
“Continuare a pianificare investimenti miliardari in infrastrutture gas significa trasferire rischi e costi enormi sui consumatori. Serve un piano di uscita dal gas coerente con obiettivi climatici e sicurezza energetica, per proteggere famiglie e imprese”. Citano le parole di Matteo Leonardi, direttore e cofondatore di ECCO i rappresentanti del Coordinamento per il clima fuori dal fossile per ribadire la netta opposizione alla centrale Snam di Sulmona e alla Linea Adriatica. Una presa di posizione confermata dall’ultimo rapporto di ECCO, Centro studi specializzato nelle analisi sull’energia, nel quale si spiega che “continuare ad investire su impianti metaniferi può far crescere le tariffe di trasporto fino a più 483% entro il 2050”. E, continuano dal Coordinamento, “a farne le spese saranno famiglie e imprese attraverso un abnorme e immotivato aumento delle bollette”.
Un aumento ingiustificato se si considera che, come dimostra lo stesso studio, “la domanda di gas in Italia è diminuita in modo strutturale, passando dai 76 miliardi di metri cubi del 2021 ai 61,9 del 2024. Alla base di tale diminuzione l’efficienza energetica, l’elettrificazione dei consumi e l’espansione delle rinnovabili, cresciute nello stesso periodo di 16 GW”. E per il futuro, si legge nel rapporto ECCO, “le previsioni sono concordi, i consumi continueranno a scendere. Il Piano nazionale energia e clima Pniec è chiaro: 58 miliardi di metri cubi al 2030, 46 al 2040 e 24 al 2050”.
Numeri che parlano chiaro, sottolineano gli ambientalisti condividendo le conclusioni di Leonardi per il quale “la rete attuale, senza considerare i nuovi investimenti, sarà sempre meno utilizzata e che, pertanto, andrebbe subito applicata la Direttiva UE 2024/1788 che obbliga gli Stati membri a predisporre piani di disattivazione delle reti di distribuzione in caso di riduzione della domanda”.
Eppure, continuano dal Coordinamento, “a fronte di questo scenario, gli operatori del settore tra cui la Snam che ha in mano il 93% della rete, anziché predisporre piani di dismissione, hanno previsto nuovi investimenti in infrastrutture gas per 13, 6 miliardi di euro”. Tra cui proprio la Linea Adriatica da Sulmona a Minerbio, “opera dal costo pari a 2 miliardi e 500 milioni dei quali – ricordano gli ambienatalisti – 180 milioni provenienti dal Pnrr per la centrale di compressione di Sulmona”.
“La Snam – continuano – non solo non ci rimette nulla ma ha i suoi utili assicurati, anche se nella centrale e nel metanodotto non dovesse passare neppure un metro cubo di gas”. Parole anch’esse confermate dallo studio ECCO dove chiaramente si spiega che “il trasporto gas è un monopolio naturale regolato da ARERA, le tariffe di rete coprono tutti i costi sostenuti dai gestori, indipendentemente dall’effettivo utilizzo. Ciò significa che il rischio volume è interamente a carico dei consumatori”.
Considerando che l’analisi di ECCO prende in esame solo gli aspetti puramente economici, continuano gli ambienatalisti, ad essa vanno aggiunte tutte le “valutazioni sui danni e i costi in termini di devastazione ambientale e di distruzione del patrimonio storico e culturale”. Dall’abbattimento di due milioni di alberi lungo la dorsale Appenninica ai danni alle economie locali, fino “all’inaudito scempio archeologico in atto a Case Pente”.
“Chi ne risponderà?” si domandano gli ambientalisti del Coordinamento per il clima fuori dal fossile ancora in attesa di sapere che fine abbiano fatto “gli esposti presentati non solo sulla illegalità del cantiere, ma anche sulla inutilità, i danni e i rischi sia della centrale che del metanodotto”. Domande alle quali, purtroppo, se ne aggiungono altre: “Perché la procura non interviene? Perchè il sindaco e l’amministrazione comunale di Sulmona stanno zitti? Perchè chi rappresenta il territorio nelle istituzioni continua a comportarsi come le tre scimmiette, non vede, non sente e non parla?”.
