Sinistra Italiana in difesa del cervo: “Abbattimenti solo come extrema ratio”

L’abbattimento del cervo solo come extrema ratio. E’ questo sostanzialmente l’appello lanciato da Sinistra Italiana abruzzese per bocca dei segretari Enrico Perilli e Pierluigi Iannarelli (segreteria regionale il primo, segretario del Circolo dell’Aquila il secondo) e dal responsabile ambiente e sostenibilità di SI L’Aquila, Francesco Cerasoli. Lo scorso sabato, infatti, hanno fatto scalpore le parole rilasciata dal presidente del Parco Regionale Sirente Velino, Francesco D’Amore, a seguito di un convengo tenutosi a Fagnano con esponenti del personale tecnico del Parco Nazionale dello Stelvio.

Secondo Sinistra Italiana, infatti, la presenza dei tecnici del Parco Nazionale dello Stelvio al convengo, nelle intenzioni del Presidente, doveva servire ad indicare il modello degli abbattimenti selettivi con carabina, a causa del sempre crescente numero di cerci sul territorio, adottato dallo Stelvio, ad oggi un unicum tra i Parchi Nazionali italiani, come strada da seguire. 

Sinistra Italiana ha voluto far notare che in Abruzzo, al momento, il più sicuro effetto di contenimento dell’ungulato è dato dalla natura stessa, con la folta presenza dei lupi, con 250 esemplari in regione a fronte degli appena 300 nelle Alpi, quasi tutti concentrati nel settore occidentale della catena alpina. “Mentre in alcune aree alpine i lupi potrebbero non essere in effetti sufficientemente numerosi da equilibrare la crescita delle popolazioni di ungulati – scrive Sinistra Italiana – è molto difficile che lo stesso possa dirsi per le nostre montagne. Il problema semmai è che nei nostri territori ai lupi viene spesso lasciato facile accesso ai capi di bestiame per l’insufficienza delle ormai note misure preventive (cani da guardiania, recinzioni elettrificate ecc.), distogliendoli così dal loro ruolo naturale di regolatori delle popolazioni di ungulati selvatici. La strada della “gestione fucile alla mano” è già stata tentata negli ultimi anni dalla Giunta Regionale abruzzese per quanto riguarda il sovrappopolamento dei cinghiali. Il risultato sono stati abbattimenti fatti a casaccio che hanno destrutturato i nuclei famigliari, portando ad un’espansione demografica di questi animali ancora più accelerata”.

A ciò si aggiunge il fatto che rimane difficile immaginare un modello di conservazione della biodiversità e gestione della fauna selvatica adottato in una determinata area geografica non può essere trapiantato tout-court in un’altra senza valutare le differenze tra le due. “Il cervo – prosegue Sinistra Italiana rappresenta un animale iconico delle nostre aree interne, parte di un delicato equilibrio ecosistemico che rende la biodiversità abruzzese così eccezionale da attirare turisti da ogni angolo del mondo.

Non manca poi una frecciata, nemmeno troppo velata, alla governance del Parco: “A distanza di mesi dall’insediamento dei tre membri del Consiglio Direttivo espressione dei Comuni del Parco, latita tuttora la nomina dei componenti tecnico-scientifici del Direttivo stesso (provenienti da ISPRA, Università, associazioni ambientaliste), figure essenziali nell’indirizzare le attività di conservazione dell’immenso patrimonio naturalistico del Sirente-Velino. Quanto ancora si dovrà attendere? Appare sempre più evidente che per l’attuale governance del Parco, politicamente molto legata alla Giunta Marsilio, l’idea e la visione non sono quelle di un Parco regionale con importanti ambizioni che possa essere da volano non solo per la tutela della biodiversità, ma anche per una crescita turistica, ma al contrario vediamo imporsi prepotentemente un modello molto più simile ad un giardino zoologico o un bioparco, ovvero la presenza di qualche animale da fotografare, la presenza di qualche scorcio romantico al tramonto da immortalare e per il resto l’applicazione di politiche finalizzate alle più deplorevoli attività antropiche, quali quelle della caccia e della devastazione degli habitat”.

2 Commenti su "Sinistra Italiana in difesa del cervo: “Abbattimenti solo come extrema ratio”"

  1. Antonio Petrocco | 3 Maggio 2022 at 08:44 | Rispondi

    Tutte affermazioni demagogiche e qualunquiste, nessun riferimento ai censimenti fatti da personale formato ormai da sei anni, numeri signori, devono i numeri. Ultima considerazione riguarda l’agricoltura, ci penserà SI a recintare migliaia di ettari di colture?

  2. Marco Sciarra | 3 Maggio 2022 at 10:37 | Rispondi

    … Si, come no…
    È come dire che i milioni di esemplari di Gnu, Zebre e Gazzelle di Thompson oltre alle sconfinate mandrie di Eland, zebre, bufali, elefanti, giraffe e antilopi che pascolano e migrano nelle pianure del Serengeti in Africa potessero essere “ contenute” dalle poche migliaia di predatori naturali quali Leoni, leopardi, ghepardi, iene e cani selvatici ivi presenti…
    Una domanda: visto che conoscete “ esattamente” il numero di lupi e Orsi presenti in Regione… potete fornirci anche quello di Cervi, Camosci, Caprioli e Cinghiali… tanto per avere un quadro esauriente del rapporto tra prede e predatori in Abruzzo…

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