Snam, le controproposte dei civici di Pratola Peligna. Tra investimenti e minacce di citazioni in giudizio

Anche Pratola Peligna fa sentire la propria voce in merito alla vicenda gasdotto Snam, che attraverserà Sulmona e parte della Valle Peligna. A tuonare sono i consiglieri civici d’opposizione, Vincenzo Margiotta e Caterina Di Simone, con una nota abbastanza pragmatica indirizzata al presidente della Regione, Marco Marsilio e al Presidente della Provincia dell’Aquila, Angelo Caruso, oltre che ai sindaci di Sulmona, Pratola Peligna e L’Aquila.

Una sintesi dei diversi investimenti che ha in programma il colosso del gas. Ovvero che Snam, i propri uffici e le proprie aziende, le aprirà nel nord Italia, Milano e Bologna, mentre il “nostro territorio viene martoriato con tubi nei quali passeranno 10 miliardi di metri cubi di gas ogni anno”, come scrivono i consiglieri Margiotta e Di Simone.

“La centrale Snam non è un problema solo di Sulmona – si legge nella nota -, se solo si osserva che il Comune di Pratola Peligna ci confina per esempio dal lato del nucleo industriale. La strada alternativa, al massacro del nostro territorio, era il mare, progetto abbandonato perché ritenuto troppo costoso: la Snam ha risparmiato parecchi milioni di euro attraversando i nostri territori fatti di Parco Nazionale, riserve e natura, ma, nonostante tutto ciò, ritiene di non risarcire adeguatamente la nostra perdita”.

Ecco dunque che Margiotta e Di Simone pongono delle contro richieste a Snam e Governo. Quasi un pegno da pagare per risarcire l’intero territorio.

Tra questi vi è la richiesta di investire parte dei 3 miliardi di euro di investimenti nella transizione energetica già deliberati da spendere e realizzare nei prossimi 10 anni, trasformando Sulmona, Pratola, la Valle Peligna intera in un importante hub per la transizione energetica, magari aprendo uffici e aziende e creando posti di lavoro. A ciò, propongono Margiotta e Di Simone, si aggiunge la ricerca di compensare le bollette per l’energia, come già accade in Basilicata.

“Qualora tali ed altre proposte vengano rifiutate – concludono i due consiglieri pratolani -, si dovrà citare in giudizio la SNAM per ottenere che il danno da noi subito venga stimato, non da qualche burocrate o tecnico, ma da un Giudice, a cui queste competenze e poteri sono affidati per legge”.

29 Commenti su "Snam, le controproposte dei civici di Pratola Peligna. Tra investimenti e minacce di citazioni in giudizio"

  1. Non è possibile nessuno sconto sulle bollette perchè la Snam costruisce metanodotti, non vende gas. Chi vende gas è l’ENI che comunque ha già dichiarato di essere contraria alla realizzazione della “Linea Adriatica” e della centrale di compressione di Sulmona in quanto opere non necessarie. E che, se dovessero essere realizzate, farebbero aumentare immotivatamente il costo delle bollette rendendo il metano meno competitivo rispetto alle energie rinnovabili. Le quali, peraltro, stanno facendo registrare una significativa crescita.

    • Posso chiedere, gentilmente, dove poter leggere le dichiarazioni della Eni che lei riferisce? Grazie e buon lavoro

  2. mi associo ad Amedeo

  3. Le osservazioni dell’ENI sono reperibili sul sito dell’Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente). Bisogna andare sul sito Arera digitando : https://www.arera.it/allegati/operatori/pds/ Documento di controdeduzioni ricevute nell’ambito della consultazione. Piani decennali di sviluppo delle reti di trasporto di gas naturale 2019 – 2028 e 2020 – 2029. Le osservazioni dell’ENI sono a pag. 21 mentre a pag. 6 ci sono quelle dell’Anigas, l’associazione delle imprese che distribuiscono mentano, aderenti a Confindustria.

    • Nel documento che lei cita non c’è alcun riferimento a Sulmona, come lei invece sostiene (“ENI che comunque ha già dichiarato di essere contraria alla realizzazione della “Linea Adriatica” e della centrale di compressione di Sulmona”). Interessante che per contestare le scelte della snam si citi un documento redatto dalla stessa snam nella forma di “controdeduzioni” a obiezioni mosse in precedenza alla snam. Davvero singolare… Spero non siano stati questi i famigerati “studi scientifici… e la linea di difesa.

