
Non si placa l’ira dei Comitati Cittadini No Hub del Gas di Sulmona contro Snam e il metanodotto che attraverserà la Valle Peligna, fino ad arrivare a Foligno entro il 2027. All’indomani della firma del decreto di autorizzazione del gasdotto, sono finite nell’occhio del ciclone le parole espresse dal ministro Pichetto. Intervenuto alla Commissione Ambiente del Senato, il ministro ha svelato che la Linea Adriatica – della quale fa parte la centrale di compressione di Case Pente e il metanodotto Sulmona–Foligno – “consentirà all’Italia, grazie alla sua centralità nel Mediterraneo, di divenire un hub europeo del gas”.
Tradotto in parole povere questo significa che il gas che transiterà per Sulmona e lungo l’Appennino sarà rivenduto all’estero e ciò gonfierà gli utili delle multinazionali del settore fossile, in primo luogo della Snam e dell’Eni. Cala così il sipario sulle motivazioni che sostenevano (e sostengono tutt’ora) la centralità e indispensabilità dell’opera, giudicata strategica.
Dall’indispensabilità per assicurare le necessarie forniture al sistema energetico nazionale alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento, passando per l’insufficienza della rete infrastrutturale fino ad asserire che l’impianto di compressione di Sulmona sarebbe servito a spingere il gas sino a Minerbio, per assicurare la tempestività dell’aumento di capacità di trasporto per gli ulteriori quantitativi di gas naturale disponibili in corrispondenza del campo di stoccaggio di Fiume Treste. Cade il castello di carte, nel quale è stato inserito come ultimo alibi nei mesi scorsi, la necessità di un gasdotto per essere indipendenti dai gas russi a causa della guerra in Ucraina.
“Da un lato avremo lo sventramento dell’Appennino centrale – scrivono i Comitati -, l’abbattimento di milioni di alberi, l’alterazione della biodiversità naturale, l’eliminazione dell’uso civico, la compromissione di aree archeologiche, l’aumento del rischio per la salute e la sicurezza dei cittadini, danni irreparabili alle attività economiche, come agricoltura e turismo: quindi l’impoverimento complessivo dei territori attraversati. Dall’altro avremo, invece, flussi di denaro che annualmente finiranno nelle casse di queste grandi società; le stesse che, grazie alla guerra in Ucraina, hanno realizzato enormi extraprofitti a danno dei consumatori italiani. Trattano i nostri territori come se fossero delle colonie da spolpare e chi vi abita come se fossero dei sudditi ignoranti, disposti a subire tutto. Il governo (o meglio, tutti i governi succedutisi fino ad oggi) svolge unicamente il ruolo di passacarte, di mero esecutore al servizio degli interessi dei padroni del vapore”.
“Ma oltre al danno si aggiungerà la beffa – proseguono i Comitati -. Infatti, non solo le multinazionali del fossile ingrasseranno sempre di più, ma tutte le spese verranno scaricate addosso ai cittadini – consumatori che per almeno 50 anni saranno costretti a pagare i costi di ammortamento dell’intera opera (metanodotto e centrale) attraverso la bolletta energetica. E non parliamo di inezie: si tratta di ben 2 miliardi e 338 milioni di euro”.
“I Comuni devono scegliere – conclude la nota – o fare come il presidente della Regione Marco Marsilio che, in cambio dei trenta denari di ipotetici “ristori”, ha tradito l’Abruzzo e i suoi abitanti; oppure mostrare la schiena diritta ed opporsi con ogni mezzo a questa gigantesca operazione di saccheggio economico e territoriale. Auspichiamo che tutti i Comuni coinvolti in questo demenziale progetto si coalizzino ed impugnino davanti al TAR Lazio l’autorizzazione ministeriale. Ci auguriamo, inoltre, che il Comune di Sulmona convochi immediatamente l’annunciato Consiglio comunale straordinario, aperto alla partecipazione dei cittadini, al fine di assumere tutte le decisioni del caso. E’ tempo che la politica torni a svolgere il suo ruolo che è quello di difendere e tutelare i diritti dei cittadini e del territorio”.
sventramento dell’Appennino centrale… l’abbattimento di milioni di alberi…
ma che si fumano questi dei comitati?
