Snam, gli ambientalisti scrivono al Comune di Sulmona: “Bloccare i lavori a Case Pente”

“Auspichiamo che il Comune di Sulmona chieda il blocco dei lavori della centrale e, come prevede la risoluzione, l’apposizione, da parte del ministero della Cultura, del vincolo culturale sull’intera area di Case Pente”. È questa la prima delle richieste messe per iscritto dal Coordinamento per il clima fuori dal fossile in una lettera rivolta all’amministrazione comunale di Sulmona. Una lettera che trae spunto dalla risoluzione approvata lo scorso 24 giugno dalla Commissione ambiente e territorio della Regione Abruzzo, un documento che “impegna il presidente Marsilio a sostenere in tutte le sedi istituzionali la posizione di assoluta contrarietà della Regione al progetto Linea Adriatica della Snam”.

Significativo per il Coordinamento che il documento sia stato approvato con il voto unanime di tutte le componenti politiche a dimostrazione di “una unità d’intenti maturata a seguito di diverse riunioni della Commissione che hanno consentito di effettuare una ponderata valutazione dei vari aspetti del problema”. Grazie anche, ricordano, all’audizione dei rappresentanti dei comitati che si oppongono all’opera, “mentre la Snam, pur essendo stata invitata, ha preferito non presentarsi”. “Una conferma della giustezza della lotta, civile e nonviolenta, che da oltre 17 anni i cittadini stanno conducendo contro un’opera non condivisa dalla comunità ma imposta dall’alto”, questo il significato della risoluzione che, spiegano dal Coordinamento “esprime la consapevolezza che il metanodotto e la centrale non porteranno nessun vantaggio né all’Abruzzo né all’Italia, ma unicamente danni e rischi”. Il perché è spiegato nella stessa risoluzione dove si legge “la realizzazione della Linea Adriatica non è necessaria in quanto le attuali infrastrutture metanifere italiane sono ampiamente in grado di assicurare il fabbisogno di gas per il nostro Paese”.

Argomenti che riguardano tutti, anche la nostra città, doppiamente interessata dalla vicenda Snam perché, spiegano dal Coordinamento “mentre i lavori per il metanodotto non sono ancora iniziati, quelli per la centrale vanno avanti dal settembre dello scorso anno” con il cantiere di Case Pente “installato in modo illegale, senza effettuare le prescrizioni ante operam previste obbligatoriamente dal decreto Via e con una autorizzazione a costruire ormai decaduta”. La conseguenza è aver provocato “sotto gli occhi di tutti uno scempio non soltanto ambientale, con la cementificazione di un’area agricola di dodici ettari, l’eliminazione illegale di 317 alberi di ulivo e la sottrazione all’orso bruno marsicano di un’importante area di corridoio faunistico, ma anche, e soprattutto, storico e culturale”. Il riferimento è alle “tracce di un grande insediamento umano composto di 40 capanne e risalente a 4200 anni fa” cancellato dalle ruspe della Snam. Senza dimenticare che a Case Pente, continuano dal Coordinamento, “gli scavi di archeologia preventiva hanno portato alla luce molto altro, da n edificio di epoca romana con 15 stanze, a una struttura termale, una strada romana con piano glareato, due necropoli con complessive 120 tombe, una fornace per la produzione di tegole, un dolio e altre antiche mura”.

Argomentazioni già esposte dagli ambientalisti che oggi si rivolgono alla nuova amministrazione comunale di Sulmona per chiedere, oltre al blocco dei lavori della centrale anche di “affiancare la Regione nel raggiungimento degli altri obiettivi della risoluzione, sottoporre il progetto ad una nuova Valutazione di Impatto Ambientale, sottoporre l’opera ad una approfondita valutazione costi/benefici, mai effettuata, da parte di un ente terzo, approvare una normativa che individui le aree idonee per le infrastrutture metanifere, escludendo i territori ad alto rischio sismico e idrogeologico e, infine, approvare una nuova normativa sulle distanze di sicurezza di tali infrastrutture poiché – concludono – le norme attuali non garantiscono la incolumità dei cittadini e la sicurezza dei beni”.

5 Commenti su "Snam, gli ambientalisti scrivono al Comune di Sulmona: “Bloccare i lavori a Case Pente”"

  1. A me sembra il paese di Bengasi ovvero scrivono al comune di sospendere i lavori. Bene, sulla base di quale fondamento normativo??? Con la consapevolezza che adottare un provvedimento del genere esporrebbe l’ente ad un contenzioso con conseguente danno erariale per possibili risarcimenti danni. Ma poi il comune nel caso specifico non ha alcuna competenza trattandosi di una legge quadro!!!! Imporre oggi il vincolo ad opere in corsa? Ma questi non sono riusciti con procure e tribunali amministrativi e.pretemdono di coinvolgere enti che non hanno titolo per fare ulteriori debiti. E bastaaa!!!!!! Voglio capire la battaglia ma ormai la guerra e’persa….

  2. Mario Pizzola | 1 Luglio 2025 at 19:44 | Rispondi

    Signor Giordan, non ha letto bene l’articolo. E’ il Comune che deve chiedere al Governo il blocco dei lavori e l’apposizione del vincolo culturale. Quanto alla “guerra persa” la Regione Abruzzo non la pensa come lei.

    • La regione Abruzzo ha espresso un “parere” in una commissione convocata solo per far contento qualcuno e che non ha alcuna peso amministrativo. Come dire, quattro amici al bar. Non so se lei fa parte del comitato ma ormai avete percorso ogni strada possibile ulelteriori posizioni o richieste sono solo estremismi e mi auguro, qualora ne derivassero ritardi e danni erariali, ve ne chiedano conto. Per il resto già la precedente amministrazione comunale ha proposto ricorso con costi legali e non mi sembra che abbia avuto effetto alcuno. Ora e’il momento di dire basta a queste pseudo battagli utili solo a mettersi in evidenza e poi colandisarsi e sonoramente bocciati.

  3. Mario Pizzola | 2 Luglio 2025 at 01:48 | Rispondi

    Signor Giordan, le ricordo che il Consiglio regionale é il massimo organo rappresentativo della volontà dei cittadini abruzzesi e che la risoluzione approvata dalla Commissione Ambiente e Territorio, con i poteri del Consiglio, é un preciso atto di indirizzo politico al quale presidente e giunta sono tenuti a dare esecutività. Lei, parlando di “parere per far contento qualcuno” e di “quattro amici al bar”, non solo offende i consiglieri regionali, ma dà una prova eloquente di quale sia il suo
    livello di conoscenza dei principi che sono alla base delle nostre istituzioni democratiche. Le ricordo anche che in 17 anni, da quando cioè é iniziata questa lotta, civile e nonviolenta, contro il devastante e inutile progetto della Snam, la Regione Abruzzo ha approvato 11 risoluzioni, 4 leggi e 7 delibere di giunta con cui é stata negata l’intesa con lo Stato. Tutti atti di contrarietà all’opera, votati alla unanimità. Anziché celarsi dietro un nomignolo di comodo abbia il coraggio di metterci la faccia, così i cittadini potranno conoscere qual è il suo impegno in difesa del nostro territorio.

  4. Bengasi, in Libia? Ma il “paese della cuccagna” descritto dal Boccaccio, non era quello di Bengodi? Mah… sarà stato un “Lapsus Ovidiano”

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