Ma secondo questi l’esposto in procura che ha oggetti la inutilità della linea sia di competenza dei giudici?? Loro hanno il compito di limitarsi a verificare se ci sono reati penali, economici ed amministrativi non oltre. Le scelte Sono politiche che provengono dal passato ovvero quei governi sostenuti dalla sinistra fino al 2022. Ormai il mondo al contrario. Vogliono consegnare la gestione e le scelte alla magistratura???? Allora mi sembra anche inutile votare…
Certo che i giudici amministrativi possono occuparsi anche dei profili di “inutilità” di un’opera; ovviamente nei limiti di questioni di legittimità, di certo non sostituendo le scelte politiche.
Davanti a TAR/Consiglio di Stato si può contestare che un’amministrazione abbia dichiarato necessaria l’infrastruttura con motivazione carente o contraddittoria, istruttoria insufficiente, travisamento dei fatti o illogicità manifesta.
Questo vale per gli atti come VIA, autorizzazione unica e gli esiti della conferenza di servizi: se un’ente dice che l’opera è indispensabile per sicurezza degli approvvigionamenti, coerenza con la pianificazione, funzionalità di rete, deve provarlo e spiegarlo. Se non lo fa, il giudice può annullare l’atto.
Quindi non è “consegnare le scelte alla magistratura”: la politica decide l’indirizzo, i giudici verificano che le decisioni siano prese secondo legge e con ragioni solide. Anche l’“inutilità”, se tradotta in vizio di motivazione/istruttoria, è pienamente sindacabile.
E’ stata la stessa Snam a dichiarare che il metanodotto “Rete Adriatica” Massafra M.inerbio incluso l’impianto di spinta di Sulmona non sia destinato al consumo interno, ma al trasporto del gas metano nel nord Europa attraverso il punto di uscita di Tarvisio, in vista di un più ambizioso trasporto di idrogeno, il c.d. South H2 Corridor.
Vero è che il costo di realizzazione dell’intera tratta sarà a carico dei cittadini, e questo è un “regalo” dell’attuale Governo senza ulteriormente scendere nell’analisi delle false motivazioni date: L’Italia paga (il cittadino) la SNAM si prende gli utili della distribuzione. STOP.
Detto questo, alla SNAM poco gliene frega del calo di consumi del “mercato italiano”, quando ha l’intera EUROPA a compensarlo, con l’utilizzo dell’infrastruttura e dei notevoli volumi di scambio generati.
In contrapposizione al report citato nell’articolo, è bastevole la lettura dell’articolo pubblicato su MILANO FINANZA del 9 settembre a pag. con titolo “Snam moltiplica i flussi di gas verso i Paesi Ue rimasti senza il metano russo” per CAPIRE COSA GIA’ SI SA DEI “VERI INTERESSI di SNAM:
“L’Italia ha esportato ad oggi un quantitativo di gas di ben cinque volte superiore rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Nei primi nove mesi del 2025, sono stati inviati 1,5 miliardi di metri cubi rispetto ai 300 milioni dello stesso periodo 2024. Snam ha in corso lavori di potenziamento degli asset frontalieri che potranno portare la capacità complessiva di export nazionale, attraverso Tarvisio e Passo Gries, a ben 20 miliardi di metri cubi all’anno, a supporto degli approvvigionamenti per l’Europa centro-orientale. Tarvisio, in particolare, ha messo in moto l’inversione dei flussi per effetto dello stop al transito russo tramite Ucraina…. L’Italia, con buona pace di Miller, sta diventando uno snodo fondamentale per il transito del gas, in ottica di solidarietà europea. Guardando invece i flussi in entrata in Italia, nei primi nove mesi del 2025 il gas algerino che arriva a Mazara del Vallo si conferma la prima fonte di approvvigionamento (32%), tallonata però dal contributo crescente del gas naturale liquefatto (circa 31 %). Le importazioni di gnl, infatti, da gennaio a settembre 2025 sono aumentate del 40% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, aspetto che influisce positivamente sull’incremento dell’export. Resta costante l’apporto del gasdotto Tap che porta in Italia, a Melendugno, il gas azero, terza fonte di approvvigionamento. C’è poi il capitolo che riguarda la stessa Ucraina. Kiev prevede di aumentare del 30% le importazioni di gas naturale (circa 1,5 miliardi di metri cubi), e ha già avviato le consultazioni con i partner internazionali per i relativi accordi finanziari…”.
I NUMERI PARLANO DA SOLI!!!
E I TANTI PERCHE’ CONTINUANO A RESTARE TALI (e per restare al nostro “VICINO”, la VIA scaduta, i REPERTI ARCHEOLOGICI DISTRUTTI,…)!
Cmq vada, Snam guadagnerà sempre, come il governo con le royalty, ed al solito pagherà pantalone!