Trasporti, la fotografia ingiallita. Incontro questa mattina in Comune con i sindacati

Incontro questa mattina al Comune di Sulmona tra l’assessore ai Trasporti Attilio D’Andrea e i sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uil-Trasporti e Faisa-Cisal. Un tavolo intorno al quale si è ribadita l’assenza di politiche di settore della partecipata Tua nei confronti della Valle Peligna, culminata nell’esclusione dai finanziamenti Pnrr sul territorio.

I quasi 6 milioni di euro del Pnrr ottenuti, infatti, saranno investiti ovunque tranne che a Sulmona: L’Aquila, Teramo, Mosciano Sant’Angelo, Vasto, Avezzano, Pescara, Lanciano e Montesilvano. Le principali città abruzzesi, cioè, hanno interventi programmati, a fronte di un territorio, come la Valle Peligna, dove al contrario si continua a tagliare.

“I finanziamenti acquisiti dall’azienda regionale Tua sono esattamente 5milioni 725mila440 euro, di cui nemmeno un centesimo è previsto per questo territorio nel quale è evidente soprattutto l’assenza di un terminal, con apposite banchine per gli autobus e di una biglietteria e dopo quattro anni dal trasferimento da viale Repubblica l’assenza di una rimessa adeguata per i mezzi – commenta D’Andrea -. Nell’incontro mi è stato riferito che i vertici Tua pongono attenzione sulla necessità del coinvolgimento degli Enti locali e del Comune. Da parte mia, ho confermato la massima attenzione e la piena disponibilità ad incontrare i dirigenti dell’azienda regionale di trasporti e ho disposto l’immediata richiesta di incontro al fine di affrontare questi problemi che vanno a sommarsi all’isolamento che continua a penalizzare il territorio peligno, che ha già subito un drastico taglio delle corse verso la Capitale del 50% dal tempo dell’emergenza Coronavirus”.

Meno di un mese fa Sulmona ha incontrato l’assessore regionale D’Annuntiis proprio sulla questione, ma dal confronto non è uscito altro se non una fotografia della situazione, “ristampata” questa mattina e che i residenti in Valle Peligna, specie i pendolari, conoscono fin troppo bene.

16 Commenti su "Trasporti, la fotografia ingiallita. Incontro questa mattina in Comune con i sindacati"

  1. Peligni, incazziamoci. Ci hanno rotto le paxxe. È sempre la stessa storia. Questa zona sta sul caxxo a qualcuno..

  2. Seguo quanto ci narra il “Germe” perché da buon Aquilano mi sento in dovere di seguire e prendere a cuore anche le vicende della provincia.
    Ma qui mi pare che c’è una cittadina di circa 20mila abitanti, in crisi demografica (rispetto a 20 anni fa ha perso il 10% della popolazione) e in crisi esistenziale che è coninta di essere il centro del mondo. Legittimamente l’amministrazione cerca di migliorare i servizi alla cittadinanza e questo è senz’altro ammirevole; ma ciò che è inaccettabile, come le vicende Cogesa e collegamenti ferroviari dimostrano, è l’assurdo tentativo di ricavarsi un proprio spazio ed una propria visibilità a detrimento del capoluogo, quasi che un paesotto della provincia potesse competere con una città millenaria (vedi Amiternum) “facendogli le scarpe” come si suol dire. Che Sulmona sia collegata con le principali realtà del centro Italia (Roma, L’Aquila, Pescara) è già una bella fortuna; ma pretendere di diventare il nodo o il cuore dei collegamenti stradali e ferroviari della regione Abruzzo al posto del suo storico capoluogo è una fissazione un tantino infantile.
    Che si dovrà dire ai turisti, agli studenti universitari, ai vertici aziendali, alle forze economiche che per le più disparate necessità devono raggiungere il capoluogo regionale? Si può dire loro “scendete a Sulmona” e poi arrangiatevi col trenino? Chiaro che no! Ora che il PNRR sblocca finalmente un po’ di risorse per l’Abruzzo, è ovvio che queste siano convogliate per il centro maggiore, più rappresentativo e prestigioso della Regione: appunto L’AQUILA! L’alta velocità ferroviaria, giusto come esempio, non può avere che una sola direttrice: Roma-L’AQUILA-Pescara. Ovviamente ne trarrebbe beneficio anche Sulmona ed è proprio questo che non entra nella testa dei Peligni e dei loro lagnosi amministratori!
    Concludo con un esempio. Quando a suo tempo nacque il progetto “Roma Capitale” s’investì su Roma, non su un paesotto qualsiasi della provincia romana! Così vanno le cose, così devono andare gli investimenti oculati!

