Tanta cultura ma pochi investimenti: record di strutture museali per Sulmona

Sulmona città d’arte e cultura, e non di certo perché a dirlo è la segnaletica verticale ad ogni angolo della città. Il patrimonio culturale ovidiano è un dato di fatto, specie dopo l’ultimo approfondimento tematico condotto dall’Osservatorio Abruzzo per il progetto di Fondazione openpolis, Etipublica, Fondazione Hubruzzo, Gran Sasso Science Institute e StartingUp sugli edifici storici e complessi monumentali, ma anche musei e biblioteche della regione.

Dal censimento fornito, infatti, Sulmona detiene il record di Comune con il maggior numero di musei censiti nel 2018 in Abruzzo (6), seguita da Chieti (5). Eppure gli introiti rimangono risicati, con l’ultimo accertamento pubblicato relativo ai visitatori di febbraio e marzo 2022 che segna una timida entrata di 640 euro. Si resta comunque in attesa della pubblicazione sull’albo pretorio delle entrate del mese di maggio, ma soprattutto di aprile dove con il ritorno alle celebrazioni pasquali si ipotizza un’accelerata importante grazie all’afflusso di turisti nel capoluogo peligno. Anche se la settimana santa gli ingressi nei musei sono stati 134 e ci si aspettava qualcosa in più.

Certo, il Covid ha anche fatto la sua parte e naturalmente in negativo e in modo distruttivo. In Abruzzo sono oltre 100 i musei e le istituzioni presenti (108 nel 2018). Di questi, sono 85 quelli che sono rimasti aperti (almeno parzialmente) nel 2020, primo anno della pandemia. Anno che, non casualmente, ha visto un crollo nel numero di visitatori, a livello nazionale e regionale. In Italia si è passati dai circa 130 milioni annui registrati nel biennio 2018-19 ai 36 milioni del 2020. In Abruzzo nello stesso periodo si è passati da una media di 360mila visitatori annui nel biennio 2018-19 (313mila nel 2018, 407mila nel 2019) ai 163mila del 2020. Nella regione perciò il crollo è stato più contenuto della media nazionale, dove si registra un calo superiore al 70% (addirittura -76% per i soli musei statali). Tuttavia ha interrotto un trend di crescita visibile nei mesi precedenti l’emergenza, evidente per quasi tutte le province abruzzesi (con l’eccezione di Teramo, per cui i dati tra 2018 e 2019 mostrano un calo).

In testa alla classifica dei Comuni con maggiore afflusso turistico nel 2018 c’è Civitella del Tronto con ben 36.000 visitatori, mentre Sulmona si piazza al 15esimo posto con l’Abbazia di Santo Spirito al Morrone che ha accolto in quell’anno più di 6.000 turisti. Una spinta può arrivare anche dalla digitalizzazione, o meglio dalle visite virtuali alle quali ha aperto le porte il complesso della S.S. Annunziata che potrà essere visitato comodamente dal divano di casa propria.

Sulmona risulta, però, poco virtuosa in fatto di spesa per la tutela dei beni culturali. Un trend che, in realtà, è positivo in tutta la provincia dell’Aquila dove i comuni hanno una spesa di 49,37 euro pro capite, superiore alla media regionale (32,16 euro) e sia a quella nazionale (27,87). Le spese sulmonesi per la tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali ammontano a 560.888 euro, ovvero una spesa pro capite di 24,46 euro, in netta controtendenza con il percorso intrapreso dal resto della provincia e ben al di sotto della media nazionale. Insomma, l’allievo ha le potenzialità ma non si applica a dovere.

Uno sprint importante potrebbe arrivare dagli investimenti per la cultura stanziati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, con 5,7 miliardi di euro a disposizione (ovvero il 2,4% delle risorse stanziate). Questi possono essere ricondotti a 10 distinte voci di spesa. La più significativa è contenuta nel “Piano strategico dei grandi attrattori culturali” (1,46 miliardi).

