Torna a Sulmona il Centro regionale beni culturali. La Porta: “Un grande lavoro sulla cultura”

Nella lunga e complessa legge sulla cultura approvata l’altro giorno dal consiglio regionale, c’è per Sulmona una gradita sorpresa che, in realtà, è il frutto di un lavoro serrato che rivendica la consigliera di maggioranza Antonietta La Porta.

Si tratta di un “risarcimento” ad uno scippo che era stato fatto anni fa al capoluogo peligno, un presidio regionale sparito dal territorio quasi in silenzio: il Centro regionale per i beni culturali.

Spostato dalla sede di palazzo Mazara a quello di palazzo Portoghesi, l’istituzione regionale era stata poi chiusa e di fatto sottratta al territorio.

Ora è a Sulmona, annuncia La Porta, che tornerà, presumibilmente a palazzo Sardi in via Angeloni, dove dovrebbe trovare posto anche il museo del realismo.

L’articolo 17 è uno dei pochi ad indicare anche la capienza economica “base di partenza” dice La Porta: 50mila euro per il 2023 e 100mila euro l’anno per il biennio 2024-2025.

Il Centro svolge, attraverso personale altamente qualificato, le attività relative al sistema informativo regionale, nonché attività conoscitive, operative, di ricerca, di consulenza e di informazione in materia di beni culturali quali.

Dalla raccolta ed elaborazione della documentazione su beni culturali, alla programmazione socio-economica e la pianificazione regionale, dal censimento, alla catalogazione, dall’organizzazione dei dati alla loro gestione, fino alle competenze nel programma triennale sulla cultura.

“Sono convinta che il testo abbia un valore immenso per una regione come la nostra che vanta un patrimonio di Beni Culturali diffuso e di grande qualità – commenta Antonietta La Porta -. Il mio impegno ha permesso l’approvazione di interi articoli all’interno del testo che apporteranno alcune innovazioni importanti per la governance e la programmazione nel settore culturale”

1 Commento su "Torna a Sulmona il Centro regionale beni culturali. La Porta: “Un grande lavoro sulla cultura”"

  1. Lo avevano portato alla chetichella a L’Aquila?

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