Tratta Roma-Pescara, anche l’Orsa Pro Natura boccia la galleria nel Morrone

Il WWF prima, il Circolo Legambiente Legambici Abruzzo poi. Ora è l’associazione Orsa Pro Natura Peligna a bocciare i 13 chilometri di galleria attraverso il Monte Morrone per la velocizzazione della tratta ferroviaria Roma-Pescara. Una serie di due di picche arrivati in settimana per l’infrastruttura che da un lato farebbe la fortuna di centinaia di pendolari, abruzzesi e non, e dall’altro fa storcere il naso agli ambientalisti.

A preoccupare, oltre al rischio idrogeologico, è il rischio sismico e, a detta dell’associazione Orsa Pro Natura, anche un calcolo costi-benefici che lascerebbe perplessi.

“Le nostre montagne – spiega l’associazione -, costituite da calcari, sono enormi serbatoi di acqua. Troppo spesso la memoria è fallace: il 15 settembre 1970, durante l’esecuzione di scavo della galleria del Gran Sasso, la talpa scavatrice bucò l’enorme serbatoio di acque presenti nelle viscere della montagna con le conseguenze che conosciamo: 11 operai morti, allagamenti, abbassamento della superficie della falda freatica di ben 600 metri con conseguente diminuzione della portata delle sorgenti (ad es. del 95% di Valle Fredda, del 70% di Ruzzo e Sopra Casale San Nicola, del 40% di Chiarino, del 10% di Tirino e Aterno). Gli ambientalisti vengono definiti reazionari e conservatoristi, mai propensi al progresso e allo sviluppo economico. Essi sono al contrario intermediari tra scelte politiche e Scienza. Nel 1970 le Università pullulavano del fior fiore di esperti di geomorfologia e idrogeologia che fanno testo ancor oggi. Essi non furono consultati. Non furono ascoltati”.

“Nella zona del Morrone – prosegue la nota – interessata dal progetto della linea ferroviaria è presente l’acquedotto Giardino che convoglia le acque di 3 gruppi sorgivi e di un campo-pozzi provenienti dal corpo idrico sotterraneo significatico del Morrone e di Monte Rotondo. Esso costituisce il complesso più importante del sistema acquedottistico abruzzese per portata e caratteristiche tecniche; ha una portata di regime di 1400 l/sec (dati ACA 2017). E’ alimentato dalle sorgenti del Giardino che scaturiscono da un ampio anfiteatro naturale posto ai piedi del Colle Marrociano a sud dell’abitato di Popoli. L’acquedotto del Giardino rifornisce i seguenti centri abitati: Alanno, Bolognano, Bussi sul Tirino, Casalincontrada, Castiglione a Casauria, Cepagatti, Chieti, Città Sant’Angelo, Lettomanoppello, Manoppello, Montesilvano, Pescara, Pianella, Rosciano, San Giovanni Teatino, Scafa, Spoltore, tocco da Casauria, Torre dei Passeri, Torrevecchia Teatina, Turrivalignani; una popolazione di circa 260 mila residenti. Quanto al rischio sismico Orsa Pro Natura Peligna allega una delle immagini della pubblicazione prodotta da Gori S., Galadini F.et alii, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sezione di Milano. Lo studio è mirato a caratterizzare l’attività tardo-Quaternaria delle faglie che bordano il versante occidentale del Monte Morrone e ne ha definito la cinematica che è di tipo normale (cioè di tipo distensivo), il tasso di movimento medio, risultato dall’esame di tre siti due dei quali nella parte Nord, compreso tra 0,4 e 0,8 mm/anno, e la massima magnitudine attesa da un terremoto originato lungo il sistema di faglie (lungo 23 Km) che è risultata dell’ordine di 6.6-6.7”.

5 Commenti su "Tratta Roma-Pescara, anche l’Orsa Pro Natura boccia la galleria nel Morrone"

  1. Pendolare vero | 19 Febbraio 2022 at 07:28 | Rispondi

    L’orsa pro natura! Chi siete? Chi è quante persone rappresentate? Tanto in Italia bastano tre persone per fare un comitato.

  2. Nel mondo hanno costruito tunnel sotto i mari per decine di KM , in Svizzera le ferrovie hanno costruito tunnel ferroviari per centinaia di KM di cui uno di 50 KM, in Italia a causa della presenza dei tanti scienziati da Bar ed associazioni fatte in casa buone per l’occasione ,abbiamo perso 70 anni.

  3. Speriamo che nessuno ascolti questi quattro scappati di casa che per opporsi a un’opera strategica ,anche per la valle Peligna, fanno riferimento a quanto accaduto nel 1970 ignorando che dal 1970 ad oggi è passata un’era geologica in termini di tecnologia e sicurezza delle opere. Del resto sono gli stessi che con altro nome, negli anni 70, si opponevano all’autostrada Roma Pescara.

  4. Ma basta!! Con ste fregnacce:la falda acquifera…la faglia…che le ferrovie non hanno geologhi ingegneri…pare che stanno dando un appalto a dei scappati di casa…

  5. francescovalentini1935 | 19 Febbraio 2022 at 21:18 | Rispondi

    Finalmente si e’ visto qualcosa in merito alla tratta Pescara Roma e mi sembra che ci si appresta a finanziare altro disastro ecologico:ci divertiamo a desertificare la Regione verde con approvazione di cittadini e qualche politicante:ecco il.motivo per cui Sulmona e’ scesa ai minimi termini.Nel silenzio abbiamo distrutto le basi morronesi tratta Sulmona Popoli per eliminare due curve,abbattuto migliaiaxdi alberi a Fonte Romana,reso Piano 5 miglia un anonimo nastro stradale privo di segnali guida (prima gli alberi questo lo facevano),traforato una montagna con le conseguenze che conosciamo e che nessuno ha il coraggio di ammettere :si paventa addirittura la manomissione di falde acquifere e si plaude ad un’opera che fara’ risparmiare mezz’ora su una tratta che non consente molto per…questioni orografiche:apriamo gli occhi e basta con atteggiamenti supini che servono solo interessi di parte:povera Ciita’ e povero Abruzzo…desertifi…cando.

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