    • francesco.valentini1935 | 13 Ottobre 2022 at 16:06 | Rispondi

      Per la questione Snam finalmente sono stati evidenziati dati numerici circa la potenzialita’ industriale dell’impianto:dieci miliardi di metri cubi all’anno.Ho detto in tutte le lingue che era necessario partire da questi dati per avviare sul piano legale la contestazione;nessuno che almeno mi abbia chiarito che avevo torto ne’ in sede amministrativa ne’ in sede politica:ho ribadito il concetto in paio di giorni fa da questa testata:articolo sparito mentre altri resistono.Mi rivolgo ai Consiglieri Margiotta e Di Giacomo:studiamo la “Normativa Seveso”,di cui ho qualcosa:Regione Puglia ci ha preceduti e penso che molto potremmo ancora fare per una opposizione legale.A risentirci.

  4. La Linea Adriatica, di 430 km, va da Sulmona a Minerbio e si compone di tre tratte di metanodotti : il Sulmona – Foligno, il Foligno – Sestino e il Sestino – Minerbio. La centrale di compressione di Sulmona è connessa alla Linea Adriatica in quanto la sua funzione è quella di spingere il metano da Sulmona a Minerbio. Il costo complessivo dell’opera (Linea Adriatica più centrale) è di 2 miliardi e 338 milioni euro. Le controdeduzioni della Snam sono in risposta alle osservazioni dell’ENI, contenute anch’esse nel documento pubblicato sul sito dell’Arera, come già detto a pag. 21. La Snam ha controdedotto ma il dissenso dell’ENI resta, anche se alla Snam può non piacere.

  5. vorrei precisare che la SNAM, come risposta alle OSSERVAZIONI di ENI, rimanda alla sua risposta proposta alle OSSERVAZIONI di ANIGAS affermando che: l’analisi ACB riportata nel piano decennale EVIDENZIA come in caso di sua realizzazione i BENEFICI sul sistema gas italiano in termini di
    variazione del social welfare connesso alla riduzione dei costi di fornitura e di incremento della sicurezza e
    affidabilità del sistema in situazioni di disruption risulterebbero ampiamente superiori ai costi dell’intero
    progetto. Si evidenzia inoltre come l’eventuale attivazione di flussi di esportazione verso altri Paesi
    conseguenti alla realizzazione di tale infrastruttura avrebbero un effetto positivo per i consumatori italiani
    in quanto tali volumi concorrerebbero alla copertura dei costi del sistema italiano attraverso il pagamento
    delle tariffe di trasporto.
    In sintesi finale questo gasdotto AIUTA L’ITALIA E I SUOI CONSUMATORI.

  6. aggiungo che la discussione tra SNAM e operatori del gas non si è fermata a questo documento.
    nei documenti successivi la SNAM dichiara che il gasdotto sarà costruito già idoneo al TRASPORTO DELL IDROGENO ed il suo costo è aumentato per il RITARDO DELLA SUA COSTRUZIONE

    https://www.arera.it/allegati/operatori/pds/22/pds22_controdeduzioni.pdf

  7. Ognuno pensa al suo orticello. A Sulmona e dintorni andrebbe chiusa l’ erogazione del gas.

  8. Giovanni…Putin

  9. Un’opera NECESSARIA, purtroppo in ritardo di 20 anni… Speriamo parta al più presto

  10. Signor nessuno, è naturale che la Snam abbia ribadito le sue posizioni perché ha tutto l’interesse a realizzare l’opera. Sarebbe come chiedere al macellaio se la carne che vende è buona. Sta di fatto che il metanodotto e la centrale non servono al nostro Paese perché – come ha detto l’ENI – non sono necessarie. Qualora queste due infrastrutture, inutili e dannose, dovessero essere realizzate i consumatori italiani non ne trarranno nessun beneficio ma, anzi, ne saranno danneggiati perché esse faranno aumentare i costi delle bollette. Se guarda la bolletta c’è una voce specifica che è relativa al trasporto del metano. Non esiste in Italia nessuna crisi del gas, come cercano di farci credere, ma una crisi economica provocata da un aumento stratosferico delle bollette , frutto delle manovre speculative delle grandi compagnie del settore fossile. Il nostro Paese, nei primi otto mesi dell’anno, ha importato più gas rispetto allo scorso anno, compensando abbondantemente le minori forniture dalla Russia. Al punto che ne ha rivenduto ad altri paesi, fino ad ora, ben 2 miliardi e 300 milioni di metri cubi. Cosa mai accaduta prima. Non so dove ha letto che il nuovo tubo sarà idoneo a trasportare idrogeno. I tubi del gas non sono adatti al trasporto dell’ idrogeno perché l’idrogeno è un gas meno denso del metano, pertanto occorrono tubi più grandi. Il che comporterebbe sostituire anche i tubi esistenti, con costi incredibili. Sotto l’aspetto economico e dell’impatto ambientale sarebbe una pazzia. In merito all’affermazione secondo cui i costi sarebbero aumentati a causa del ritardo nella realizzazione dell’opera, le faccio presente che in tre anni i costi della Linea Adriatica, previsti dalla Snam, sono passati da 1 miliardo e 900 milioni a 2 miliardi e 338 milioni, con un incremento di 438 milioni. E tutto questo prima della guerra in Ucraina. Non mi risulta che i lavoratori e i pensionati italiani, nel frattempo, abbiano avuto incrementi delle retribuzioni dello stesso livello.

