggi questa ipotesi abbia ancora meno senso, dopo la riforma Delrio che ha depotenziato le province”.
Il capoluogo però mostra i muscoli
“L’Aquila è una città importante e oggi la particolare congiuntura politica la rende ancora più forte. Ma un capoluogo ha il dovere di preoccuparsi di tutta la provincia e di fare una vera politica di solidarietà territoriale. Non solo nei confronti della Valle Peligna, ma anche della Marsica, dell’Alto Sangro: solo uno sviluppo armonico del territorio può garantire una vera crescita e nella nostra provincia ci sono degli squilibri da sanare: nei trasporti e nella sanità, principalmente. Bisogna garantire pari dignità a tutte le comunità. Questo fa un capoluogo”.
“L’Aquila è una città importante e oggi la particolare congiuntura politica la rende ancora più forte.”
Queste sono le sagge parole del sindaco: ha detto tutto!
Ricordo che negli anni ’90 vi fu, ad un certo punto, un’iniziativa di Peligni e Marsicani per costituire una quinta provincia: Sulmona (SU) oppure Avezzano (AZ). Il governo italiano di allora, che pure era sensibile e generoso in tal senso, rilevò invece che non v’era ragione alcuna: non vi erano infatti né necessità amministrative né fondamenti storici che giustificassero tal assurda richiesta. Divennero allora capoluogo Monza, Prato, Biella, Lecco, Verbania, Crotone e persino Fermo e Vibo Valentia; invece Sulmona e Avezzano furono tacitate perché già ben amministrate, con le rispettive aree, dalla provincia dell’Aquila.
Nei cittadini di Sulmona e di Avezzano rimase e, anzi, si rinforzò quel senso di frustrazione che tutt’oggi li caratterizza nel loro senso d’inferiorità verso la città delle 99 cannelle.
Un po’ come quelle adolescenti insoddisfatte e rancorose che vedono le amiche maritarsi e loro destinate ad un eterno zitellaggio.
… «Attulit Aeneas in loca nostra deos.
Huius erat Solimus Phrygia comes unus ab Ida,
a quo Sulmonis moenia nomen habent,
Sulmonis gelidi, patriae, Germanice, nostrae.»…
Un commento che puzza di muffa e scarso rispetto per le donne. Per fortuna non conta un tubo, può al massimo generare ilarità!
In questa analisi affetta da demenza senile e misoginia, si perde di vista l’enorme opportunità mancata nel diventare provincia. Una opportunità economica portentosa che avrebbe permesso a Sulmona di crescere economicamente ed evolversi . A breve ci ritroveremo senza tribunale, con scuole depredate ed abitanti dimezzati …
W LA GRANDE PESCARA CHE PRODUCE NON CAMPA DI BUROCRAZIA E BRILLA DI LUCE PROPRIA .
QUESTA VOLTA L’AQUILA DOVRA’PER FORZA FARE UN PASSO INDIETRO.UBI MAIOR MINOR CESSAT.PESCARA CAPOLUOGO DI REGIONE.
… perfetto… adesso è chiaro… una politica accondiscendente ha portato la Valle Peligna a diventare una Valle di lacrime… pregna di idee e visioni politiche vuote e teleguidate…
Mingaver: Utilizzo per risponderle il suo stesso criterio: parlare d’altro per non parlare dell’essenza. Lei non entra nel merito dell’articolo ma paragona (disdicevole, specialmente in questo periodo storico) il problema “delle angustie della zitella” o del complesso del figlio ignorato a quello della raccolta indifferenziata e delle ricadute sul territorio e sulla qualità della vita degli abitanti. Nei libri “la grande Aquila” e “Adelchi Serena, il gerarca dimenticato” ( in quest’ultimo libro siamo chiamati sulmontini) ho ritrovato l’essenza di un aforisma di Flaiano che inizia parlando della prosopopea aquilana (non ometto che inoltre cita anche Sulmona). Ultima cosa, non meno importante, le riferisco cosa mi disse un giorno un anziano signore, in chiaro dialetto altosangrino, in merito alla soppressione degli uffici giudiziari di Sulmona: che in vita sua, nel suo paese, la faccia di un aquilano non l’aveva mai vista! Questo dovrebbe spiegare quanto siano lontane certe realtà , e non solo antropologicamente…
la dignità di un luogo è affermata coralmente dai suoi abitati e da coloro che rappresentano le loro istituzioni
Mah, chi qui afferma “Pescara capoluogo di Regione” ha evidentemente non solo gravi deficit in geografia ma, quel che è peggio, notevoli lacune in storia, in arte e persino in sociologia.
