Teramo-Mare rischio esondazione, otto associazioni chiedono lo stop al quarto lotto

Fermare la Teramo-Mare: la richiesta arriva da otto associazioni ambientaliste che hanno presentato un dossier alle diverse istituzioni coinvolte per scongiurare in un prossimo futuro, non così lontano come immaginato, scene come quelle ancora fresche di cronaca registrate in Emila Romagna e Marche dopo l’alluvione.

In particolare le otto associazioni (Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus, LIPU del. Abruzzo, Italia Nostra sez. riunite Abruzzo,  Altura,  Paliurus, Gruppo di Intervento Giuridico, Mountain Wilderness, Il Cittadino Governante) chiedono di bloccare il quarto lotto dell’opera da circa 7 km, per la quale sono stati stanziati 173 milioni di euro. 

“Il cambiamento climatico ci dice che nell’area del Mediterraneo è concreto il rischio di un aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi estremi – scrivono – e quindi ha senso adeguare le specifiche delle infrastrutture – ponti, strade, ferrovie rendendole più performanti e meno esposte. Se sono state progettate con tempi di ritorno di 100 o 50 anni e poi l’evento si ripete invece con frequenza molto maggiore è ovvio che le opere vanno ripensate per resistere ad eventi più frequenti”.

E’ il caso della Teramo-Mare, la cui realizzazione, come emerge dalle carte della Valutazione di impatto ambientale, sarebbe fatta in piena area di rischio alluvione del fiume Tordino.

 Le associazioni hanno contestato l’uso da parte di Anas di una modellazione delle piene fatta tenendo conto delle portate con tempo di ritorno di soli 200 anni quando ormai è assodato che la crisi climatica sta esacerbando i fenomeni meteo estremi. Una piena un tempo duecentenaria oggi sarà da considerarsi cinquantenaria.

E questo al netto del consumo del suolo (molto più alto nella zona rispetto alla media nazionale), della mobilità su gomma inquinante, dell’impatto paesaggistico, della componente faunistica e viaria.

Secondo gli ambientalisti l’alternativa è quella di mettere in sicurezza la statale 80 e incentivare il trasporto su rotaia.

Un gioco pericoloso, insomma, quello dell’attesa Teramo-Mare, che non vale neanche la candela del rischio.

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