  11. l ‘ENI NON HA MAI SCRITTO CHE IL GAS DOTTO NON È NECESSARIO! il piano decennale dello Stato Italiano eseguito dalla SNAM, AZIENDA A CONTROLLO STATALE, viene pubblicato e si invitano gli operatori a proporre deduzioni, commenti e proposte.
    l’ Eni ha solo suggerito di verificare il costo dell opera considerando che i tempi di recupero arriveranno nel 2050 in tempi di decarbonizzazione.
    la snam ha risposto che l opera è staa progettata proprio per la decarbonizzazione poiché è IDONEA AL TRASPORTO DELL IDROGENO.
    IN ITALIA LA SNAM HA GIÀ CERTIFICATO 33000 KM DI GASDOTTI, GIÀ INSTALLATI, IDONEI AL TRASPORTO DELL IDROGENO.
    IN PIÙ LA SNSM HA GIÀ PREVISTO CHE IL COSTO DI QUESTA OPERA SARA RECUPERATA DALLA VENDITA ALL ESTERO DEL GAS CHE TRASPORTA.
    MI DISPIACE CONTRADDIRLA MA SIAMO A DIVERSI LIVELLI CONCETTUALI DI INTERPRETAZIONE DI QUELLO CHE È STATO SCRITTO NEL PIANO ELABORATO DALLO STATO ITALIANO, CIOÈ DALLA SNAM

  12. Nel rapporto “European Hydrogen Backbone”, pubblicato dai principali gestori dei gasdotti europei, si vorrebbe invece arrivare a costruire 23mila km di idrogenodotti entro il 2040, con un investimento fino a 64 miliardi di euro, una cifra molto importante che per due terzi è legata alla riconversione delle attuali tubature.

  13. questa è decarbonizzazione.
    si passa per il metano per la decarbonizzazione.
    i tempi saranno lunghi ma ci arriveremo!
    dire NO a grandi opere è solo vetusita dei pensieri!
    SVEGLIA CHE IL FUTURO ENERGETICO STA ALLE PORTE

  14. Signor nessuno, penso che dovrebbe svegliarsi lei perché il futuro dell’energia non passa dalle fonti fossili (come il metano), che entro il 2050 dovranno essere totalmente abbandonate, ma dalle fonti rinnovabili, che sono in sensibile crescita. Lei scrive : “Nel piano elaborato dallo Stato italiano, cioè dalla Snam”… Identifica, così, lo Stato con la Snam. Capisco che si tratta di un lapsus involontario, ma in realtà coglie nel segno, perché lo Stato sta facendo esattamente quello che gli impone la Snam. Anche se si tratta di opere del tutto inutili, dannose per l’ambiente, per il nostro territorio, per la nostra salute e per il clima del nostro pianeta. Lei dice che “l’ENI non ha mai scritto che il gasdotto non è necessario”. Mi spiace ma è in errore. Nel documento di controdeduzioni alle osservazioni relative ai piani Snam 2019 – 2020 e 2020 – 2029 (documento pubblicato sul sito dell’Arera) l’ENI, riferendosi alla Linea Adriatica, scrive testualmente : “Trattandosi di investimenti che non sono necessari a garantire il soddisfacimento della domanda nazionale, bensì la funzione di aumentare la diversificazione delle fonti di approvvigionamento del resto d’Europa aumentandone la sicurezza, i relativi costi devono essere opportunamente allocati ai Paesi che ne beneficeranno (…).Diversamente si farebbero gravare interamente sui consumatori italiani i costi sostenuti per investimenti i cui benefici verrebbero goduti da altri Paesi europei”. In merito ai 33.000 km di gasdotti italiani che sarebbero idonei al trasporto dell’idrogeno, anche qui è in errore, perché gli attuali gasdotti non sono tecnicamente idonei per l’idrogeno e la miscelazione tra idrogeno e metano può avvenire al massimo nella misura del 10 per cento. Quanto all’idea dei “principali gestori dei gasdotti europei” di costruire lunghissimi e immensi tubi per il trasporto dell’idrogeno, è un progetto che non sta in piedi. Considerato che trasportare idrogeno non è facile, e che costruire idrogenodotti, con relativa rete capillare di distributori, non è conveniente economicamente, la soluzione più fattibile è quella di realizzare centri di produzione e di distribuzione di idrogeno in appositi distretti sul territorio. Questo perché l’impiego dell’idrogeno va bene per grandi mezzi di trasporto, come navi o treni, mentre non è conveniente per altri usi.

