Ticket ai defunti: la Asl le richiede il pagamento della prestazione, ma è morta da tre anni

La bufera è scoppiata alcuni giorni fa, con la Asl che ha iniziato a far recapitare dall’Agenzia delle Entrate e Riscossioni avvisi di pagamento a tutti coloro che hanno usufruito delle prestazioni mediche, evitando il pagamento. Infatti, il famoso ticket sanitario introdotto nel 1982, prevede che coloro i quali usufruiscano del Pronto Soccorso, per interventi di codice bianco e o verde, debbano successivamente partecipare al costo delle prestazioni sanitarie.

Vista la necessità impellente di riempire la casse dell’Azienda sanitaria locale, è nata una vera e propria campagna di recupero crediti, che si riferisce alle prestazioni di pronto soccorso, che non siano codici gialli o rossi, che gli utenti avrebbero dovuto pagare entro 15 giorni dalla prestazione ricevuta.

A questo punto è entrato in scena il sistema informatico della Asl, che ha iniziato una veloce verifica di tutti coloro che, negli anni passati, sono sfuggiti al pagamento del ticket.

Un sistema che, però, non tiene in considerazioni alcuni fattori. Uno su tutti, il decesso del moroso. Infatti, la sollecitazione per il pagamento della prestazione, è stata recapitata anche a coloro che non ci sono più. La vicenda, in particolare, riguarda un’anziana all’epoca residente a Sulmona, deceduta a gennaio 2020. La donna, che oltretutto sarebbe stata esente dal pagamento poiché disponeva della Legge 104, si recò nel Pronto Soccorso dell’ospedale sulmonese per un codice verde nel 2016.

Prestazione non saldata, in quanto per legge sarebbe esente, ma che ora è tornata a bussare nella cassetta postale della donna. Se non fosse stato per una delle figlie, che ha controllato cosa ci fosse nel recapito della madre, l’avviso sarebbe rimasto a giacere lì, visto che è indirizzato proprio alla defunta. E verrebbe da chiedere alla Asl come la donna avrebbe potuto saldare il suo debito.

“Ricordando a tutti che in tema di pagamento di prestazione sanitaria la prescrizione è di 10 anni – spiega Catia Puglielli, del Tribunale per i diritti del malato – non è facile oggi accertare se effettivamente l’utente abbia usufruito della prestazione sanitaria. Poiché nella maggior parte dei casi gli utenti lamentano di non aver ricevuto nessuna richiesta di pagamento, probabilmente siamo di fronte a prestazioni di pronto soccorso con codice verde e arancione per le quali entro 15 giorni bisognava recarsi al CUP per provvedere al pagamento”.

“Poiché siamo comunque nel mese di novembre – prosegue l’avvocato Puglielli sul proprio profilo Facebook – invito gli utenti a verificare per quanto sia possibile tramite un accesso sia all’Agenzia delle Entrate che allo stesso Cup del presidio ospedaliero la data delle prestazioni sanitarie al fine di verificare se sia intervenuta la prescrizione ovvero a verificare se nell’anno di riferimento l’utente era in possesso di un codice di esenzione ticket da poter opporre. Da parte della ASL sarebbe stato comunque opportuno avviare un’azione di recupero in tempi più brevi e soprattutto tramite un atto di costituzione in mora che consentisse all’utente di interloquire con l’amministrazione”.

