
L’estate entra nel vivo e l’Abruzzo si cautela contro le alte temperature, riproponendo le disposizioni emesse lo scorso anno nell’ordinanza firmata da Marco Marsilio, con lo stop forzato alle attività lavorative sotto al sole nelle ore più calde.
A tutela dei lavoratori esposti al sole in condizioni di attività fisica intensa, l’assessorato alle Attività produttive, guidato da Tiziana Magnacca, ha predisposto – di concerto con gli assessori Nicoletta Verì ed Emanuele Imprudente – una nuova ordinanza firmata dal presidente della Regione Abruzzo, per far fronte all’emergenza caldo.
Il provvedimento stabilisce, su tutto il territorio regionale, il divieto di svolgimento di attività lavorative in condizioni di esposizione prolungata al sole, dalle ore 12.30 alle ore 16.00, fino al 31 agosto 2025, nei seguenti settori. Stop alle attività agricole, florovivaistiche, nei cantieri edili ed attività affini.
“Si tratta di una misura importante – ha dichiarato l’assessore Tiziana Magnacca – per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori più esposti alle conseguenze delle alte temperature. Già lo scorso anno, a seguito del confronto con i sindacati regionali, il presidente Marsilio aveva adottato un’ordinanza analoga, che si applicava nei soli giorni in cui il sito www.worklimate.it segnalava un livello di rischio ‘alto’ per i lavoratori sottoposti a intensa attività fisica al sole”.
Una misura importante, sollecitata dai sindacati confederali, ma che risulta essere una soluzione parziale secondo Fiom Abruzzo-Molise.
“Ci sono migliaia di lavoratori metalmeccanici e di altri settori industriali che, ogni giorno, sono costretti a lavorare in fabbriche, capannoni e officine esposti a temperature elevate e microclimi estremi – commenta Natascia Innamorati, segretario generale -. Le alte temperature e l’umidità, come riportato nelle linee di indirizzo nazionali per la protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare, rappresentano un rischio reale per la salute: possono causare dermatiti da sudore, crampi, disidratazione, squilibri idrominerali, fino ad arrivare a casi gravi di esaurimento da calore e colpi di calore che mettono a rischio la vita. Non basta fermare il lavoro all’aperto: occorre garantire condizioni di sicurezza anche dentro le fabbriche. In alcuni contesti è necessario riorganizzare i turni di lavoro per svolgere le attività nelle ore più fresche. I lavoratori hanno diritto a spazi ventilati, più pause e in zone fresche, acqua sempre disponibile e DPI che non aggravino l’esposizione al caldo”.
PERFETTO….ORA PREDISPONETE I CONTROLLI PERO’…