Slava Ucraini

Julia ha poco più di venti anni, gli ultimi dieci dei quali vissuti in Italia, a Sulmona. E’ qui che i genitori l’hanno portata “per essere liberi”. Che venga dall’Ucraina, più che dalla lingua, abilmente padroneggiata anche nei congiuntivi, lo si capisce dall’azzurro ghiaccio degli occhi e dalle lacrime. Le rigano il volto dietro la mascherina appena comincia a parlare al microfono a cassa amplificata che ieri il comitato spontaneo per la pace ha allestito come rifugio dalla neve sotto i portici di via De Nino. “Uno quel che desidera nella vita è la libertà e noi in Ucraina non l’abbiamo mai avuta”. I suoi amici sono stati picchiati otto anni fa solo per essere scesi in piazza a protestare ed ora sono sotto le bombe e con un fucile imbraccio “che non sanno neanche come si tiene”. Le tremano la voce e le mani a Julia, ma non per il freddo che a quello c’è abituata.

Come le sue connazionali, una trentina in tutto quelle della comunità sulmonese, non solo “badanti ed amanti”, che si guardano negli occhi e cercano di spiegare ai “fratelli italiani” quel che sta succedendo, quello che stanno passando.

“Mia figlia mi ha chiamata dieci minuti fa, mi dice che ci sono donne con bimbi di pochi mesi che camminano al freddo verso il confine e senza bagagli” dice la più anziana, che l’accento ucraino non l’ha perso.

Intorno la comunità della Valle Peligna, tra le bandiere di Anpi e Cgil e quella della pace e giallo-blu dell’Ucraina, ad ascoltare in empatico silenzio, cercando di capire come stare loro il più vicino possibile. “Siete qui ed è molto per noi” dice una di loro. La Valle Peligna c’è.

Al telefono con nel ventre il suo futuro, c’è anche Anna, che ha sposato un avvocato a Sulmona, e che racconta e spiega come il fratello, ufficiale dell’esercito ucraino, saluta tutti e non ha paura di morire per la patria: “Dobbiamo fargli sentire che non sono da soli – esorta le connazionali – che noi tutti ci siamo”. Anna sta cercando di costituire un consolato onorario per raccogliere fondi e solidarietà, per accogliere chi riuscirà a fuggire.

“Siamo a disposizione per costruire questo ponte” dice l’assessore al Sociale del Comune di Sulmona Attilio D’Andrea, mentre gli altri del comitato segnano sull’agenda i contatti.

“Slava Ucraini” urla una di loro: l’orgoglio ucraino dà il là all’inno nazionale. E le donne cantano, con le lacrime agli occhi, anche quando la musica di sottofondo finisce. Per far sentire la loro voce, perché arrivi fino ai confini dell’Europa e copra il rumore delle bombe.

6 Commenti su "Slava Ucraini"

  1. Sono personalmente vicino alle sorelle e ai fratelli ucraini con la speranza che possano, quanto prima,riappropriarsi della libertà così duramente ed ingiustamente repressa.

  2. Domenico Capaldo | 27 Febbraio 2022 at 10:24 | Rispondi

    / la Manifestazione è stata bella e partecipata dalla Comunità Ucraina, un grazie a tutti coloro che con la loro presenza hanno consentito lo svolgersi dell’incontro, grazie anche ai tanti che per ragioni familiari e/o climatiche ci sono stati vicini con il cuore. Ora si tratta di “prendere parte”, di dare un sostegno nei prossimi giorni e fin quando sarà necessario alla Comunità Ucraina ed alla Ucraina 🇺🇦 stessa in questa guerra folle che ha coinvolto non eserciti ma la popolazione civile di un Paese che aveva intrapreso una sua strada di emancipazione democratica. Aiutiamo il popolo Ucraino nel suo processo di autodeterminazione.

  3. Mi associo alle parole di Carlo. Che il vento della pace travolga gli animi e i cuori di chi pretende la sottomissione degli innocenti. Che la forza della libertà annienti per sempre i malvagi. Che la mia umile, povera preghiera raggiunga, insieme alle tante i nostri fratelli che combattono per una patria libera, ma soprattutto che allevi le pene delle mamme , dei bambini e di ogni innocente.

  4. Gran bel pezzo

  5. Julia, sei il simbolo della sofferenza che il tuo popolo sta vivendo. Ti sono vicino e ti abbraccio nella speranza che ti possa alleviare la sofferenza e che serva come gesto di fratellanza e di pace.
    Ps: credo che finché non supereremo il concetto di “popolo”, di dover appartenere per forza a qualche categoria, la vera pace non esisterà mai. L’unico popolo che dovrebbe esistere è quello che vive su questo pianeta

  6. Ti regalerò una rosa | 27 Febbraio 2022 at 13:31 | Rispondi

    Popolo e soprattutto

    RAZZA.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*