L’inverno è alle porte ma la coda dell’autunno caldo porterà il clima ad essere rovente, non tanto nella colonnina di mercurio bensì tra i macchinari della Marelli. Oggi le prime avvisaglie, dopo una settimana turbolenta e con un tavolo capitolino che ha fatto emergere più iceberg di quelli avvistati fino a prima sulla rotta dell’automotive. A fine mese, con ogni probabilità, sarà fine della corsa per i ventiquattro dipendenti della Service Key, l’azienda di pulizie dello stabilimento Marelli. Per loro, forse, niente panettone. Anzi, nel pacco un licenziamento collettivo. Per questo l’animo questa mattina era tutt’altro che natalizio davanti ai cancelli della fabbrica peligna, dove i lavoratori della ditta si sono riuniti in assemblea per discutere di futuro e di proteste.
La gara d’appalto in corso per la gestione del servizio di pulizie non è stata ritenuta conveniente per Service Key. Per questo la ditta non è in corsa per un nuovo affidamento. Secondo i sindacati l’eventuale subentro, potrebbe decidere (rispettando la clausola di salvaguardia) di impugnare le forbici. Tagli orizzontali e verticali alle ore di servizio. Il tutto nel campo delle ipotesi, a meno di tre settimane dalla scadenza del contratto, senza un nuovo appaltatore e con Marelli che fugge, tanto da non essere presente nemmeno all’ultimo tavolo con il Prefetto dell’Aquila.
Per farsi sentire, e soprattutto notare, i lavoratori presenzieranno in massa al prossimo consiglio comunale straordinario del Comune di Sulmona. Una seduta, convocata dal sindaco Gianfranco Di Piero, che vedrà presenti anche i sindaci del comprensorio e i rappresentanti locali a livello regionale e parlamentare. Non è esclusa l’occupazione, simbolica, di palazzo San Francesco da parte dei lavoratori con un futuro sempre più incerto.
La vertenza della Service Key potrebbe essere il primo tassello di un lungo, quanto terribile, effetto domino nell’intero settore dell’automotive in Valle Peligna. Settore che in Abruzzo, come in tutta Italia, sta letteralmente naufragando.
“Al 31 dicembre gli addetti potrebbero perdere il loro lavoro – spiega Andrea Frasca, Cgil -. Non c’è alcun risultato rispetto alla gara d’appalto. Non c’è alcuna rassicurazione rispetto alla garanzia di mantenimento degli attuali livelli contrattuali, economici e lavorativi. Di questa situazione la politica, le istituzioni e Marelli devono farsi carico. C’è una responsabilità sociale in questa vertenza di tutte le istituzioni e di tutti gli attori”.
Bene ora tutti quelli che per anni hanno commentato qui che si campava di turismo di affitta camere e B&B vadano davanti quei cancelli a spiegare a queste persone e alle loro famiglie le loro teorie da santoni del webbe. Facile fare gli economisti da bar con la pelle degli altri
Vuoi vedere che ora la colpa è di quelli che hanno i B&B?
È anche molto facile in politica, fare promesse che poi non si mantengono
OCSE: 1 italiano su 3 comprende solo testi brevi.
Ecco leggendo il commento dubito di questa affermazione.
Se non capite ciò che uno scrive evitate commenti fuori luogo.
Ho scritto che per molti la chiusura delle industrie non erano un problema perché chi perdeva il posto poteva campare di turismo. Bene di solo turismo non campano Roma e Venezia. Ora questi grandi esperti economisti del webbe andassero ai cancelli a spiegare a quegli operai come campare le loro famiglie di turismo.
La politica ha le sue colpe ma l’ignoranza la faciloneria la stupida della gente non è certo da meno
Evidentemente concordo con lei sulle difficoltà di comprensione dei testi, sui commenti fuori luogo e sugli esperti in economia con laurea sul Web o sulle teorie economiche degli espertissimi di Rete4.
Ma a parlare con gli operai davanti ai cancelli per spiegare le scelte o le non scelte fatte, inerenti il territorio, spetta esclusivamente ai politici che lo governano e lo amministrano, perché determinate scelte le hanno compiute loro e determinati indirizzi alla politica e alla gestione delle risorse economiche, spettano sempre a loro.
I comuni cittadini possono comunque essere vicini a quei lavoratori, esprimendo la propria solidarietà.
Per quel che mi riguarda, so perfettamente che un economia sana è basata su diversi settori e quindi ben vengano le industrie nel nostro territorio, ma francamente non si capisce perché, su questo, debbano concentrarsi esclusivamente Centrali, Megadiscariche o cementifici.
Quindi, appare chiaro, che scelte di questo tipo, possono generare malcontento in quelli che con il turismo lavorano.
E quelli che lavorano in questo settore sono liberi di esprimere le proprie opinioni in questo senso, esattamente come è libero lei di esprimere le sue.
Sinceramente, non credo che Stellantis decida la propria politica economica leggendo prima i commenti sul Germe.
Inoltre nella categoria Webbeti, da lei citata io inserirei, a buon diritto, anche quelli che invece di argomentare, offendono.
AWA ET VUTAT STA APPOST A CUSCI