    • Roberto Angelone | 17 Febbraio 2023 at 21:43 | Rispondi

      Mingaver, ti rispondo brevemente perché non mi và di perdere con uno che la storia la ignora bellamente. aquila (letteralmente tra le acque come la nostra introdacqua) e non L’Aquila come vi piacerebbe credere fu fondata, dati alla mano, nel XIII secolo seconda metà quando la Sulmona aveva già almeno 1300 anni di storia ma probabilmente più, siete capoluogo d’Abruzzo per grazia ricevuta, vi vantate di essere città federiciana ma storicamente siete stati sempre Guelfi per indole e convenienza, avete sfondato 22 km di montagna per cercare un collegamento sulla costa per togliervi parzialmente dall’isolamento che storicamente vi appartiene e venite a fare la morale a noi. STUDIA

    • Il sig Minchiaver definisce la bimillenria e nobile città di Sulmona un paesotto. Il solito atteggiamento arrogante e presuntuoso di chi abita in un buco di città sperduta in mezzo alle montagne.Se il nostro territorio è in crisi economica e demografica è grazie anche alla politica perennemente predatoria del capoluogo sanguisuga che si mantiene solo sulla pelle dei peligni e dei marsicani (che tuttavia negli anni sono riusciti a non farsi depredare più di tanto). Per questo l’unica speranza di sopravvivenza per il nostro territorio resta quella di uscire dalla provincia matrigna dell’Aquila.

  3. Ferroviere in 1 87 | 17 Febbraio 2023 at 17:27 | Rispondi

    L’ Aquila – Pescara, come la colleghiamo in AV ?!? Violentando le Gole del Sagittario o traforando ancora il Gran Sasso?!? Negli anni 70 L’ Aquila era collegata con Roma, via ferro, via Terni – Orte. Ora, volendo una ferrovia a passo con i tempi, caro amico aquilano, e abbreviando notevolmente i tempi di percorrenza, la vostra politica deve puntare ad un tracciato via Rieti – Passo Corese, senza dover necessariamente arrivare ad Orte per poi tornare indietro. Le faccio notare che, si andrebbe ad innestare sulla metropolitana di superficie che, al suo polo opposto ha, come capolinea, l’aeroporto di Fiumicino e potrebbe nascere proprio una relazione L’ Aquila – Fiumicino Aeroporto via treno.

    • L’utente “Ferroviere 1 87” chiede a me come collegherei L’Aquila a Pescara.. Non sono un tecnico e RFI ha appositi progettisti.
      Comunque, sì: poiché il vincolo imprescindibile non può essere che una linea retta tra Pescara e L’Aquila ed un’altra linea retta tra L’Aquila e Roma, certamente si dovrà nuovamente “bucare” il Gran Sasso.
      Adesso le tecnologie ci sono tutte per fare un lavoro a regola d’arte, in tempi ragionevoli e con tutte le cognizioni e attenzioni ambientali che non c’erano all’ epoca del traforo autostradale. Anche i fondi ci sono, grazie al PNRR.
      Fermo restando che le fermate dovrebbero essere tre soltanto (Pescara, L’Aquila, Roma: stiamo parlando infatti di Alta Velocità) volendo abbozzare un tracciato esso dovrebbe seguire più o meno questa direttrice: Pescara – Loreto Aprutino (Penne) – Barisciano – Paganica – L’Aquila – Fiamignano – Orvinio – Monterotondo – Roma Tib.na – Roma T.ni
      Ma comunque, qui si entra in dettagli tecnici di cui non ho competenza e, comunque, assolutamente prematuri.
      L’idea di collegare ancora Roma e L’Aquila attraverso Rieti ed Orte sarebbe ancora una volta fallimentare (come lo fu la “Freccia del Gran Sasso” negli anni ’70) e non sarebbe affatto quell’ Alta Velocità che l’Abruzzo e l’Italia intera continuamente reclamano per la città dell’Aquila.

