“Tanta è l’arte che l’arte non si vede”, un nuovo murale ovidiano a Case Lupi

“Ars adeo latet arte sua”, “Tanta è l’arte che l’arte non si vede” tradotto da Bernardini Marzolla. Dalle Metamorfosi di Ovidio, il verso latino da qualche mese campeggia lungo una recinzione di una proprietà privata di Case Lupi, tra Bagnaturo e la Badia. Un omaggio al vate sulmonese voluto dal proprietario dell’immobile Massimo Di Prospero, omaggiato nella sua idea dall’associazione Amici del Certamen che ha voluto inaugurare l’opera.

“Si tratta di un murale anamorfico di circa venti metri- spiegano dall’associazione Alessandro Colangelo e Marco Maiorano- composto da lettere dipinte su un lato dei paletti di cemento; la scritta, giocando visivamente con gli elementi modulari, dilatandosi o contraendosi a seconda del punto di vista, appare chiaramente intellegibile solo da una data angolazione”. Il lavoro, commissionato al Collettivo Mani, ripercorre idealmente, e in questo caso fattivamente, il mito del Pigmalione “che si innamora della statua da lui stesso scolpita fino a pregare gli dei che diventi persona vivente”. In questo caso specifico, dunque, “il mito si fa illustrazione della potenza illusionistica dell’arte” perché “Oltre alla scomposizione di ciascuna lettera in porzioni verticali, che determina l’anamorfosi, la particolarità della scritta è data dalla rifrazione della luce sulla recinzione che si può notare in alcune ore della giornata: tale effetto permette, sorprendentemente, di distinguere la scritta anche sul lato non dipinto, conferendo fascino e mistero all’opera”.

Questo particolare murale entra a far parte così degli altri cinque parte del progetto “Murale Ovidiano” condotto dal 2011 dall’associazione e che non si esaurisce qui. Nei prossimi mesi sono in programma altre opere “con l’obiettivo di rendere l’originale iniziativa anche l’occasione per avvicinare alla conoscenza delle opere di Ovidio e per riqualificare zone a rischio degrado”. Nel frattempo il plauso va ad un privato che ha dimostrato una certa sensibilità nei confronti dell’arte.

 

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