Mi pare che qui si faccia del bieco campanilismo, la qual cosa è davvero un’assurdità se si considerano le dimensioni, la storia e le tradizioni di ciascun comune. È come se un topolino volesse competere con un orso!
Quanto alla discarica, è normale che L’Aquila porti i propri rifiuti a Sulmona: L’Aquila è infatti una città grande circondata ovunque da montagne che sono Parco Nazionale o aree protette! E persino pregevoli siti archeologici (Amiternum vi dice niente?).
Le prime aree disponibili sono verso Sulmona e quindi è normale (oltre che più economico) che si vada lì: si è comunque all’interno della provincia!
Il problema non è “da dove vengono i rifiuti” ma piuttosto “come vengono trattati”. E qui casca l’asino, infatti!
Parlare dell’origine del 67% dei rifiuti è “distrazione di massa”, come giustamente nota il sindaco Di Piero.
Uno dei pochi commenti sensati…..tutti si esprimono con rabbia e acredine nei confronti dell’aquila che avra’ pure le sue colpe, ma un minimo di autocritica..??? Sono decenni che Sulmona non ha rappresentanti politici degli di stima carisma e visione di territorio. Tutta questa rabbia non fa bene per primo a Sulmona…… Dovremmo aprirci e collaborare per avere una visione unica sullo sviluppo del territorio e investimenti economici.
Minchiaver,
Ti informo, visto che sei poco e male informato, che la tua squallida città, non è mai stata amata dalle genti della Valle Peligna perché non la vedono come un capoluogo vicino agli interessi del territorio.
Poi, è una paesone scomodo,lontano e decentrato per noi peligni che siamo invece abituati alla comodita’ che ci offre l’essere, a differenza vostra, il vero centro dell’Abruzzo. Che Sulmona sia il vero capoluogo naturale della regione non riconosciuto a suo tempo per mere ragioni di interessi di parte (si aprirebbe una discussione ad hoc su questa questione) lo si dimostra ad es. anche solo paragonando l’importanza e la centralità della stazione ferroviaria di Sulmona con quella insignificante del “capoluogo”. Tu lo sai vero che dalla tua raccomandata “città” per andare a Roma devi passare per Sulmona? E sai anche che per andare a Pescara devi sempre passare per Sulmona? E ti ricordi che prima che sopprimessero la Sulmona Napoli, per andare a Napoli dovevi sempre pazientemente sopportare l’idea di fare una sosta nella splendida città ovidiana?
Tranquillo, vedrai che prima o poi qualcuno si accorgerà di tutto..questione di tempo..
Fulgido esempio di ottusità…. Come se il capoluogo dipendesse dalla posizione geografica. Abbiamo avuto un nucleo industriale forse più grande della stessa Pescara e abbiamo fatto di tutto per massacrarlo e chiuderci in noi stessi. L’aquila oggi ha un canale preferenziale con Roma? Bene!!!! Utilizziamolo unendoci… Ma che razza di vita si ha con tutta questa sciocca rabbia dentro nei confronti di chi, forse, nemmeno ci pensa ..
Sulmona per decenni ha avuto esempi politici di spessore che con una visione economica, sociale e culturale che hanno fatto crescere la nostra città oggi ridotta a poco più di 20 Milà abitanti.non demticate che la scuola della finanza a l’aquila fun idea di un sulmonese che in una vione ampia non fece in tempo ad avere la contropartita per la sua città. Dopo di loro il nulla… Deserto….. Classe politica inetta e chiusa in se stessa senza aprirsi e senza confrontarsi. Li abbiamo votati mi ci metto anche io, abbiamo scelto la mediocrita… Consigli comunale che non arrivavano alla loro naturale scadenza…. La colpa e’ solo la nostra…. Ora dobbiamo solo ricostruire rapporti con il territorio e tentare di crescere.
Un certo SMPE mi fa notare che Sulmona è in pratica l’ “ombelico” d’Abruzzo giacché collegata con tutti i capoluoghi regionali ed extra (Roma e, un tempo, anche Napoli).
Ma proprio questo deve dare, a tutti gli Abruzzesi uno spunto di riflessione:
1) non è il caso che il tracciato dell’Alta Velocità Roma-Pescara sia definito ex-novo attraversando L’AQUILA anzichéi centri minori della sua provincia?
2) Situazioni di “nodi ferroviari” non coincidenti col capoluogo di provincia ve ne sono a iosa in Italia. P.es. Voghera (dove s’incrociano le linee Milano-Genova e Torino-Bologna) anziché Pavia; Orte anziché Viterbo… e così via. Ma tutto questo che significa?
