Una emorragia di popolazione preoccupante per le aree interne e che si ripercuote anche sulle istituzioni scolastiche, sull’argomento torna Miriam Anna Del Biondo, segretaria regionale Flc Cgil L’Aquila. In tutta la provincia ci sono scuole a rischio chiusura, ” presidi di cultura e socialità che non possiamo permetterci di perdere” dichiara la sindacalista.
Eppure ogni anno, ad iscrizioni chiuse, “ci ritroviamo a fare i conti con numeri insufficienti relativamente a parametri nazionali che non sono adeguati alle piccole realtà interne”. Più volte è stato richiesto di rivederli. Il tetto minimo di alunni per l’autonomia delle istituzioni scolastiche è 400 alunni per i comuni di montagna e a 600 per tutti gli altri. “Sono numeri inadeguati per le nostre scuole – spiega Del Biondo -, dove, quando si riesce a non chiudere, si ricorre comunque alla formazione delle pluriclassi”.
Da Navelli a Pescasseroli le scuole sono a rischio. Tra le aree per cui vige maggiore preoccupazione c’è la Valle Peligna. A settembre scorso era stato chiesto alla politica di “arginare il rischio di desertificazione”. Purtroppo non ci sono state risposte.
“Siamo fortemente convinti – prosegue Del Biondo – che solo quando sulle aree interne si agirà con nuove proposte e non con vecchie dinamiche e solo quando si comprenderà che i nostri territori possono essere oggetto di programmazioni differenti anche sperimentando modalità e possibilità comunitarie, che tengano presenti le risorse che tali aree rappresentano e non i problemi che preferiamo leggervi, non potrà esserci un’inversione di tendenza”.
Molte chiacchiere e tanti bla bla bla, bisogna essere realisti e affrontare le situazioni di drastica denallità con misure razionali, e la ricetta è una: scuole intercomunali belle e sicure.
È inutile e dispendioso mantenere le scuole in piccoli centri ad alta denalità con inversione di tendenza pari a ZERO. Finiamola di spendere e spandere i soldi degli Italiani, sempre più tartassati, per progetti e soluzioni fallimentari ed anacronistiche.