Sono un appassionato di montagna e vado spesso, sia a passeggiare che in mountain bike, nelle zone dove dovrà passare il metanodotto. In primo luogo ho potuto vedere con i miei occhi che i lavori per la realizzazione dell’opera sono iniziati da diversi mesi, ancor prima che fosse ufficiliazzata, e se le cose continueranno con questo passo, temo che i comitati non si sbaglino affatto riguardo al numero di alberi abbattuti 😔
quindi l’impoverimento complessivo dei territori attraversati… ma sta a vedere che i comitati sono i propietari dei terreni attraversati e/o vicini al gasdotto che effettivamente da agricoli non potranno mai diventare edificabili… mmmhh
incomincio a consultare il catasto
Sig. “nessuno” consulta il catasto terreni consultalo bene mi raccomando consulta anche quello degli alberi se lo trovi.
Tanto per non dare dei numeri al lotto:
– L’Italia è sempre più verde, boschi e foreste avanzano inarrestabili e si impossessano delle campagne abbandonate. Lo conferma l’ultima mappatura nazionale condotta dalle autorità italiane e appena resa pubblica nell’ambito della revisione quinquennale del patrimonio forestale mondiale da parte della Fao.
– La lettura dei dati evidenzia un aumento della superficie forestale di circa 587.000 ettari in dieci anni. Questa crescita ci ha portato agli attuali 11.054.458 ettari di foresta (undici milioni di ettari), pari al 36,7 % del territorio nazionale;
secondo l’inventario forestale, in dieci anni la biomassa forestale italiana è aumentata del 18,4%, così come la superficie dei boschi italiani di oltre 587 mila ettari.
– L’Italia e il record di crescita delle foreste: un milione di ettari in 30 anni.
È positivo che la natura si riappropri di quella parte di territorio abbandonato dall’uomo, che già prima, nel passato ne aveva cancellato l’esistenza e non vedo cosa vi possa essere di negativo, anzi.
Il problema verde/boschi/natura è li dove l’uomo ne distrugge la consolidata presenza e ne fa tabula rasa, modificando habitat costruiti nel corso di centinaia di anni.
L’antropizzazione creata dell’uomo, tanto per non dare i numeri al “lotto” è in costante aumento https://www.istat.it/storage/rapporti-tematici/territorio2020/Rapportoterritorio2020.pdf
La NATURA fa sempre “bingo”, anche “banco” e VINCE SEMPRE!
Si parlava di superficie forestale, e i dati sono questi:
“ Nel 2018 i boschi ricoprivano oltre il 42% del territorio dell’Ue28. Finlandia e Svezia sono i paesi con la maggiore copertura boschiva, per la maggior parte costituita da conifere (pini, abeti, larici, eccetera). In Italia la superficie boschiva è pari a quasi il 38% del territorio, in aumento di quasi sette punti percentuali rispetto al 1990. Il nostro paese ha inoltre il patrimonio forestale più ricco in ambito europeo per diversità biologica, ecologica e aspetti bio-culturali (circa 130 specie arboree). L’Italia è caratterizzata principalmente dalla copertura di boschi di latifoglie (23,8%), leccio, faggio, rovere, eccetera. Le Aree a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione ricoprono il 10,8% del territorio. Queste rappresentano il processo di transizione di terre agricole abbandonate o di aree interessate da disastri ambientali (v.3.4) verso una rigenerazione boschiva e, quindi, forniscono un’indicazione sommaria delle aree a potenzialità forestale.”…
Poi ci sono gli interventi del “ professore”, che spesso scrive in maiuscolo, e nonostante questo chi legge non comprende quello che scrive…
Tutto corretto e lineare. L’importante è che sia chiaro che sulle aree di servitù del metanodotto non viene piantumato alcun albero, ne tantomeno far passare l’idea bislacca che l’incremento della forestazione sia opera della Snam.
