Tribunali: l’ossigeno e l’eutanasia

“Una boccata d’ossigeno” è la frase più gettonata, seguita da soddisfazioni, rivendicazioni, auspici, speranze, dichiarazioni d’intenti. I tribunali di Sulmona, Avezzano, Lanciano e Vasto, fermo restando il voto in Parlamento atteso per oggi, resteranno aperti altri tre anni: settembre 2024, questa volta, la data scucita nelle pieghe delle commissioni riunite Giustizia e Affari Costituzionali ieri sera con un voto all’unanimità che, però, non ha avuto il consenso e l’approvazione del governo.

Un particolare non di poco conto che dimostra come l’ennesima proroga, come da quasi dieci anni a questa parte, è il frutto più di pressioni politiche dei territori e dei loro rappresentanti, piuttosto che di una convinta valutazione della necessità di salvaguardare la giustizia nei tribunali e nei territori non capoluogo di provincia.

Più che per il territorio e per la giustizia, insomma, la proroga sembra essere una boccata d’ossigeno che alimenta la politica e in particolare le campagne elettorali alle porte.

E infatti ieri sera, neanche il tempo di alzare la mano in commissione, che sono partiti uno dietro l’altro i comunicati stampa delle diverse forze politiche, ognuna a rivendicare il pregevole lavoro fatto, il gioco di squadra, la tenacia nella lotta dura e pura.

La Di Girolamo per Castaldi, Castelli, Macina; Forza Italia per Pagano; il Pd per Malpezzi e Rossomando; Italia Viva per Cucca, con l’imbarazzante gaffe del deputato Camillo D’Alessandro che di tribunali ne salva solo tre, senza citare cioè Sulmona dove il simbolo del suo partito non sarà presente alle elezioni amministrative, avendo scelto i suoi militanti un altro percorso rispetto alle direttive di segreteria. Una gaffe che dà la cifra dell’interesse ultimo dei nostri parlamentari a lucidarsi la medaglia.

Tra una proroga e un’elezione, e viceversa, nel frattempo, però, gli organici di questi tribunali continuano ad essere carenti, le sedi poco ambite (proprio perché provvisorie), la qualità del servizio limitata: una lenta eutanasia che, neanche a questo giro di governo, troverà una cura adatta, che so un vaccino, un anticorpo monoclonale, una terapia iperimmune.

Sì perché, tornando al parere contrario del governo e della ministra Cartabia, anche se la proroga sarà definitivamente approvata, c’è da essere sicuri che neanche questa volta si prenderà il tema di petto, affrontandolo nelle sue peculiarità e specificità, ridisegnando una geografia giudiziaria che non mortifichi i centri minori come già avvenuto per il resto d’Italia con l’attuazione della riforma Severino di nove anni fa.

Più che correre dietro alle proroghe e agli emendamenti, insomma, la politica dovrebbe avere la forza, la lungimiranza e anche il coraggio, di disegnare un nuovo ordine delle periferie, comprese quelle che non hanno troppi voti, ma che, fino a prova contraria, hanno diritto di cittadinanza italiana: dalla giustizia alla sanità, passando per il rilancio economico-industriale e infrastrutturale.

Sarà per la prossima campagna elettorale e per la prossima arringa.

11 Commenti su "Tribunali: l’ossigeno e l’eutanasia"

  1. Luigi Gagliardi | 29 Luglio 2021 at 08:16 | Rispondi

    A proposito di Eutanasia, la facciamo un po di pubblicità alla raccolta firme per il referendum? A L’Aquila si può firmare domani.

    Qui ci sono le altre sedi e date
    https://referendum.eutanasialegale.it/dove-firmare/

  2. Lupus in fabula | 29 Luglio 2021 at 08:23 | Rispondi

    Dichiarazione del Procuratore Antimafia di Catanzaro Nicola GRATTERI:
    “ Vi sembra normale che in Sicilia ci siano quattro Corti d’Appello per 5 milioni di abitanti e in Lombardia solo due per il doppio degli abitanti? È normale che a 70 chilometri dalla Corte d’Appello di Palermo ci sia quella di Caltanissetta o che in Abruzzo c’è un tribunale ogni 20 chilometri?“
    Qualche “ anima bella “ de noiantri, che canta a gettone, ha qualcosa da confutare in merito a questa dichiarazione?
    O il Procuratore antimafia ha preso una cantonata?

