
Al di là del singolo progetto, quello avviato dai Comuni di Pratola Peligna, Popoli, Raiano, Corfinio, Vittorito, Prezza e Roccacasale, rappresenta un interessante esperimento di unione e, soprattutto, di rivisitazione dell’assetto territoriale. Quello di cui si parla da molto tempo e che vorrebbe creare un ponte tra Valle Peligna e Val Pescara per avere un peso maggiore nella riorganizzazione dei servizi: sanità (ospedale) e giustizia (tribunale), su tutti.
L’occasione è data dai progetti di rigenerazione urbana che il ministero per la prima volta ha aperto ai Comuni sotto i 15mila abitanti, purché consorziati arrivino al tetto demografico minimo.
Così i sette Comuni hanno rotto il tabù dei confini provinciali e si sono messi insieme per concorrere con un unico progetto al bando in scadenza il prossimo 31 marzo e che mette sul piatto un finanziamento di 5 milioni di euro (su un totale che solo per il 2022 è di 300 milioni di euro).
Tre, in particolare, le aree di intervento: manutenzione per il riuso e rifunzionalizzazione di aree pubbliche e di strutture edilizie esistenti pubbliche per finalità di interesse pubblico, inclusa la demolizione di opere abusive realizzate da privati in assenza o totale difformità dal permesso di costruire e la sistemazione delle pertinenti aree; miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale, anche mediante interventi di ristrutturazione edilizia di immobili pubblici, con particolare riferimento allo sviluppo dei servizi sociali e culturali, educativi e didattici, ovvero alla promozione delle attività culturali e sportive; mobilità sostenibile.
Ognuno dei sette Comuni la prossima settimana sarà chiamato ad approvare la convenzione in consiglio comunale e presenterà la sua scheda progetto che poi andrà integrata a quella degli altri, con Pratola (capofila del progetto) che pensa ad un hub della mobilità sostenibile con car sharing e bici elettriche che serva tutto il territorio.
I fondi eventualmente ottenuti (la risposta arriverà entro il 30 giugno) saranno in parte (per il 40%) divisa equamente, ovvero con una quota fissa di 285mila e rotti euro e in parte (il restante 60%) divisi in base al peso demografico dei singoli Comuni che insieme valgono 17980 abitanti.
L’appalto sarà gestito dalla Centrale unica di committenza delle Terre dei Peligni, ufficio dal quale Prezza e Roccacasale si staccarono qualche anno fa e di cui Popoli non ha mai fatto parte.
Ma non è mai troppo tardi per iniziare e per ripensarci: da soli, d’altronde, non si va lontani.
Il futuro é il Comune Unico, e si chiamerà Valle Peligna, come già succede altrove.
No, ti sbagli, si chiamerà Pratola Peligna, gli altri paesi della valle saranno frazioni.
Uaaaahhhh,eheheh!ahahah!
Uaaaaaaaaahhhhhhhh uaaaahhhhahahahah e ancora uaaaaahhhhh..si chiamerà Pratola Peligna e gli altri paesi saranno frazioni della metropoli uaaaaahhhhh!!uaaaaahhhhh!!
Se hai google calendar metti una nota al 13 febbraio 2032, ci risentiamo tra 10 anni 😉
Prrrrrrrrrrr!!(pernacchia).
Il Tabuù da infrangere superare è un altro, questa è ormai la tradizione dei comuni campanilisti e dispersi e dei finanziamenti a pioggia che da decenni ha dsitrutto il ns centro abruzzo. Occorre un grande progetto di Grande Comunità del Centro Abruzzo e pensare di darla senza che Sulmona sia Capofila non esiste. Così ora si spacciano 7 comuni come un grosso processo di aggregazione mentre è siamo iniziative di retroguardia senza capacità progettuale comune e sovracomunale per avere una massa critica rilevante a livello regionale. Ma questo contrasta con i programmi Campanilistici anche della Regione che su queste divisioni sopravvive. I cittadini abboccano e si fanno fregare. I media locali non fanno alcuna analisi e si accodano come pure i comunelli dietro Pratola che si mette contro Sulmona. La stessa titolazione dell’articolo esprime questa acquiescenza.
Hai ragione RIT.
Il problema del nostro territorio è che non riesce a fare squadra. Ci vorrebbe un nuovo umanesimo che faccia breccia nelle menti dei peligni. Prendendo spunto dal modo di essere e di fare dei marsicani, questo territorio dovrebbe trovare unita’ di intenti quando si tratta di portare avanti rivendicazioni che riguardano il proprio sviluppo e la propria sopravvivenza.
Purtroppo però bisogna prendere atto di come le ottuse affermazioni del sig.Luigi Gagliardi non lascino ben sperare.
fin quando i comuni sono in qualche modo soggetti o attorniati da coorti di intrallazzoni la vedo dura di fare squadra, perchè allora diventa piu facile l’ognuno per se. E viceversa. E la meritocrazia chiaramente ne risente facilmente e le conseguenze sono quelle che sono. No? Campanilismo e intrallazzoneria spesso purtroppo possono andare a braccetto e diventare sinonimo, e questo è male. No?