Giusto TEMP?
4 gatti, anzi no, contantovi bene nella foto dell’articolo siete massimo 44 gatti. Mettetevi in fila per sei con il resto di due. Ma chi siete? Chi rappresentate? Concentrate il vostro tempo un cose più serie, ad esempio il ridimensionamento della discarica del cogesa limitatamente ai rifiuti del nostro comprensorio. Il gas non ha ucciso nessuno, i miasmi della discarica saranno tossiche? Chissà? Quando lo verremmo a sapere può essere tardi.
Poi dite che il metsnodotto è al servizio delle multinazionali del gas!
Andate o riandate a scuola e studiate seriamente. Che ne sapete voi di economia, di reti interconnesse, di garanzia degli approvvigionamenti, ecc ecc
Signor Quattrogatti,
visto come ha scritto a squola ci dovrebbe riandare anche lei,
a prescendere.
Eh si sig Fuoritema, acrivendo “a squola”, credo che lei dovrebbe addirittura ripartire dalle elementari!
Lavoro per una ditta che di metanodotto ci vive e opera in tutto il mondo.
Una cosa voglio dire a chi, come questi improponibili comitati, fa tanta disinformazione interessata. Quando si realizzano queste opere, alla fine il risultato è che il territorio attraversato viene reso in condizione decisamente migliori di quello che era prima dei lavori.
Ogni albero o pianta abbattuta, viene sostituita con un fattore maggiorativo. In caso di piante sensibili, come gli ulivi, si procede al loro riposizionamento temporaneo in aree di coltura, per poi rimetterli nella posizione originaria.
Le opere di consolidamento dei terreni sono impressionanti e niente vine lasciato al caso. Tutti i proprietari vengono compensati in base alla legge.
Pertanto smettiamola di dire sciocchezze e facciamo la corretta informazione nell’interesse vero della comunità e non minoranza ignorante, o peggio, prezzolata.
Relativamente al discorso piantumazioni, dia uno sguardo a questo video “locale” https: //tinyurl.com/2hkyspte .
Noto ben poche ripiantumazioni e più pali segnalatori di vigilanza aerea e di tracciatura del metanodotto, tanti “campi” agricoli e a pascolo e meraviglia delle meraviglie, verso il minuto 2e30″, in bell’evidenza si nota la servitù di metanodotto e si inizia a intravedere in lontananza sul declivio l’aspra traccia nuda di piante (così come deve essere per legge).
Le compensazioni (altrimenti note come indennità di asservimento) sono dovute per legge e non per dono e “compensano” in tema di esproprio anche parziale, la perdita di valore della porzione residua del fondo del proprietario che si trovi svilito nel suo valore originario.
E in ultimo… pane per i suoi denti:
https: //tinyurl.com/2n3wnsqv
Ma sono sciocchezze prezzolate…già!
Ma forse anche il governo pd ha contribuito a tutto cio’… E la ns. senatrice dove si trova…. Peccato, ora anche la bretella ferroviaria….Marsilio servo….