    • Non prendete per oro colato quello che dice il manettaro Gratteri ma questa volta ha ragione, in Abruzzo un tribunale ogni 20 km non è giustificato da nulla, dovrebbero chiudere quello di Sulmona e di vasto e restare aperti quelli di Avezzano e di Lanciano che a differenza degli altri hanno un bacino d’utenza superiore.

    • La politica e tantomeno il decisionismo di Draghi hanno le palle per chiudere i tribunali in Abruzzo e le corti d’appello in Sicilia.
      Tanto i soldi non li cacciano gli abruzzesi e siciliani ma in prevalenza le regioni più produttive.
      Con la chiusura si perderebbero molti posti di puro assistenzialismo molto meglio pagati del reddito di cittadinanza!

  3. La giustizia non può ragionare per bacino di utenza in quanto non è un supermercato ma in base alla posizione orografica del territorio e pertanto le distanze dal tribunale ed i mezzi per raggiungerlo..uno di ateleta come potrebbe raggiungere L’aquila ? E di riflesso le istituzioni e le forze dell’ordine..difatti in Molise oltre a Isernia e Campobasso l’altro tribunale è quello di larino e non termoli molto più grande e anche di Isernia..in Umbria oltre Terni e Perugia l’altro tribunale sta a spoleto..a Roma per far fronte alla mole di lavoro sono stati aperti i tribunali di Velletri Civitavecchia e Tivoli e prossimamente un altra località nei dintorni..quindi non è il bacino di utenza ma il tempo la distanza è i mezzi per raggiungere il tribunale

  4. ..inoltre c’è anche a Sulmona un supercarcere che con la prossima apertura del nuovo padiglione per altri 200 detenuti diventa uno dei più grandi carceri d’italia..e già questo dovrebbe bastare per mantenere il tribunale con l’apertura di un ufficio di sorveglianza..

    • Perché vuoi dire che i carcerati di Sulmona sono stati processati nel tribunale di Sulmona.
      Non ho capito il nesso. Potrebbe spiegare meglio.

  5. Rubio del Bigliett | 29 Luglio 2021 at 10:54 | Rispondi

    Il giornalista ha inquadrato bene la questione anche riguardo al personale. Il tribunale non serve a Sulmona ma, per ingegneria sociale, serve a Roma come sede punitiva o disagiata del personale con qualche problematica o difficoltà varia. Il dramma odierno è questo, la selezione cellulare della popolazione operata dallo stato asseverando una sorta di selezione che avviene in natura, cioè le persone più capaci belle di serie A vivono nelle zone migliori e più ricche delle grandi città, le persone meno fortunate come i calciatori di terza categoria vivono in queste zone represse povere e dimenticate.Quindi istituzione pubblica mantiene queste entità inutili per inviarci ,contrariamente al volere della Costituzione che non ammette discriminazioni, le persone invece discriminate dalle leggi della natura.Percio’ Sulmona diventa una sorta di discarica di materiale umano gestita da Roma, allo stesso modo come il cogesa deve ritirare i rifiuti urbani della capitale.

  6. Non hanno senso questi tribunali.. Lasciare aperti solo lanciano e Avezzano accorpando Sulmona e vasto

    • Rubio del Bigliett | 29 Luglio 2021 at 13:33 | Rispondi

      Aggiungo che TARPANO nel dialetto locale significa NANO diversamente dall’altro significato della lingua italiana.

  7. La politica e tantomeno il decisionismo di Draghi hanno le palle per chiudere i tribunali in Abruzzo e le corti d’appello in Sicilia.
    Tanto i soldi non li cacciano gli abruzzesi e siciliani ma in prevalenza le regioni più produttive.
    Con la chiusura si perderebbero molti posti di puro assistenzialismo molto meglio pagati del reddito di cittadinanza!

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