  15. non è affatto un lapsus, la SNAM È STATO ITALIANO.
    La SNAM è nata nel 1941 e da allora costruisce gasdotti per il popolo Iitaliano. Oggi è una societa per azioni e il suo utile supera il miliardo di euro.
    l ’80 % delle sue azioni sono dello Stato Italiano.
    Il piano decennale, quindi il gasdotto e relativa centrale, HA SUPERATO L’ ANALISI ACB.
    Come tutti i piani decennali che da sempre ha fatto la SNAM.
    X ricordaglielo ACB è l’ Analisi Consumo Beneficio necessaria per le autorizzazioni dei progetti.
    l’Obiettivo del 2050 è solo un obiettivo NON È UNA LEGGE.
    l’obiettivo dell Europa NON È AZZERARE I FOSSILI È AZZERRARE L ‘EMISSIONE DI CO2. SONO DUE COSE BEN DISTINTE!!!
    Ci sono tanti progetti che utilizzano il metano come energia senza emettere CO2, cioè in grado o di catturarla oppure di trasformarla in carbonio solido.
    Arezzo è una città che utilizza IDROGENO con tubature che lo portano dentro le case, NON È FANTASIA.
    Chi dice NO A QUESTA OPERA DICE NO AL FUTURO!

  16. Signor nessuno, non c’è bisogno che lei utilizzi tante maiuscole per cercare di rendere più convincenti le sue argomentazioni, che restano molto deboli. La Snam non è, come lei sostiene, lo Stato italiano. Lo Stato italiano è il Parlamento, il Governo, le Regioni, i Comuni, e soprattutto è il popolo che elegge i propri rappresentanti nelle istituzioni democratiche. La Snam è una società partecipata dallo Stato attraverso la Cassa Depositi e Prestiti che ne detiene il 31,35 per cento delle azioni. La Snam e le altre società del settore fossile dovrebbero sottostare alle regole dello Stato ma accade il contrario. Sono queste società che condizionano le scelte dello stato piegandole ai loro interessi. L’obiettivo dell’azzeramento della C02 entro il 2050 e del suo dimezzamento entro il 2030 è un impegno preciso assunto dall’Europa, e quindi anche dall’Italia, in applicazione dell’ Accordo di Parigi sottoscritto nel 2015. E la decarbonizzazione dell’economia, se si vuole salvare il clima del pianeta, non può essere fatta continuando ad utilizzare metano, perché il metano è un gas climalterante oltre 80 volte più potente della C02 nei primi 20 anni di permanenza nell’atmosfera. Se Arezzo utilizza idrogeno è perché lo produce in loco, non lo riceve dalle fantasiose e mastodontiche tubature provenienti da chissà dove, di cui lei parla. In Italia non è stato messo in cantiere nessun progetto di cattura e stoccaggio della C02. Si tratta, come dice lei, solo di progetti, che però devono fare i conti con ostacoli molto seri, come il costo elevatissimo dell’operazione e il carattere sismico del territorio. Il futuro è delle fonti rinnovabili, non delle fossili. Se ne convinca.

    • ho capito che sto rispondendo ad una persona che si ritiene informata ma di fatto non lo è ASSOLUTAMENTE!
      (IL MAIUSCOLO SERVE PROPRIO PER EVIDENZIARE ALCUNE PARTI DEL DISCORSO, ED È EVIDENTE CHE FUNZIONA e fa male a chi legge quando tocca le carenze dell intercolutore, tanto che pure lo evidenzia)
      la correggo per gli errori che scrive e per le false notizie che riporta:

  17. le azioni della SNAM sono del 31 % della CDP E PER 41 DI ALTRE ISTITUZIONI PUBBLICHE CIOÈ 82 % DELLO STATO ITALIANO.
    SE NE FACCIA CONTO, SE POI RITIENE CHE LO STATO SIA SOTTOMESSO AD UNA SUA CONTROLLATA oltre che riderci sopra non ho parole…