Signor Gravina, prezzolato è lei visto che, come ha dichiarato, “di metanodotto ci vive”. A differenza sua i Comitati per l’ambiente di Sulmona si sono sempre autofinanziati per le proprie iniziative. E ciò nella convinzione che l’autonomia economica è il presupposto ineludibile della libertà di pensiero. Quanto alle “sciocchezze” di una “minoranza ignorante” le assicuro che i Comitati da 15 anni (cioè da quando esistono) hanno letto, analizzato e contro-dedotto centinaia di documenti su questo argomento e, per quanto hanno detto e scritto, non hanno mai ricevuto una sola smentita da parte della Snam. A supporto, oltre alle proprie competenze, hanno ingegneri, economisti, geologi e medici, proprio per non dire “sciocchezze”. Nel merito hanno sempre auspicato un confronto pubblico con la Snam che, però, non ha mai dato la sua disponibilità. Visto che lei lavora nel settore dei metanodotti dovrebbe sapere che, oltre alla fascia di interramento, per legge va lasciata una ulteriore fascia di 40 metri (20 per lato), come servitù per le operazioni di controllo e di manutenzione. Poiché il metanodotto Sulmona – Foligno è lungo 167 chilometri e una gran parte del tracciato corre lungo le aree boschive di Abruzzo, Umbria e Marche, i nostri tecnici hanno calcolato che sarà necessario abbattere almeno 5 milioni di alberi per interrare il metanodotto. Alberi che non potranno essere reimpiantati proprio perché, né sul tubo né nella fascia di servitù è consentita la presenza di vegetazione arborea e manufatti. Il calcolo è comunque per difetto perché non considera le nuove piste di montagna che dovranno essere realizzate per l’accesso al tracciato. Quanto al signor “Nessuno” consulti pure tutti catasti che vuole. Non troverà nessuno dei Comitati con terreni attigui al metanodotto, da rendere edificabili. Ciò che è certo è che chi ha una casa vicino al metanodotto ne subirà una inevitabile svalutazione perché nessuno ha piacere di vivere vicino ad un impianto pericoloso. A Mutignano di Pineto un metanodotto della Snam il 6 marzo 2015 è esploso sventrando completamente una abitazione vicina (fortunatamente non abitata in quel momento) e bruciando animali, macchine e alberi fino a 100 metri di distanza. Per la precisione si trattava di un metanodotto con una portata di gas pari ad un quarto di quella prevista per il Sulmona – Foligno. Per il signor “Quattrogatti”: quella della foto che correda l’articolo è solo una delegazione di cittadini. La foto è stata scattata in occasione di un servizio di Linea Diretta su RAI 3, andato in onda nel settembre dello scorso anno. Nella manifestazione contro il gasdotto e la centrale, svoltasi a Sulmona il 21 aprile del 2018, non c’erano “quattrogatti” ma circa 10.000 persone. Si è trattato di una delle manifestazioni più imponenti tra quelle tenutesi a Sulmona dal dopoguerra ad oggi.
E’ UTILE CONFRONTARSI FORNENDO OPINIONI E DATI REALI, MA E’, INVECE, SCORRETTO FARE ALLUSIONI O OFFESE COME CHI IPOTIZZA IMPROBABILI “INTERESSI” NELL’IMPEGNO E NELL’INFORMAZIONE DA PARTE DEI COMITATI O INVITANDO A TORNARE A SCUOLA.. PRIMA DI SCRIVERE PENSATE SE SIETE IN GRADO DI DIMOSTRARE QUESTI “INTERESSI E, MAGARI, ANDATE A RILEGGERE GLI INTERVENTI (PRECISI E SUPPORTATI DA DATI CONCRETI) DI MARIO PIZOLA A COMMENTO DI ALTRI ARTICOLI SULL’ARGOMENTO PUBBLICATI NELLE SCORSE SETTIMANE. INFINE VORREI RICORDARE A CHI DEFINISCE “QUATTRO GATTI” GLI OPPOSITORI AL PROGETTO LE DODICIMILA PERSONE E LE TANTE AUTORITA’DI TUTTA LA ZONA CHE PARTECIPARONO ALLA MANIFESTAZIONE CONTRO IL GASDOTTO DELL’APRILE 2018.Guido
HO PUBBLICATO IL MIO COMMENTO PRIMA DI AVER LETTO QUELLO DI MARIO PIZZOLA CHE E’ MOLTO PIU’ COMPLETO. GUIDO