Tirana International Film Festival, premio miglior sceneggiatura per “In your hands” del sulmonese Carlo Liberatore

Un altro riconoscimento, l’ennesimo, per il regista sulmonese Carlo Liberatore e il suo “In your hands”, che al Tirana International Film Festival si aggiudica il premio come miglior sceneggiatura. Per Liberatore è un altro trofeo da esporre in bacheca, dopo la vittoria del Reel HeART International Film Festival di Toronto.

“In your hands” cerca di squarciare il velo della connivenza. Vuole raccontare la storia intensa e complessa di Don Nello, un uomo tormentato dal senso di colpa che intende aprire una breccia nel sistema di protezione basato sul silenzio delle autorità ecclesiastiche. È un cortometraggio che approfondisce la tematica spinosa degli abusi su minore da parte della Chiesa attraverso una narrazione che si prefigge di essere asciutta e antiretorica. In questo senso la riflessione parte dal punto di vista del carnefice, insolito per le storie di questo genere, e dal suo tentativo di comprendere le ragioni di un gesto fortemente criminale. Al sacerdote si contrappone l’ira funesta di un padre, alimentata da un profondo desiderio di vendetta. Il conflitto fra questi due personaggi mette in atto una tragica caccia all’uomo sullo sfondo di un’ambientazione aspra e imponente.

“Sono davvero molto orgoglioso di questa vittoria – ci spiega Liberatore – perché il Tirana è uno dei festival cinematografici più interessanti e ambiti nel panorama delle competizioni internazionali. Più di tutto, però, la sensazione tangibile che esista un linguaggio universale in grado di superare i muri e abbracciare emotivamente persone anche molto lontane da te, è qualcosa che di questi tempi mi provoca un profondo senso di gratitudine. Ora più che mai dobbiamo riconoscerci in quel potere salvifico dell’arte che rappresenta una funzione fondamentale specie nei periodi di maggiore abbrutimento. La mia storia cerca di approfondire una tema di grande attualità provando ad analizzarne le sfumature più recondite. Sono enormemente grato alla giuria che l’ha premiata perché la loro attestazione di fiducia è un ulteriore traino che mi spinge a perseverare in questa direzione”.

Liberatore, e questa è il fatto curioso, non vede l’ora di “sbagliare”, citando Beckett: “Prova ancora. Sbaglia ancora. Sbaglia meglio”. Insomma, il regista sulmonese non si sente affatto arrivato dopo questa incetta di premi, ed è ancor più affamato di prima. “Voglio migliorarmi, e solo sbagliando è possibile farlo. Attualmente sto lavorando a un documentario in Africa e stiamo per iniziare la pre-produzione del cortometraggio proprio di In your hands”.

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