Snam, via libera al ricorso da 23mila euro

Altri 13mila euro circa sul piatto che si aggiungono ai quasi 10mila già versati per il parere: l’incarico all’avvocato Luca Colasante del Foro di Roma per opporsi al metanodotto Snam, da parte del Comune di Sulmona, è ora ufficiale.

Lo ha deciso ieri la riunione dei capigruppo con voto favorevole anche dell’opposizione (era presente in realtà solo Franco Di Rocco), scegliendo così di rimanere sul solco tracciato finora che è quello di opporsi in tutte le sedi.

La scadenza per la presentazione del ricorso al tribunale amministrativo scadrà l’11 aprile prossimo, ma sostanzialmente esso è in gran parte già stato illustrato nel lungo parere fornito dal legale incaricato e che punta, sostanzialmente, sul fatto che sia scaduta la valutazione di impatto ambientale e che non ci sia il via libera, al tubo, per le autorizzazioni urbanistiche.

Quanto queste motivazioni reggeranno davanti all’ennesimo giudizio è da vedere, certo è che il rischio che Snam a questo punto decida di non sedersi più al tavolo delle trattative per concordare un ristoro ambientale è alto.

Alcune categorie avevano chiesto al Comune di pensarci bene e di aprire una trattativa con Snam, tanto più che non essendo stato determinato in conferenza dei servizi, il ristoro non sarebbe dovuto, ma frutto di una convenzione che Snam e Comune dovrebbero firmare. La cifra che era stata prevista era pari all’1% dell’investimento: ovvero 2,8 milioni di euro per la centrale (contro cui, però, ormai nulla si può fare) e 500-600mila euro per il passaggio del tubo sui 10 chilometri circa di attraversamento sul territorio di Sulmona. Una base di partenza, in realtà, che però ora probabilmente verrà meno.

Il Comune resta al fianco dei comitati fino alla fine, in attesa che il Tar decida se, nonostante la strategicità, l’opera sia ancora ostacolabile.

7 Commenti su "Snam, via libera al ricorso da 23mila euro"

  1. Giovanni Tedoldi | 4 Aprile 2023 at 22:29 | Rispondi

    Soliti idioti. Gli toglierei il gas nel comune

  2. I cosiddetti ristori non c’entrano niente con il ricorso al Tar. Se sono dovuti per legge non si perdono perché fai ricorso. E poi basta ad inginocchiarci come servi davanti ai prepotenti.

  3. La valutazione della effettiva importanza strategica di una struttura o infrastruttura non spetta alla cittadinanza ma ad organi appositamente preposti. Il cittadino ovviamente può formarsi una propria opinione, talora favorevole, talora dissenziente, ma è giusto un’opinione, senza cioè pretese ostative se la valutazione degli organi è stata favorevole.
    In taluni casi estremi (p.es. sul nucleare; ma non èil caso del metanodotto) è giusto che prima di ogni cosa si proceda con una consultazione popolare (un referendum, come infatti già s’è fatto ben due volte).
    Quello che spetta ad una buona amministrazione è appunto concordare, con riferimento al proprio territorio, sedi, tracciati e ristori, opponendosi – al limite anche in via giudiziaria – a soluzioni unilaterali che non risultino congeniali al territorio e alle esigenze della cittadinanza.
    Con queste premesse, bene ha fatto il comune a ricorrere al TAR, se il fine è non di bloccare l’opera ma di conformarla al rispetto del territorio e delle esigenze della cittadinanza.

  4. Lo ricordo con stesso giornaliero orrore e con costante pensiero per chi ha sinceramente combattuto ed è morto per la democrazia, quando,molti anni orsono uscirono sul mercato i primi decespugliatori a scoppio che, chiaramente un comune della zona acquistò con procedura diretta da un concessionario della zona e chiaramente con fattura maggiorata di centomila lire da poi dividersi in due. Ebbene trovandomi in comune per altro impegno, non appena si vide arrivare il detto concessionario,iniziarono a spintonarsi ed a sgomitarsi il sindaco e la guardia comunale, senza gerarchia alcuna, gareggiando su chi prima gli si potesse parare davanti, sapendosi chiaramente che veniva a portare la cinquantamilalire. Poi queste cose le dici in Procura e ti accusano di calunnie, perché questi affidamenti diretti maggiorati li fanno con bramosa norma tutti i tribunali d’Italia. Quindi è inutile denunciare il comune di Sulmona per le spese di questa consulenza finalizzata soltanto al tornaconto monetario come tutti procedimenti di spesa che ancora avvengono nella Repubblica Italiana con le stesse procedure vigenti nel Regno Sabaudo e riportate intatte con lo squilibrato strapotere di superprofitti che consegnano alla avida classe politico-burocratica che brama perpetua follia di amministrazione del denaro pubblico.

  5. ma come si può sapere che la centrale è stata autorizzata e non si può fare ricorso contro la sua costruzione e pensare di fare ricorso per il suo prolungamento con il gasdotto?
    imbelle come pensa così, ma potevamo vince la guerra!?

  6. Sono due procedimenti distinti e due autorizzazioni diverse. Prima di parlare bisogna conoscere come stanno le cose.

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