La ciambella di salvataggio, per i tribunali minori, è lanciata solo alle sedi insulari dal Decreto Milleproroghe, che esclude nei fatti la sopravvivenza dei palazzi di giustizia di Sulmona, Avezzano, Vasto e Lanciano. Disattese dal Governo le promesse fatte nell’ultimo incontro svolto alla presenza dei Sindaci, dei Presidenti degli Ordini e del Comitato nello scorso autunno. Senza interventi sulla modifica della geografia giudiziaria, i tribunali minori d’Abruzzo chiuderanno i battenti il prossimo 31 dicembre, tra poco meno di dodici mesi.
“La verità – lamenta il senatore dem, Michele Fina – è che sul tema dei tribunali d’Abruzzo abbiamo ascoltato dai parlamentari della maggioranza e dal Governo tante chiacchiere. Nel 2022 ci avevano detto che una breve proroga sarebbe servita giuste per avere il tempo di fare una riforma definitiva che salvasse i tribunali. E invece, dopo tre anni, siamo ancora alle prese con una situazione gravemente precaria e con una condizione del personale sempre molto difficile, sebbene anche su questo punto i parlamentari di Fratelli d’Italia avevano annunciato grandi risultati”.
Il rappresentante del PD in Palazzo Madama rilancia, annunciando la presentazione degli emendamenti per consentire una proroga delle funzioni dei tribunali. “Con forza – conclude – torniamo a chiedere che una volta per tutte il Governo si decida ad approvare la legge per riformare la geografia giudiziaria”.
Dal centrodestra minimizzano gli onorevoli Etelwardo Sigismondi e Guido Liris che, paradossalmente, vedono il bicchiere mezzo pieno. “E’ segno che si vuole dare una soluzione definitiva alla riapertura dei tribunali sub-provinciali abruzzesi – commentano -. Bisogna riconoscere, infatti, che se da un lato le proroghe hanno consentito di mantenere in vita questi presidi di giustizia, dall’altro, dopo tredici anni, è giunto il momento di scelte strutturate che vadano a risolvere le tante criticità emerse in questi anni, a partire dalle piante organiche del personale amministrativo”.
Ieri il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, rispondendo in aula al Senato a un’interrogazione, ha annunciato la presentazione da parte del Governo di uno schema di disegno di legge per la revisione della geografia giudiziaria, con la riapertura di alcune sedi soppresse nel 2012.
“La risposta del sottosegretario – concludono i meloniani – è in linea con quanto è scaturito dall’incontro che noi parlamentari di Fratelli d’Italia abbiamo organizzato nel mese di novembre tra il coordinamento dei sindaci e dei presidenti degli Ordini forensi di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto, insieme allo stesso sottosegretario Delmastro. Quest’anno, quindi, si mira alla salvezza definitiva dei tribunali sub-provinciali abruzzesi e non alla mera proroga delle loro funzioni. Qualora i tempi per l’approvazione del disegno di legge dovessero subire dei rallentamenti, siamo pronti a intervenire con ulteriori proroghe. Siamo in costante contatto con il ministero della Giustizia, gli amministratori locali e i referenti degli ordini forensi per informare e condividere le varie fasi che porteranno alla salvaguardia dei nostri tribunali”.
Meglio la chiusura dei presidi che tenerli in perenne agonia.
La politica artigliocentrica è al massimo della potenza. Tutta l’attenzione istituzionale è verso il capoluogo. Tutte i presidi istituzionali della periferia sono depotenziati e menomati.
Solo nel pagamento delle tasse siamo uguali
Avete votato Meloni…vi meritate questo ed altro!
Grande XOXO…….
