
Il giudice del tribunale di Sulmona, Irene Giamminonni, li ha condannati ad un anno di reclusione e al pagamento delle spese processuali per il reato di uso fraudolento di carta di credito, ma il piano che avevano consumato tre campani, Grazia Vitiello, Mario Rosario Scognamiglio e Giuseppe Fortunato, era stato molto più articolato e diabolico.
Nel settembre del 2020 si erano finti dipendenti delle Poste e avevano raggiunto una sessantacinquenne di Ateleta, convincendola di essere stata vittima di una frode informatica, un phishing che rischiava di svuotarle il conto alla Poste. Per questo la donna si era recata urgentemente ad uno sportello e, su indicazioni telefoniche della Vitiello, aveva trasferito 9300 euro su una Postepay che in realtà era nella disponibilità dei tre.
La donna si era accorta solo in un secondo momento della truffa e, denunciato il fatto, Poste Italiane l’aveva comunque risarcita, motivo per il quale poi la vittima ha ritirato la denuncia.
Il processo però è andato avanti per l’uso indebito della carta e oggi è arrivato a sentenza.
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