      • Eh si! Avezzano si farebbe togliere la ferrovua da L’Aquila.
        A differenza dei sulmonesi, i marsicani verrebbero in massa con i forconi!
        Sig Mingaver tenga conto che l’area economicamente più sviluppata della provincia è ptoptio la Marsica.

  4. Elisabetta Bianchi | 17 Febbraio 2023 at 17:34 | Rispondi

    questa Città di Sulmona non sa programmare alcunchè…rincorrere i problemi non è mai la soluzione:una Città letteralmente tenuta al palo dell’inedia

  5. Messaggio per l’aquilano: quindi se una città è piccola e si sta spopolando a causa della mancanza di servizi deve essere completamente isolata dal mondo? Come cittadino italiano pago le tasse e ho diritto ad usufruire dei trasporti urbani e extraurbani. Non ci possono essere cittadini di serie A e cittadini di serie B. La informo altresì che L’Aquila beneficia già di ben 18 corse giornaliere verso la capitale con la società Tua, più altre corse con altri vettori. Una politica oculata dovrebbe tenere conto di questi fattori.

  6. Il capoluogo fa il capoluogo è Sulmona che non fa Sulmona. Si fanno tavoli e tavole ma non si risolve nulla. Forse a quei tavoli invece di andarci con rimostranze si potrebbe andare con proposte. Ma il comune ha altro a cui pensare. Dei pendolari si è interessata perché subissata di telefonate di protesta non perché ha a cuore il problema. Questa la triste verità. Non sanno che fare e sono talmente incapaci da non riuscire neanche a garantire il trasporto di loro pertinenza, quello urbano, con un collegamento,decente e affidabile per la stazione. Se sei il primo ad abbandonare i pendolari come pretendi da altri di essere diversi e migliori di te. Amministrano da due anni e al riguardo non hanno fatto niente hanno proposto navetta per Avezzano, sono andati da assistere al comune di Avezzano che, richiamati all’ordine tutti i livelli istituzionali, presentava e approvava un ordine del,giorno al,riguardo mentre noi facevamo consigli comunali sul cogesa, ad uso e consumo politico per pararsi il c..o a seguito,degli errori fatti.