Ma non sono tribunali, sono società cartiere a partecipazione statale, per la produzione ed il commercio di false accuse. Il 1980/90 vi erano in Italia 0,7 avvocati per mille abitanti, ora, per mille abitanti sono 4. E di questi 4, degli ultimi anni, in grande percentuale femmine. Tutti comunque provenienti dalle deleterie aspirazioni di elevazione verso i privilegi di oscure famiglie umili o di basso impiego statale specie nelle forze dell’ordine. Ciò mentre, in Abruzzo e nel resto del Sud povero, sono molto più numerosi, dove, poi, per farli in qualche modo campare, si deve accusare la gente delle più fantastiche e demenziali accuse, (specialmente i maltrattamenti nelle famiglie; sempre in uno stesso mutuo ambito; povere e mentalmente disagiate, a parole, che, dentro le case non vede niente nessuno) per instaurare e sceneggiare i processi farsa come pretesto sociale per fargli recapitare il denaro delle parcelle che manda il gratuito patrocinio da Roma, con la vile responsabilità di Sergio Mattarella. (debbo riferire con spavento che mi è accaduto di stare vicino a Sergio Mattarella e, oltre ad essere pallido come un cadavere, lo stesso, toccandolo, È IPOTERMICO FREDDO, MA, VIVO. Come un rettile.
Non si può mantenere un tribunale per un distretto di soli 62.000 abitanti cartacei all’anagrafe, (gli stessi abitanti come la borgata della Garbatella a Roma, oppure la Groenlandia ) quando i residenti effettivi in comuni di 600 abitanti non sono neanche 300 ed in massima parte di età media avanzatissima da non comprendere chi lo dovrebbe commettere questo immenso numero di reati per foraggiare ben oltre 500 avvocati nello stesso territorio.
Allora, la Meloni che istituisca un Tribunale per ogni borgata romana, come c’è necessariamente il Tribunale a Nuuk, perché altrimenti, al Tribunale a Copenaghen, per testimoniare ad una causa, dalla Groenlandia dovresti andarci con cinque ore di aereo .
Ma Nuuk non è Sulmona, perché da Sulmona a Copenhagen ci si arriva in due ore e mezza con Ryanair, eventualmente per andare ad un processo, ma poi a L’Aquila ci si va con 45 minuti di treno e lo stesso in Cassazione a Roma con un’ora e mezzo di autobus.
Ora con il povero Del Mastro siamo tornati ai tempi di Lombroso ? Al povero Del Mastro gli si vede che deve stare sotto più controllata osservazione per intercettare repentinamente probabilmente attesi decadimenti ereditari della mente. Ma L’Italia è una è con una stessa unica Costituzione senza discriminazioni. Non possono a Roma sostenere queste lontane strutture periferiche in una Italia di serie B, per scaricarci il personale problematico od improprio, questo non è accettabile, la Giustizia vera è reale è un diritto identico di tutti come la sanità.. Questo è il punto, a Roma stanno scherzando un pò troppo e le riforme che ci spettano non le vogliono fare perché gli rimane conveniente non farle, come erano evidentemente convenienti gli appalti dei biplani CR42 sino al 1945, od i carri L con i rivetti per mandare a morte certa i ragazzi.
SULMONA, GLI ABRUZZI E NAPOLI VOGLIONO LE RIFORME PER STARE AL PASSO CON I TEMPI. ALTRO CHE QUESTO TRISTE TEATRINO DI ALTRI TEMPI CHE CI PROPONGONO PER MANTENERCI ;DA ROMA; CONDANNATI ALL‘ARRETRATEZZA
Bravissimo Xoxo il popolo tutto vuole le riforme.Soltanto a Sulmona e in Groenlandia esistono i tribunali per 50.000 abitanti.Non certo alla Garbatella,e con la aggravante che alla Garbatella per gli stessi abitanti non hanno neanche un sindaco mentre noi ne dobbiamo pagare 36 per il mantenimento di comuni di dimensione utopistica se non fiabesca.
Mamma me. Povera Sulmona
Se chiudono il tribunale di Sulmona nn è una grave perdita x il territorio
Appunto la perdita per il territorio è che ha chiuso; senza difese della politica; il pub Dolce Vita a Secinaro. Il tribunale lo dovevano chiudere 130 anni fa da quando è stata costruita la ferrovia per Aquila.