4 Commenti su "Tanta cultura ma pochi investimenti: record di strutture museali per Sulmona"

  1. Sulmona ha potenzialità e risorse enormi. Questo lo abbiamo sempre saputo. Che abbia il record di strutture museali in Abruzzo non ci sorprende. Il problema è un altro. Oltre che riuscire a creare una perfetta azione sinergica tra le predette strutture bisognerebbe anche rendere i musei fruibili da molte più persone grazie ad una capillare, sapiente informazione ottenuta utilizzando le immense potenzialità della rete e dei
    canali social.

  2. bene,spot pubblicitari del nulla,chiacchiere,basta dare un ‘occhiata ai reports sui flussi turistici,destinazioni finali,siti archeologici/musei/attrattori,ecc,ecc…Abruzzo nelle ultime posizioni, il Museo archeologico naz.d’Abruzzo-Chieti il piu’ visitato e la Casa natale di d’Annunzio, circa 120 mila le presenze, poi Civitella del Tronto,Celano,in pratica nulla,in termini di presenze turistiche, quindi i musei non bastano, la rete,social media possono aiutare,ma non creano i “fattori d’interesse turistico”,le tipologie di turismo sono diverse ,ognuna con esigenze di servizi specifici,molteplici,distinti,adeguati,soprattutto fruibili/godibili,quindi l’informazione,promozione commerciale non garantisce la “destinazione finale “,del resto il Paese (Bel) era primo in classifica, ora 5/6 e nessuno si chiede perche’,quali le ragioni ? E’ ora di smetterla con le potenzialita’,siti unesco,musei a cielo aperto,ecc,ecc,nell’Industria del Turismo bisogna eliminare le criticita’,investimenti per sostenete i professionisti specifici,piani ,azioni,progetti mirati all’adeguamento,
    riqualificazione,ammodernamento delle infrastrutture/trasporti,tutte nessuna esclusa,la Francia insegna,coinvolti gli aventi ruolo, imprenditori/addetti inclusi,hanno contribuito,
    partecipato,approfondito,studiato,valutato,analizzato,e trovato le soluzioni ,sono tornati primi in classifica,e basta con le parole del nulla,o no?

  3. Mi chiamo Antonio | 25 Maggio 2022 at 22:10 | Rispondi

    … la famosa moltiplicazione dei pani e dei pesci… e quello dell’Annunziata lo chiamate museo?
    Aree tematiche scarne o addirittura assenti… di chi la colpa?
    Come afferma l’ottimo Musichiere: spot pubblicitari del nulla… chiacchiere… e a mio avviso improvvisazione e mancanza di professionalità… non basta una laurea o un dottorato.., bisogna avere capacità gestionali e lungimiranza.
    Non si è capaci nemmeno di riportare a Sulmona i reperti del Santuario Italico alle pendici del Morrone… che dite a 60 anni e passa dalla scoperta, il famoso Ercole a riposo lisippeo, è cosa buona e giusta che riprenda la via di casa?

  4. francesco.valentini1935 | 30 Maggio 2022 at 18:45 | Rispondi

    Fa piacere questo riconoscimento alla Cultura per Sulmona,ma restano parole:siamo fra i primi in Abruzzo maxtutto quello che esce non rientra piu’abbiamo perso la biblioteca comunale sepolta dall’incuria,quella dell’ex Convento di Sant’Antonio,l’Emeroteca del Centro Servizi Culturali passato ad altri lidi:mi fermo perché ‘ lo spazio e’ tiranno:ma quando ci sveglieremo? Se si continua ad accontentarci delle parole mentre i fondi vanno altrove,siamo a posto:ma sempre pronti ad applaudire i nostri carnefici che qui,in Valle Peligna,hanno sempre mietuto senza aver seminato: gli uccelli di francescana memoria:ma erano altri tempi.

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