Telenovela liceo classico, il Tar riapre la gara d’appalto

La telenovela dei lavori di adeguamento sismico della sede del liceo classico Ovidio in piazza XX settembre ha segnato ieri una nuova puntata. Che non cambia la trama, probabilmente, ma potrebbe cambiare il finale. Perché il tribunale amministrativo regionale ha riammesso ieri in corsa un competitor importante ovvero la Edil Co/Esse Ingegneria, un grosso gruppo con sede in Basilicata che era stato escluso dalla commissione per un presunto difetto procedurale nella presentazione della domanda.

In sostanza la Edil Co (capogruppo mandataria della Rti) avrebbe omesso di inserire contestualmente nella documentazione la disponibilità dei progettisti a costituirsi in raggruppamento temporaneo per adempiere al compito. Cosa, che, ha stabilito ieri il Tar, era implicito nella domanda presentata: “La stazione appaltante avrebbe potuto trarre dalla domanda di partecipazione alla gara – scrivono i giudici – tutti gli elementi dai quali desumere che alla data della presentazione della domanda Esse Ingegneria S.r.l. e l’arch. Nicola Giuliani – rispettivamente indicati per l’esecuzione del 90% e del 10% dei servizi di progettazione – avessero implicitamente dichiarato anche l’impegno a costituirsi in RTP con conferimento alla prima del ruolo di capogruppo e quindi di mandante del costituendo RTI misto”. 

Ora il Comune dovrà insomma riammettere il sesto concorrente all’appalto che vale oltre 4 milioni di euro e per farlo dovrà riparametrare tutti i punteggi distribuiti finora, in modo da procedere alla valutazione delle singole offerte. Procedura che comunque dovrebbe essere eseguita martedì prossimo, sempre che le correzioni in corsa non si protraggano. 

Oltre alla Edil Co/Esse Ingegneria, ci saranno in gara  Salvatore & Di Meo (insieme alla Meg Costruzioni) e la Benedetto Zappa di Sulmona; la Fratelli Navarra, l’Ati Spaccia/Tecnostrade e l’Ati Cioci/Coid.

Il procedimento è quello contestatissimo dell’appalto integrato, contro cui aveva fatto ricorso l’Ordine provinciale degli architetti a cui però i giudici amministrativi hanno dato torto in due gradi di giudizio.

Procedura, in verità, già decisa nell’agosto del 2019 su indicazione degli uffici provinciali a cui era stata richiesta una somma aggiuntiva di 800mila euro, ad oggi non inserita nella base di gara.

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