Come detto prima, mi pare che qui si faccia del bieco campanilismo.
È come se Lampedusa, coi suoi problemi d’immigrazione, si lagnasse che il capoluogo è ad Agrigento; è come se Piombino, coi suoi problemi d’inquinamento, si lamentasse che il capoluogo è Livorno..
Giacchè esce fuori tema volutamente, non potendo confutare nulla, le sfugge che i tracciati ferroviari seguono anche quello che è la morfologia dei luoghi che attraversa e deve servire.
Si ricordi il capolavoro del traforo del Gran Sasso (con danni annessi e connessi), i doppi caselli e tutta la fitta rete stradale prettamente a uso e consumo dell’area aquilana.
Sforacchiamo ancora le montagne abruzzesi..
L’AQUILA LO VUOLE! ANZI LO PRETENDE!
@Mingaver | 14 Febbraio 2023 at 03:54 | –
Riscontra “sagge parole” solo dove le vuole trovare. Dimentica i “moti aquilani” del 1971, che qualche “minimo riferimento” di anti-pescarese aveva ed ha tuttora, senza dimenticare la mancata saggia decisione di fare di Sulmona il vero centro baricentrico storico e culturale dell’intera Regione non per altro per il suo passato glorioso che nessun’altra città in Abruzzo può contenderle; ma ricorda benissimo la questione mancata provincia, dove i potenti vincoli politici aquilani nel quel di Roma, riuscirono a bloccare il tutto, impedendo di fatto il ridimensionamento amministrativo sull’intera provincia. Il tutto senza dimenticare la proverbiale benevolenza aquilana (amministrativo e lavorativo) sul suo ampio contado e certamente Lei stesso ne potrà portare innumerevoli esempi oltre alla qui immondizia aquilana già in discussione!!!
@Mingaver | 14 Febbraio 2023 at 14:02
Discusso già il tema campanilismo, affrontiamo ora quello ECOLOGICO… Già l’asserzione di L’Aquila città all’interno dei Parchi lascia il tempo che trova, dove utilizzando il “suo medesimo metro aquilano”, lo è anche la città di Sulmona e con distanze minori con i confini dei Parchi Nazionali / Regionali e delle Riserve Naturali Regionali, ma la stessa Amiternum in comparazione con la CAPITALE CORFINIUM a Lei dice niente? E’ normale cosa? La spieghi questa normalità! La normalità è il prezzo di favore e fuori mercato GEneROsamente offerto? Dimentica l’impianto prima del COGESA utilizzato dall’ASM sito nella Marsica? Che validità di discorso e di vincolo ha l’affermazione all’interno della stessa provincia? La qualità di differenziazione del rifiuto e la sua alta e negativa percentuale E’ SI UNA “INSANA DISTRAZIONE TUTTA AQUILANA”.
Guardiamo avanti, lo sviluppo si avrà lungo la direttrice adriatica,siamo collegati meglio con la costa,la valle pelignia sarà riunita e con l’altosangro più compatta, ci stanno facendo un furto con la bretella sulla linea veloce Pescara Roma per queste principali ragioni è indispensabile indire il referendum per aderire alla provincia di Pescara i rifiuti ultimo insulto e mi Meraviglio che ancora qualcuno parteggi per L’Aquila
1) Ma chi l’ha detto che “lo sviluppo si avrà lungo la direttrice adriatica”? Vogliamo parlare allora dell’Università dell’AQUILA? Vogliamo parlare della farmaceutica all’AQUILA?
Vogliamo parlare delle industrie di alta tecnologia presenti all’AQUILA? Vogliamo parlare del centro ricerche e dei Laboratori di Fisica Nucleare sotto il Gran Sasso? E tutta l’industria del turismo dove la mettiamo?
È un dato di fatto che proprio L’AQUILA col suo comprensorio è il vero motore dell’Abruzzo! Pescara ha altre precipue peculiarità (nulla da dire!), assolutamente complementari ma non comparabili per natura, finalità e ritorno economico-sociale nel benessere e nell’immagine della Regione.
Quanto a Sulmona, medio borgo di appena 20mila abitanti (meno di Sondrio o Isernia, per intenderci) la sua più naturale collocazione non può che essere nella provincia dell’AQUILA, e non altrove incastonata com’è, tra Maiella e Gran Sasso.
La logica regionale, infatti, è che la parte costiera e subcollinare gravitino su Pescara e la parte montana e submontana su L’AQUILA.