  18. se le scrivo che l’obiettivo del 2050 NON È UNA LEGGE risulta inutile ripetere cosa è l’ obiettivo, che il gas e clima alterante etc etc, ma NON AFFRONTA IL CONCETTO CHE NON È UNA LEGGE, È UN OBIETTIVO

  19. infine in Italia come in Europa ci sono IMPIANTI DI CATTURA DELLA CO2 E TANTI SONO IN PROGETTO
    tre esempi per farvi capire come IGNORARE VUOL DIRE NON CONOSCERE IL PROBLEMA DELL’OBBIETTIVO 2050 ZERO CO2 (NO DI FOSSILI!!!)
    Nella centrale elettrica di Brindisi è attivo un impianto di cattura di co2 di 2,5 tonnellate ora.

  20. A Ravenna in costruzione impianto di storage di CO₂ presso  giacimenti esauriti di metano nell’Adriatico che guarda un po utilizza i gasdotti dismessi per trasportare la CO2

    Sleipner in Norvegia che, da quando ha iniziato le attività nel 1996, ha già stoccato circa 16 milioni tonnellate di anidride carbonica in completa sicurezza.
     

  21. la CCS Carbon Capture and Storage e la CCU (Carbon Capture and Utilizatio) FA PARTE INTEGRALE DELL OBIETTIVO EUROPA ZERO CO2 NEL 2050.

  22. la CCS Carbon Capture and Storage e la CCU (Carbon Capture and Utilizatio) FA PARTE INTEGRALE DELL OBIETTIVO EUROPA ZERO CO2 NEL 2050.

  23. infine, e qui chiudo, quello che afferma che “il futuro e delle fonti rinnovabili” E’ LA BAGGIANATA PIÙ COLOSSALE IN CUI LEI CI CREDE.
    QUANDO SI PARLA DI CO2, CARBURANTI FOSSILI, ENERGIA DI DEVE INTERFACCIARE CON TUTTO IL MONDO NON SOLO L ABRUZZO.
    Si stima che la domanda mondiale di energia nel 2035 sarà più alta di oltre il 30% e che, nonostante lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili, i combustibili fossili continueranno a svolgere un ruolo importante, coprendo oltre il 70% del fabbisogno.
    fonte MISE

  24. FinalmenteIlVia | 15 Ottobre 2022 at 01:36 | Rispondi

    Caro Nessuno, ti ringrazio per lo sforzo divulgativo fatto. Fa piacere vedere che in valle ci sono ancora menti ben informate ed acculturate. Spero che le testate locali si decidano a fare un po’ di divulgazione onesta il prima possibile invece di dare sempre troppo spazio ad una minoranza rumorosa, chiassosa e senza alcuna competenza.

  25. Il signor nessuno divulga fuffa presa qua e là sul web. Il fatto che la Snam sia una società partecipata dallo Stato non significa che la Snam sia lo Stato. Significa solo che lo Stato ha il potere di controllo sulla Snam, potere che non esercita come dovrebbe, al punto che – anziché lo Stato – la politica energetica nel nostro Paese la fanno l’ENI, la Snam e le altre società del settore fossile. Produrre CO2 e seppellirla in giacimenti sotto il mare o sotto la terraferma è come mettere la polvere sotto il tappeto. La soluzione non sta nel nascondere la CO2 ma nel non produrla. Quindi nel ridurre drasticamente l’utilizzo dei combustibili fossili, tra cui il metano. Il metano è un gas climalterante più potente della CO2 e significative perdite di metano si verificano lungo tutta la filiera, nei pozzi di estrazione, nei gasdotti , nelle centrali e fino al consumo finale. Quanto all’Accordo di Parigi del 2015 che il signor nessuno continua a dire “non è una legge!”, “non è una legge!”, è bene che tenga presente che è un Trattato internazionale firmato da 195 Stati membri (tra cui l’Italia) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. E i Trattati non sono chiacchiere da bar , ma sono impegni che, una volta assunti, vanno rispettati. In applicazione dell’Accordo di Parigi la temperatura media del pianeta terra dovrà essere portata al di sotto di 2 gradi C, e poi sotto 1,5 gradi C, rispetto ai livelli preindustriali. Per ottenere questo è necessario ridurre drasticamente l’impiego dei combustibili fossili. I nuovi impianti come il metanodotto e la centrale della Snam sono inutili perché al 2030 il consumo di gas in Italia scenderà di quasi un terzo, passando dai 75 miliardi di metri cubi di oggi a 50/55 miliardi di metri cubi.

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