
Oggi l’autopsia, domani, probabilmente, il funerale e il lutto cittadino annunciato per le esequie dal sindaco Domenico Taglieri: Bugnara si prepara a dare l’ultimo saluto al suo Gianni Di Vito, diciassette anni morto sabato sera sotto un treno regionale nella stazione del paese.
Una morte che in molti fanno fatica a spiegarsi, a partire dalla madre che ieri ha cercato anche lei qualche risposta dai carabinieri che stanno eseguendo le indagini.
Risposte che al momento non ci sono e che forse arriveranno dalla perizia sul telefono e il computer del ragazzo che in settimana la procura della Repubblica di Sulmona, che ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, affiderà ad un tecnico.
Ad eseguire l’autopsia sarà il medico legale Ildo Polidoro, supportato da un perito di parte, Patrizio Rossi, nominato dalla famiglia che si è affidata all’avvocato Serafino Speranza: “E’ una morte che non riusciamo a spiegarci – spiega l’avvocato – Gianni sabato era stato a pranzo con degli amici che aveva aiutato fare dei lavori, poi era andato a salutare il nonno a cui era molto legato. Verso le 17,30 è uscito di casa e non è più rientrato. Era felice per aver chiuso l’anno scolastico con buoni voti e voleva prendere la patente per il trattore per aiutare il padre nell’impresa agricola e nel taglio dell’erba. Proiettato al futuro, insomma, tutt’altro che disagiato”.
Eppure qualcosa non andava: che sia stata una challange o una delusione, una discussione o un momento di buio, certo è che sotto quel treno si è lanciato volontariamente, come ha testimoniato il macchinista del treno che se lo è visto balzare davanti.
Nei giorni scorsi aveva discusso con degli amici, ma una discussione che rientrava, sostengono, nell’alveo delle normali relazioni tra adolescenti.
In attesa di avere qualche risposta, chissà, dai suoi device, questo è il tempo del dolore a Bugnara: la comunità ha avviato una raccolta fondi per aiutare la famiglia in questo difficile momento, mentre è stato chiesto alla Asl un supporto psicologico.
Finché non ci sarà un motivo al quale aggrapparsi, il dubbio amplificherà solo il dolore.
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