  7. Quando ad inizio anni ’90 vi fu l’ultima sfornata di province italiane (Biella e Verbania in Piemonte; Lecco, Lodi e Monza in Lombardia; Rimini in Romagna; Prato in Toscana, Fermo nelle Marche, Andria-Barletta in Puglia, Crotone e Vibo Valentia in Calabria) la Regione Abruzzo avanzò tre candidature: Sulmona (SU), Avezzano (AZ) e Lanciano (LN). Nel caso dell’Abruzzo, la commissione governativa incaricata di esaminare le richieste e di definire i confini, ebbe fortunatamente l’idea di sentire i rappresentanti degli enti provinciali da cui tali nuove province si sarebbero staccate. Mentre per Lanciano la storia era un po’ diversa (l’opposizione non era a Chieti ma, semmai, a Vasto) nel caso di Avezzano e Sulmona l’opposizione avvenne proprio all’Aquila e questo fu l’unico caso in Italia di opposizione da parte della città e della provincia che avrebbe dovuto subire il distacco.
    Catanzaro, per esempio, favorì e collaborò con la creazione delle province di Crotone (KR) e Vibo Valentia (VV); Ascoli Piceno riconobbe le ragioni storiche della “Marca di Fermo” (FM); idem nei casi di Vercelli verso Biella (BI), Novara verso Verbania (VB), Como verso Lecco (LC).. ecc.
    Ma nel caso nostro ci opponemmo tenacemente e con successo rappresentando alla commissione due vicende storiche e, soprattutto un dato di fatto.
    VICENDE STORICHE:
    1) già nel 1927 una parte della provincia (il circondario di Cittaducale) era stata distaccata da Mussolini per formare la nuova provincia di Rieti (RI);
    2) ad inizio anni ’70 L’Aquila aveva subito un tentativo di furto da parte di Pescara, ridente cittadina di pescatori che aveva la velleità di trasferire in loco la sede regionale. Ne venne fuori un pandemonio e alla fine tutto restò immutato. Davvero la commissione voleva aizzare nuovamente gli Aquilani?
    DATI DI FATTO.
    3) Sulmona e Avezzano erano e tuttora sono i centri più popolosi della provincia: se si tolgono questi, che ne sarebbe mai stato della storica provincia dell’Aquila?
    Sarebbe stato uno schiaffo alla storia e alla dignità di tanti illustri aquilani!
    2) Sulmona ed Avezzano, al di là del loro campanilismo, non rappresentavano niente, se non ridottissime aree da sempre terre di emigrazione e spopolamento. Veramente si volevano ritagliare due nuove province di pastori transumanti e di confettari?
    Pacatamente riiuscimmo a far valere il buon senso e infatti non se ne fece più niente.

  8. Ascolta,buon Aquilano,qui se c’è qualcuno che pensa di essere al centro del mondo siete proprio voi aquilani.Sulmona ha già un nodo ferroviario di tutto rispetto e noi sulmonesi non abbiamo bisogno di ” fare le scarpe”, come dici,a cotanto storico capoluogo che comunque rimane un paesetto sperduto tra le montagne che pensa di acquisire prestigio e visibilità come fosse veramente una città importante del centro Italia,come tu dici (o speri) che sia.Se le nostre istanze ti sembrano infantili,la tua definizione dell’Aquila come centro prestigioso a cui tutta l’Italia addirittura chiede di essere collegata mi sembra tanto esagerata e presuntuosa quanto inverosimile.Forse vogliono venire a L’Aquila perchè fino al terremoto nessuno la conosceva nè sapeva dove fosse. A proposito di terremoto,parlate di “bucare” il Gran Sasso come fosse un panettone,ma sapete già di cosa è capace il “vostro” Gran Sasso.Saluti.

  9. Il Gran Rifiuto | 18 Febbraio 2023 at 13:01 | Rispondi

    Abbazia Celestiniana, Eremo di Celestino V…. perché la Perdonanza viene fatta a L’Aquila e non qui a Sulmona?

  10. @Mingaver | commenti nel presente articolo.
    Imperterrito, persevera nel fare “terrorismo informativo” puro a se stesso, spaziando in argomentazioni che apertamente e ipocritamente deviano dall’articolo (i.e. ferrovia e negata provincia) che riversa fondamentalmente in logiche di vanità provinciale e politiche territoriali e senza a nulla giungere.

  11. Che pa@@e….con questa retorica da bazar sulla superiorità culturale ed economica della città dell’Aquila. Non si possono utilizzare questi argomenti per giustificare la realizzazione di una linea ferroviaria a vantaggio di una sola città. I servizi pubblici essenziali, tra cui cui quelli di trasporto devono poter essere garantiti a tutti i cittadini e non solo ad alcuni. È impensabile spendere milioni di euro per costruire una linea veloce solo per una città che tra l’altro usufruisce di collegamenti su gomma verso la capitale ogni ora.

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