Trasparenza per la pineta storica di Campo di Giove, chiesto un tavolo di concertazione

La proposta è quella di un tavolo di concertazione tra tutti gli enti interessati comprese le associazioni ambientaliste, un confronto di cui si dovrebbe far promotore il Comune, questo è stato chiesto almeno da alcuni cittadini del posto. Si è svolta ieri l’assemblea pubblica sulla vicenda dei tagli effettuati all’interno della pineta storica di Campo di Giove ad inizio mese. Le carte sono formalmente in ordine, ma qualcosa nell’aria non torna, qualche tassello non è esattamente al suo posto. Tra i documenti raccolti manca, infatti, il verbale di un sopralluogo effettuato nel giugno del 2017, dal personale del Parco Nazionale della Majella e Rete Ferroviaria Italiana, grazie al quale si potrebbe capire se ci sia stato o meno un “abuso”. Il taglio delle piante, come prescritto dal Parco l’8 giugno scorso, “riguarderà esclusivamente l’allontanamento dei soggetti inclinati verso la linea ferroviaria, morti in piedi o deperienti, costituiti in via pressoché esclusiva da piante di pino nero” e, contestualmente, non convince il mancato controllo della forestale nella zona di cantiere al momento dei tagli, gli unici deputati a vigilare sulla corretta esecuzione dei lavori. Perchè i campogiovesi sostengono che ad essere buttati giù siano stati anche alberi sani, e “con un controllo a posteriori non si può porre alcun rimedio” hanno sostenuto. E si è tornati ancora sulla mancata segnalazione del cantiere che, seppur mobile, doveva essere evidenziato per questioni di sicurezza. Dal suo canto Fausto Sarra, parte della ditta esecutrice del taglio, afferma che il cantiere era stato correttamente segnalato fino allo stop dei lavori.

Una ricostruzione complessa a cose ormai fatte e ora che il legname è stato smaltito, non si sa bene da chi. Che fine abbiano fatto i tronchi è un altro quesito la cui risposta resta ancora in sospeso. Il tavolo di concertazione, in questo senso, potrebbe diventare un modo per fare chiarezza e magari essere il volano per una gestione del patrimonio forestale trasparente, particolare ancora utopico al momento, basta ricordare lo scempio effettuato all’interno delle Gole di San Venanzio tra Molina e Castelvecchio Subequo: tagli effettuati senza autorizzazione da parte degli uffici regionali e senza il placet del Parco regionale Sirente Velino, ora la questione è finita davanti al Tar. Un progetto condiviso, quindi, potrebbe diventare, nel caso di Campo di Giove, anche l’input a riflettere sul destino della pineta, che ai tempi è valsa al paese il riconoscimento come “stazione climatica”, senza scadere nel “no” a prescindere perchè alla sicurezza della linea ferroviaria, all’incolumità delle persone, se fatta con cognizione di causa e criteri chiari, nessuno vuole rinunciare.

L’assemblea si è sciolta, così, con la promessa strappata al vicesindaco Stefano Di Mascio di portare in Giunta la proposta dei cittadini. Di chilometri di cantiere  sui quali si interverrà per la sicurezza lungo i binari della Sulmona-Carpinone, infatti, ce ne sono ancora tanti (da Cansano a Rivisondoli) anche se è arrivata la rassicurazione che non si interverrà su tutta la linea, ma in zone specifiche. Intanto gli operatori turistici chiedono di far slittare l’inizio dei lavori (che dovrebbero riprendere il 27) almeno di una settimana in modo da chiudere la stagione estiva senza motoseghe e alberi che cadono a fare da sottofondo.

Simona Pace

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