3 Commenti su "Ticket ai defunti: la Asl le richiede il pagamento della prestazione, ma è morta da tre anni"

  1. … è che siamo un paese volutamente tenuto “ sottosviluppato” soprattutto nella pubblica amministrazione… Dirigenti inferiori e superiori, super manager, Direttori Generali, e chiedo venia se non li elenco tutti… soprattutto perché ci vorrebbero almeno tre volumi della Treccani per farceli stare… Super pagati e rinumerasti, con cospicui “ Premi di Produttività “ e qui si spiegano gli avvisi di recupero crediti da prestazioni non saldate anche ai defunti… ma questa Nazione è, e resterà, volutamente sempre indietro, non si è capaci, nel 2022, in piena Era della digitalizzazione informatica che ha raggiunto livelli inimmaginabili fino a pochi lustri fa, di presentarsi davanti a un operatore che “ infila” una tessera dentro ad un lettore digitale e nel giro di un paio di secondi dia un responso di esenzione ticket per malattia o situazione economica sotto o sopra la soglia di esenzione… e chieda all’utente di saldare la prestazione sanitaria o scalarla in automatico da un conto, da una carta di pagamento abbinata o da qualsiasi altra fonte indicata dall’Utente.
    L’Agenzia delle Entrate, ha infatti, un mega software dove finiscono tutti i dati fiscali degli Italiani, una gigantesca anagrafe tributaria che si avvale innanzitutto dell’obbligo per le banche, Poste e a tutti gli operatori finanziari, di consegnare letteralmente parlando, tutte le nostre movimentazioni bancarie, di carte di credito e debito, di libretti di deposito ecc., ci finiscono dentro anche tutti i dati di proprietà di immobili e mobili ( auto, natanti, aerei, moto ecc.), tutte le dichiarazioni dei redditi, IVA, ecc. ecc.;
    “ La prima schermata chiede di inserire la Partita Iva o il Codice fiscale del contribuente in questione. Una volta inserito questo primo elemento di identificazione il sistema mostra subito le prime informazioni, vale a dire nome e cognome del contribuente e le ultime 5 dichiarazioni dei redditi. Ma siamo solo all’inizio. E’ al terzo invio che viene il bello.
    A questo punto, infatti, il programma dell’Agenzia delle Entrate mostra tutta la sua potenza. Si connette a tutte le banche dati a cui può accedere (motorizzazione, demanio, catasto, Inps, Inail, dogane, registri e tanto altro) e quindi snocciola tutta una serie di informazioni che hanno a che fare con il patrimonio: automobili, case, terreni, barche e tutto ciò che si possiede. Ancora un invio e il sistema esagera, mostrando tutte le utenze (luce, gas, etc), polizze assicurative e spese varie sostenute dal soggetto in questione. Azz! E’ dura per chi dichiara di essere indigente ma fa la vita del nababbo! Ma è l’ultima schermata quella che rappresenta la vera rivoluzione rispetto al passato: il nostro saldo del conto corrente bancario, con tutti i movimenti e lo storico, se richiesto. E bisogna considerare che è un software ad analizzare il tutto e scovare eventuali anomalie, non un essere umano con tutti i limiti del caso.“
    Cavolo, pensiamo noi poveri fessi, allora è semplice abbiamo risolto anche il problema dell’evasione fiscale di cui parlano tutti i politici e mega Dirigenti Generali… 100 miliardi di euro di evasione all’anno da recuperare… e invece NO… ma proprio No, siamo alla fine 2022 e i furbi continuano a dichiarare di essere nullatenenti, senza reddito o esenti ticket… tanto possono dormire sonni tranquilli… e la politica può continuare a strillare ancora dei 100 miliardi di evasione fiscale all’anno e dei milioni di poveri in giro per l’Italia… e allora sussidi e bonus a gogò, una pletora di questuanti con il fazzoletto in mano… avanti tutta, che ci sono i fessi che continueranno a pagare per TUTTI… anche i lauti stipendi, a politici, Mega direttori, Super dirigenti e fancazzisti dal posto assicurato…
    e allora “ MELONI” … e credo che saranno caxxi amari… che goduria non voglio perdermi lo spettacolo per i prossimi 5 anni.

  2. Sciarra ha ampiamente illustrato il sistema che sapete come si chiama? “Serpico” si come il nome del famoso detective americano…sistema che, purtroppo al contrario del detective, nonostante abbia tutte le possibilità di scoprire e precisare ogni situazione ( redditi iva ici/imu sanità) viene utilizzato ad cazzam…nello specifico prima l’ASL doveva verificare che il soggetto fosse esente eppoi girare il recupero all’agenzia delle entrate che a sua volta poteva ricontrollare con Serpico se il soggetto fosse esente…ma siccome in Italia si paga il premio produzione i nostri che fanno? Mica controllano che sei matto!! vuoi mettere la fatica di schiacciare il mouse e comparare le situazioni…una bella letterina e richiesta di pagamento…tanto seppure genero contestazioni e dati non reali chisse ne frega ho incassato il premio produzione…tanto siamo in Italia il paese dell’incontrario…

  3. Brunetto R. Alatri | 28 Novembre 2022 at 09:36 | Rispondi

    Ci vuole un bel coraggio a mettere in mora una morta

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