Quest’atteggiamento di piccoli comuni che hanno incomprensibili risentimenti verso il proprio capoluogo non depone bene a favore di Sulmona – e altrettanto dicasi per Avezzano – e non ha eguali in tutt’Italia (o forse situazione analoga vi è giusto in Sicilia tra Gela e Caltanissetta e tra Marsala e Trapani, tra realtà comunque molto più popolose ed economicamente rilevanti di un semplice borgo che campa solo di confetti).
Vogliamo parlare solo dei rifiuti di L’Aquila?
Lascia stare. Leoni da tastiera che non sanno di cosa parlano carenti di cultura storica della loro e mia stessa città. Vogliono andare con Pescara? Vadano…. Ma le imprese sulmonesi lo vogliono??? Quotidianamente lavorando a l’aquila sai quante ne incontro???? Ce li farei andare con Pescara e dopo che l’avranno cannibalizzata se ne renderanno conto .. ma come può coincidere una politica economica della costa con quella delle aree interne??? Basterebbe che parlassero con gli imprenditori di Roccaraso…. E forse, forse, lo capirebbero
Di tanti commenti, nessuno che abbia colto o meglio discusso ed evidenziato il vero senso dell’articolo.
Biondi è “idealmente e politicamente” stizzito per aver subito una prima e sonora pesante sconfitta amministrativa per di più dall’esterno delle mura cittadine, per il dover pagare il giusto e conferire il giusto in quantità e qualità, e ora fa la voce grande solo per spostare il problema e gratificarne l’elettorato aquilano… Per gli aumenti della TARI certamente qualche soluzione la troverà o meglio gliela troveranno in altri “lidi”, pardon “colli” e al solito a costo zero.
Sai quando gliene frega di Sulmona a lui e agli aquilani tutti… hanno tutto, e prendono tutto, tutto comunque, per abitudinarietà secolare e lo si deduce dagli stessi loro commenti tracotanti di magnificenza.
Aizza lo sfogo, per creare quella “distrazione di massa circense” come ben chiarito dal Sindaco di Sulmona.
Stiamone certi che tutto continuerà come prima, in primis nei rapporti di forza!
Questo si un sincero sentimento ANTI-ABRUZZESE!
Minchiaver, fattene una ragione. Il futuro è della fascia costiera e Sulmona è molto ben collegata alla costa. Voi purtroppo non potete dire altrettanto.
Siete destinati affannosamente a rincorrere le situazioni per scongiurare i rischi di retrocessioni in classifica. Rassegnati, la tua scomoda città è destinata a perdere sempre più terreno a favore di territori molto più attrattivi..mi dispiace!
Caro sig Lucio lavorando a l’aquila ti posso francamente assicurare che solo di turismo anno 2022 rispetto all’anno antecedente il COVID ha avuto un incremento del 21,3% dimostrato oggi dalla presenza del capoluogo alla BIT. Dalla disgrazia del terremoto hanno saputo reagire e trasformarlo in risorsa costata purtroppo 309 vite .. Sulmona che fa? Ci piangiamo sopra e lasciamo che figli e nipoti vadano fuori…. Non abbiamo più un minimo di spirito imprenditoriale
L’Aquila vero motore dell’Abruzzo!! Ma quando mai.
Uaaaaaaaaaahhhh! hihihihi, uuuuaaaaagh!
Ma in quale caxxo di pianeta vivi?
A ripiate!
Io da straniero, nel senso di non abruzzese, posso solo dire che, dagli ultimi dati certificati (meno di dieci anni), Sulmona e l’alto Sangro gravitano su Pescara. Mentre L’aquila e Avezzano gravitano su Roma. Sul resto accapigliatevi pure, nemmeno voi siete diversi dal resto d’Italia.
L’Aquila vampiro della valle Peligna, passano solo elemosine di qualsiasi cosa,Fondi, uffici.
SAREBBE ORA DI MIGRAR VERSO MARI PIU BELLI E MENO ACCENTRATORI.
A NOI INFONDO CHE CE NE FREGA DI VOLATILI.
FORZA BELLA PESCARA
L’Aquila vampiro della valle Peligna, passano solo elemosine di qualsiasi cosa,Fondi, uffici.
SAREBBE ORA DI MIGRAR VERSO MARI PIU BELLI E MENO ACCENTRATORI.
A NOI INFONDO CHE CE NE FREGA DI VOLATILI.
FORZA BELLA PESCARA
SULMONA NON CRESCERA’ MAI CON IL RAPACE AQUILA .MOLLIAMOLA AL MARE CON PESCARA BELLA E ALLEGRA